Migliaia in piazza

Brescia, sicuri dei nostri diritti [foto]

Può dirsi un successo il corteo antirazzista di ieri, convocato dal movimento bresciano contro il Pacchetto Sicurezza e le ordinanze discriminatorie della giunta destrorsa insediata da un anno al Comune. Di pochi giorni fa il caso di un ragazzo senegalese a cui è stato consegnato un foglio di espulsione dopo essersi rivolto all'ospedale per cure dentali. Il report del nostro inviato e le fotografie inviateci da Berther.
19 aprile 2009 - gi.ast.

Circa tremilacinquecento persone hanno manifestato nel pomeriggio di ieri a Brescia, con un percorso che ha contemplato il passaggio nelle vie centrali dello shopping, autorizzato negli scorso giorni in deroga al protocollo attuativo della Direttiva Maroni che limita il diritto a manifestare nelle città.
Molto consistente la componente migrante, soprattutto dai paesi del subcontinente indiano e dal nordafrica, in una città che ospita trentamila stranieri, che rappresentano, soprattutto nell'edilizia e nell'agricoltura, la forza-lavoro su cui si basa il successo dell'economia bresciana. Presenti anche alcuni attivisti dei centri sociali bolognesi.
E' stato convocato da varie sigle di movimentio tra cui cs Magazzino 47, Associazione Diritti per Tutti, sindacati di base, Kollettivo Studenti in Lotta, Studenti Lavoratori Organizzati, Sinistra Critica e Coordinamento Antifascista Provinciale, l'appuntamento bresciano che si inserisce nel quadro generale di iniziative diffuse in questo fine settimana contro il Pacchetto Sicurezza attualmente al vaglio delle camere, che prevede una serie di misure razziste come il prolungamento del periodo di detenzione amministrativa nei CIE. A Brescia, peraltro, si è registrato nelle scorse settimane uno dei primi casi di espulsione di migranti irregolari denunciati da operatori sanitari, altra misura dell'attuale campagna xenofoba di governo: quello di Maccan Ba, ragazzo senegalese che si rivolse agli Spedali Civili per un forte mal di denti.
Ma è nel mirino dei manifestanti anche la Giunta Paroli, la prima di destra nel dopoguerra, che comprende nei suoi ranghi un assessore sospettato di essere implicato nella strage fascista di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974, e in particolare il vicesindaco leghista Rolfi, autore di bizzarri regolamenti di polizia urbana che vietano i picnic o di giocare al pallone nei parchi o di legare la bicicletta ai pali. Contestata anche l'intenzione dell'amministrazione locale di offrire un bonus-bebè alle sole famiglie italiane, e l'ipotesi di costruire nella città un Centro di Identificazione ed Espulsione (ex-cpt).

fotografie by Berther

Brescia - sicuri dei nostri diritti

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