Lo sceriffo va a Bruxelles

Cofferati ricatta il partito Democratico e conquista la poltrona

Cofferati, dopo Bologna, vuole il parlamento europeo. Il Pd glielo nega e scoppiano le scaramucce. Pochi giorni di sgarbi e qualche attacco al nuovo candidato, poi ieri l'improvvisa marcia indietro. La poltorna europea è sua e tutto torna alla normalità. Dal blog di Mazzetta la solita storia di ricatti e meschinità sulla pelle degli elettori
Mazzetta

Dal blog di Mazzetta

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Per sganciarsi dal suo scomodo e terrificante fallimento come sindaco di Bologna, Sergio Cofferati aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato adducendo pietosi "motivi familiari". Secondo l'astuto, il fatto che la nuova compagna (che ha sostituito quella più anziana rottamata non appena eletto a sindaco) lavori e viva a Genova, gli impedirebbe di seguire la crescita del figlio. Troppo lontane le due città, così Cofferati avrebbe fatto il bel gesto di rinunciare alla carriera per non turbare quella della compagna e per stare più vicino al figlio.

Una pietosa menzogna alla quale non ha creduto nessuno.

Caduto da Bologna, Cofferati ha pensato bene di rimediare con una candidatura in Europa, ma ha trovato la fiera resistenza di quanti nel partito avevano in mente altri candidati per la stessa circoscrizione. Calibri pesanti del partito si sono espressi senza peli sulla lingua, negando che rappresenti qualcuno nel collegio e facendo presente che Bruxelles è molto più lontana di Bologna da Genova.

Il cinese non si è arreso e così ha cominciato a fare la guerra al candidato sindaco di Bologna per il PD, Flavio Delbono, con grande sollazzo della destra locale. Sono bastati pochi giorni di sgarbi e qualche attacco al nuovo candidato e ieri è scoppiata la pace. Cofferati sosterrà con entusiasmo Delbono, perché finalmente gli hanno assicurato la poltrona europea. Ovviamente Cofferati ha condito il tutto con un'altra menzogna, quella per la quale non è interessato alla candidatura europea e ha negato decisamente l'accordo, peraltro evidentissimo e riconosciuto da più fonti interne al partito.

L'azione cofferatiana è stata davvero disgustosa e la reazione del PD locale, che lo ha sempre subito fin dal suo sbarco a Bologna, non è stata tanto migliore. Insieme hanno offerto ancora una volta lo spettacolo di una politica interpretata da cooptati, tenuti insieme più dal potere reciproco di ricatto che da consonanze ideali.

Cofferati, sindaco fallito e uomo dalle scarse qualità, avrà la sua poltrona europea, Delbono potrà fare la sua campagna elettorale senza doversi proteggere dal fuoco amico del cinese e vivranno tutti felici e contenti, nonostante la terrificante figura di merda.

La cifra del Partito Democratico è questa: candidature blindate dalla dirigenza, decise a botte di minacce e ricatti tra falliti e insipidi funzionari di partito. Niente che possa interessare chi sia in cerca di una politica diversa dal sempiterno mercato delle vacche, niente di diverso dal solito conflitto di interessi personali e meschini.