Il fascismo è sopravvissuto

Resistenze

Il comunicato di Vag61 che verrà diffuso in quartiere il 25 aprile, prima della festa in programma in via Paolo Fabbri 110.
25 aprile 2009

Un bambino nato quello splendido giorno in cui termino l'occupazione nazifascista delle nostre terre oggi avrebbe sessantaquattro anni. Ma nel corso della sua vita non avrebbe mai avuto la gioia di pensare al fascismo
come a un capitolo chiuso.

Il fascismo è sopravvissuto.

E' sopravvissuto innanzitutto nelle formazioni politiche che vi si richiamano apertamente, che orgogliosamente manifestano in piazza e partecipano alle competizioni elettorali in cerca di brandelli di potere: alle prossime elezioni comunali sono ben cinque i candidati "neri". Sono formazioni di poco peso elettorale, ma che si guadagnano crescente visibilità e legittimità richiamandosi strumentalmente ai problemi e alle paure di donne e uomini alle prese con un'esistenza che in tempi di crisi
diventa sempre più precaria.

E' sopravvissuto nella conquista di sempre più poltrone da parte di esponenti politici provenienti dal Msi, partito nato dalle ceneri del regime fascista, ripuliti dall'acqua di Fiuggi quindici anni fa e più di recente benedetti dall'acqua santa del Cavaliere.

E' sopravvissuto nel successo che la Lega Nord ha costruito sulle parole d'ordine dell'intolleranza ed della discriminazione razziale. Di recente Mario Borghezio è stato sorpreso a spiegare che il regionalismo leghista "...è un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica, eccetera eccetera... ma, dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi".

E' sopravvissuto in quella cattiva informazione che soffia sul fuoco dell'odio tacciando di ogni male chiunque non sia conforme al modello normativo della famiglia tradizionale, del consumo, della cosidetta rispettabilità: stranieri, omosessuali, transgender, senza reddito, ribelli.

E' sopravvissuto soprattutto nelle politiche razziste che, con poche differenze, sono perseguite da anni da governi di destra e di sinistra: dalla detenzione amministrativa dei "clandestini" nei CPT (ora CIE), alla marginalizzazione e ricattabilità sociale ed economica dei migranti, al progressivo restringimento delle libertà civili, sociali, politiche. Gli ultimi mesi presentano un quadro davvero inquietante: i pubblici poteri cercano di limitare il diritto di sciopero, di rendere off-limits le strade centrali delle città alle manifestazioni di protesta (direttiva Maroni), imporre una tassa sui permessi di soggiorno, costruire nuovi CIE e prolungare i periodi di detenzione in quelli esistenti. Fino all'abominevole idea di trasformare i medici in delatori dei migranti irregolari: si sono già registrati casi di donne e uomini morti perché non si sono rivolti alle strutture sanitarie per curarsi, temendo espulsioni o arresti.

E' affermando e difendendo spazi di libertà, di solidarietà, di creatività antigerarchica, di auto-organizzazione che ci si può opporre alla marea nera. Portando in strada e ovunque sia necessario la propria rabbia, lottando contro ogni misura discruminatoria e autoritaria. Ma anche animando e attraversando gli spazi autogestiti. Laboratori politici. Cuori
della comunicazione. Motori culturali. Terreni di aggregazione. Dispositivi solidali. Linfa dell'autodeterminazione. Territori liberi. Vie di fuga percorse ogni giorno da un flusso continuo di corpi e menti. Sacche di vita.

Spazi autogestiti che a Bologna, come in molte città italiane, sono costantemente sotto attacco. A Bologna esperienze innovative di occupazione come Bartleby vengono sgomberate dopo dodici giorni di intensa attività culturale e politica. Il Laboratorio Crash è alla sua nona occupazione dopo otto sgomberi in poco più di cinque anni. Altre recenti esperienze di
autogestione hanno avuto vita breve, spazi abbandonati riqualificati dalla passione e dal lavoro volontario di attiviste e attivisti restituiti al degrado dopo gli sgomberi voluti da comune, prefettura e questura.

E un comitato di quartiere ha chiesto alla questura il nostro sgombero. Le oltre centotrenta firme raccolte in difesa di Vag61 nelle ultime settimane mostrano come tanti sappiano che ciò vorrebbe dire privare il quartiere e la città di uno spazio pubblico, aperto alle proposte che arrivano da associazioni e singoli, in cui si susseguono quasi quotidianamente
iniziative e incontri su tematiche di attualità politica e sociale, serate dedicate al cinema indipendente, alla poesia, alla musica, all'espressione artistica. Nonché di un media center che, col quotidiano online Zic.it, cerca ogni giorno di raccontare Bologna dal basso, di un centro di documentazione dei movimenti, di un mercatino dei produttori biologici...

Invitiamo tutte e tutti a venire a trovarci il 25 aprile, per festeggiare insieme, con gioia e determinazione, le Resistenze, quella di chi oltre sessant'anni fa si oppose al fascismo, quella di chi oggi difende gli spazi autogestiti dalla miopia e dal nulla che sta divorando Bologna.

Vag61

 

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