L'Alma Mater cambia le regole dei test d'ingresso, obbligatorio per tutti

Università di qualità uguale università di classe?

Le trasformazioni che da settembre hanno investito il sistema delle Università pubbliche in Italia hanno mostrato sin dall'inizio una chiara tendenza retrograda: modificare le possibilità d'accesso in modo da ricreare quella strutturazione sociale che le lotte studentesche degli anni sessanta avevano scardinato. Ancora una volta l'Università di Bologna capofila del disastro.

28 luglio 2009 - GC

Dopo l'aumento delle tasse, dopo la marcetta nelle retrovie delle Università di qualità, l'Alma Mater sembra sempre più decisa a perdere qualsiasi carattere di apertura, integrazione ed inclusione. Gli strampalati criteri meritocratici di Calzolari e della sua corte investono anche i test d'ingresso, introducendo un test di cultura generale  obbligatorio per chi ha conseguito un voto di maturità inferiore ai 70/100 e facoltativo per chi ha ha preso dal settanta in su.

Andiamo con ordine.
A chi si immatricola dal 2009/2010 viene chiesto di sostenere un test di cultura generale. Nel caso si fallisca il test, si avrà un un Obbligo Formativo Aggiuntivo (OFA) in omaggio da parte dell'Università, una sorta di regalo di benvenuto, da colmare entro il 2010. Nel caso in cui non si riuscisse a colmare l'obbligo formativo, lo studente si dovrà iscrivere nuovamente al primo anno come ripetente.
Il test sarà diverso per ogni facoltà, è lasciata infatti alle singole facoltà libertà di scelta su come impostare lo stesso e su come prevedere il recupero dell'OFA.

Che senso dare a questa scelta? Sembra infatti veramente assurdo pensare che eventuali lacune presenti nella preparazione degli studenti che si iscrivono (che possono essere dovute alla scuola di provenienza, alla propria situazione personale, non da ultimo alla propria situazione economica) possano essere colmate da esamini o da pseudo-corsi appositi come quelli che la normativa dell'università prevede. L'unica interpretazione razionale da dare ad una scelta del genere sembra quella classista: l'università di Bologna sta chiudendo le porte agli studenti meno abbienti, che nel proprio percorso formativo hanno potuto beneficiare di minori possibilità di formazione e di studio: invece di sostenerli e facilitare loro il percorso di studio (come Costituzione vorrebbe) l'Alma Mater li bolla come ripetenti, studenti di serie B, e li punisce con tasse più alte.
L'idea di università di qualità dello scaduto (e scadente) Calzolari sembra coincidere con quella di università di élites, riservata probabilmente ad amici e parenti di professori e rettori.