Dopo il congresso fondativo di Bologna, parte la campagna per la Tobin Tax

L’agenda fitta di Attac


18 gennaio 2002 - Attac Italia

Il 2002 di ATTAC si apre con un'agenda fitta di impegni. Prima l'assemblea costitutiva del 12 e del 13 Gennaio a Bologna, dove si conclude il processo di consultazione che ha condotto i più di tremila iscritti di ATTAC Italia all'approvazione dello statuto associativo, del documento di indirizzo politico ed alla nascita formale dell'associazione. Poi a fine mese la partecipazione di una propria delegazione al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre. Nel mezzo il lancio della campagna nazionale per l'istituzione della tassa Tobin, una tassa sui movimenti speculativi di valuta.
La Tobin tax è sempre stata il "cavallo di battaglia" del movimento internazionale ATTAC, fin dalla sua nascita in Francia nel 1998. Questa tassa non rappresenta certamente la soluzione a tutti i mali del capitalismo mondiale, ma potrebbe costituire il primo passo nella direzione di una trasformazione radicale del modello economico e sociale dominante. Al di là degli effetti positivi immediati di una sua eventuale adozione - riduzione delle speculazioni valutarie e dei loro effetti negativi e riallocazione di una notevole quantità di ricchezza verso la riduzione delle disuguaglianze sociali - il successo della campagna contribuirebbe ad intensificare l’opera di delegittimazione culturale e sociale del neoliberismo e delle sue istituzioni (Wto, Fmi, Banca Mondiale), attaccando la globalizzazione liberista nel suo cuore: il funzionamento dei mercati finanziari.
Questo carattere al tempo stesso riformista ma profondamente radicale della tassa Tobin spiega perché essa sia riuscita a raccogliere un consenso ampio e trasversale, potenzialmente maggioritario nella società. Dopo un decennio in cui l'ideologia neoliberista ha cercato di incunearsi in ogni aspetto della vita quotidiana sforzandosi di apparire come l'unica modalità praticabile di gestione dell'economia di mercato e delle relazioni sociali, e dopo la comparsa e la crescita di un movimento variegato, composito, eterogeneo che sta denunciando con sempre maggior forza, nel Sud come nel Nord del pianeta, i costi e le ingiustizie derivanti da questo modello, con la tassa Tobin (ma non solo) il movimento sta ora iniziando a proporre delle alternative reali e praticabili al modello liberista.
E lo sta facendo anche su questioni molto tecniche - come il funzionamento della finanza internazionale - che non vengono più demandate e delegate ma discusse in un'ottica globale ed elaborate attraverso la domanda di una gestione democratica, "dal basso" dell'economia. Lo stesso strumento scelto per la campagna - cioè la legge d’iniziativa popolare - vuole sottolineare anche simbolicamente la necessità di contribuire al rinnovamento della politica attraverso la partecipazione e la mobilitazione diretta dei cittadini e delle cittadine. E’ con questo spirito che Attac Italia propone a movimenti, associazioni, ONG, collettivi, sindacati, parlamentari, istituzioni locali, consiglieri comunali, provinciali e regionali, di fare della tassa Tobin una campagna di tutte e di tutti, trasformandola in un percorso comune che unisca il mondo del lavoro e quello della scuola, l’associazionismo e il mondo della cultura, nella ricerca di un’altra globalizzazione, partecipata e dal "basso".
La campagna si inserisce nel quadro di iniziative che ATTAC sta promuovendo a livello internazionale per richiedere l'istituzione della tassa Tobin. Le iniziative, che si articolano in modo diverso nei paesi in cui ATTAC è presente, stanno già ottenendo dei risultati. Il Parlamento francese ha approvato, in un emendamento alla Legge Finanziaria del 2002, l'istituzione della tassa con aliquota dello 0.1% che entrerebbe in vigore nel momento in cui anche gli altri paesi dell'Unione Europea dovessero introdurla. Va sottolineato il fatto che per la prima volta la tassa Tobin entra nell'ordinamento fiscale di uno stato e ben rappresenta la rilevanza che tale misura sta assumendo nell'agenda politica istituzionale dei paesi europei.
Per promuovere la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare, ATTAC Italia ha dato vita ad un comitato nazionale di sostegno che al momento conta l'adesione di decine di esponenti della politica, della cultura e dello spettacolo e di decine di soggetti collettivi. La legge di iniziativa popolare - che è disponibile come altri documenti sulla Tobin tax al sito www.attac.it - prevede che il governo italiano si impegni, attraverso la costituzione di una commissione ad hoc, a promuovere l'istituzione della tassa sulle transazioni valutarie in seno all'Unione Europea, con un'aliquota non inferiore allo 0.1%. In caso di mancato impegno da parte del governo, la legge prevede che la tassa venga istituita automaticamente in Italia con un'aliquota non inferiore allo 0.02%.
Certamente il successo della raccolta di firme non porterà automaticamente all'approvazione della legge, in quanto il parlamento non è obbligato a discutere le leggi di iniziativa popolare, ma significherà il raggiungimento degli altri due obiettivi politici della campagna: portare la tassa Tobin, e con essa questioni di riforma più o meno radicali dell'architettura finanziaria internazionale e di gestione democratica dell'economia, al centro dell'agenda politica, e contribuire al rilancio della partecipazione democratica alla vita politica dopo anni di distacco e di disillusione.
Lo slogan del Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre di quest'anno è "Un altro mondo è in costruzione". La Tobin tax è un mattone sul quale costruire questo nuovo mondo, un mattone che, per le sue caratteristiche, può occupare una posizione importante. La scommessa di questa campagna ed il suo successo costituirebbe un passo avanti nel percorso di elaborazione di un'alternativa al modello economico e culturale imperante.

LA TASSA TOBIN
Come nasce
L'idea di tassare i movimenti di valuta fu proposta originariamente nel 1972 dal premio Nobel per l'Economia James Tobin nel tentativo di "gettare una manciata di granelli di sabbia nei meccanismi della speculazione", innescata allora dal crollo del sistema di cambi fissi tra valute basato sul Gold Exchange Standard. La proposta non fu comunque mai attuata e fu ripresa verso la fine dello scorso decennio come possibile rimedio alle sempre più potenti e destabilizzanti ondate speculative che colpiscono periodicamente le economie mondiali - in particolare quelle dei paesi in via di sviluppo - con conseguenze devastanti dal punto di vista sociale ed economico.
Gli obiettivi
Per dare un'idea della deregolamentazione selvaggia che è in atto nei mercati internazionali dei capitali si consideri che ogni giorno più di 2.000 miliardi di dollari vengono scambiati in seguito a transazioni finanziarie internazionali (nel 1970 erano 20 miliardi); il 90% di questi scambi è a carattere speculativo, concludendosi in meno di una settimana. Solo il 2% di queste transazioni avviene per ragioni commerciali (cioè per pagare beni e servizi acquistati all'estero) mentre nel 1977 questa percentuale era del 28.5%. La tassa Tobin ha il duplice obiettivo di colpire le speculazioni sulle valute e di raccogliere risorse da destinare a politiche di sviluppo. Questi due obiettivi sono parzialmente in contrasto l'uno con l'altro con il vantaggio che la tassa permetterebbe il raggiungimento di almeno uno degli obiettivi o, in misura parziale, di entrambi. Da un lato si frenerebbero - pur senza bloccarli - gli investimenti speculativi, dall'altro potrebbero essere raccolte somme ingenti che sarebbero investite in progetti di sviluppo o nella riduzione delle disuguaglianze. Alcune stime indicano che con un'aliquota dell'1% applicata a livello mondiale si raccoglierebbero 150 - 180 miliardi di dollari all'anno, molto più di quanto viene destinato attualmente a livello mondiale per la cooperazione allo sviluppo. Inoltre la tassa Tobin renderebbe più trasparenti le transazioni internazionali di capitale, combattendo i paradisi fiscali ed il riciclaggio di denaro sporco, e contribuendo ad attaccare il neoliberismo al cuore della sua globalizzazione: nel libero movimento dei capitali.
Come funziona
La tassa andrebbe applicata ad ogni transazione lorda fra valute. Ogni volta che si cambia valuta si pagherebbe una tassa molto bassa (l'aliquota generalmente viene indicata nell'ordine dello 0.1% - 0.5%), perché calcolata non sul guadagno derivante da una transazione ma sul valore complessivo dello scambio. Quindi la tassa verrebbe pagata da ogni operatore due volte, quando acquista e quando vende valuta. In questo modo si discriminano automaticamente gli investimenti speculativi, in quanto l'incidenza della tassa aumenta con il numero di scambi effettuati, disincentivando i movimenti speculativi a breve termine ed al contrario rimanendo praticamente neutrale nei confronti dei movimenti di valuta di lungo periodo (come gli investimenti produttivi).
Il dibattito
Tra gli economisti ci sono posizioni contrastanti. Gli scettici dicono che tale imposta distorcerebbe l'uso del capitale e sarebbe efficace solo se attuata dall'intera comunità internazionale. I sostenitori affermano che la distorsione è nulla negli investimenti di lungo periodo e che i costi derivanti dalla perdita di efficienza dei mercati finanziari sarebbero comunque minori dei benefici che le economie dei paesi in via di sviluppo riceverebbero da un sistema finanziario più stabile. Il dibattito sull'efficacia della tassa è peraltro viziato dalla mancanza di dati, in quanto la tassa non è mai stata applicata in nessun paese; quello che traspare è che all'origine di molte critiche ci sia la mancanza di volontà politica per la sua implementazione. Emblematico da questo punto di vista fu il voto parlamentare sul G8 della scorsa estate che vide il centro-sinistra stralciare dalla sua mozione alla Camera, su esplicita richiesta del ex-ministro Ruggiero, ogni riferimento alla Tobin tax, per poi, dopo le critiche delle varie realtà che preparavano Genova e la dissociazione di un folto numero di deputati, riassumerla in Senato pochi giorni dopo.

Gli appuntamenti della campagna

La campagna per la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare per l'istituzione della tassa Tobin si apre il 23 Gennaio a Roma, proseguendo per i successivi sei mesi con banchetti in tutta Italia e concludendosi il 19 luglio 2002, anniversario dell’inizio delle manifestazioni contro il G8, con una grande manifestazione nazionale davanti al Parlamento. Una scelta simbolica per ribadire il forte legame che questa campagna intrattiene con quel laboratorio politico che è stata Genova.
A Bologna il comitato locale di sostegno alla Tobin Tax sta raccogliendo le adesioni alla campagna. da parte dei movimenti, delle associazioni, dei sindacati e degli esponenti politici che operano in città ed in provincia. Il primo grosso appuntamento cittadino sarà per Sabato 26 Gennaio dove si potrà firmare in diversi punti del centro. Da lì in poi la presenza sulla città e sulla provincia cercherà di essere il più possibile continuativa, con banchetti di raccolta firme in città, in occasione di manifestazioni ed iniziative pubbliche organizzate da ATTAC e da altri aderenti al comitato di sostegno. Inoltre sarà possibile firmare negli uffici dei Comuni recandosi dal segretario comunale. Il calendario degli appuntamenti dove sarà possibile firmare sarà continuamente aggiornato all'indirizzo www.attac.it.
Il successo della campagna, anche localmente, dipenderà dal grado di mobilitazione che saprà suscitare tra le cittadine ed i cittadini e tra le varie componenti del movimento. Invitiamo quindi tutte e tutti non solo a firmare, ma a sostenere politicamente la campagna ed a contribuire alla raccolta delle firme dando la propria disponibilità al comitato locale di sostegno (Per ulteriori informazioni, adesioni e comunicazioni di disponibilità: Paolo Figini, coordinatore locale della campagna per la tassa Tobin. E-mail: figini@economia.unibo.it ).