Revisionare la legge 194 sull'aborto: e i diritti delle donne?

Ma non avete di meglio da fare???

In Italia una donna su tre ha almeno una gravidanza indesiderata. Il 65% delle gravidanze indesiderate avviene nonostante l'uso di un contraccettivo. Il 50% delle gravidanze indesiderate diventerà una IVG. Il tasso di abortività in Italia è di 245 su 1000 nati vivi. Vi sono 9,3% IVG, in un anno, ogni 1000 donne in età fertile. E il dibattito sull'aborto si riaccende.
14 febbraio 2008 - Rosella Chiusaroli

Il cammino di emancipazione delle donne inizia molto lentamente nel 1945, quando viene approvato il decreto legge per il diritto di voto alle donne. Ovviamente, questo risultò solo un primo debole passo, cui seguì l'approvazione dell'art.3 della Costituzione, che stabiliva l'uguaglianza morale e giuridica tra uomo e donna.
La validità di tale articolo tuttavia veniva in parte contraddetta dalle formulazioni relative alla funzione della donna nella famiglia, nel ruolo prioritario di madre e di moglie. Dal gentil sesso ci si aspettava una collocazione naturale in famiglia, dove la parità tra marito e moglie non esisteva, ostacolata oltremodo dallo stesso Codice penale, che perseguiva l'adulterio e il delitto d'onore, e dal codice civile che attribuiva all'uomo il titolo di capofamiglia, l'esercizio della patria potestà e l'amministrazione dei beni.
Inoltre, non esistevano leggi che tutelassero i diritti per le ragazzi madri. Anzi, al contrario: le donne con figli al di fuori del matrimonio, qualunque fosse il motivo del concepimento, erano emarginate dalla società, accusate di essere donne di facili costumi. Di conseguenza, partorire in solitudine, rischiando la propria vita, per poi abbandonare la prole, risultava essere la pratica più diffusa, cui troppo spesso seguivano anche casi di infanticidio.
Naturalmente le cronache nere ancora non promulgavano tali notizie, ma erano diffuse, al popolo ancora in parte analfabeta, dai cosidetti cantastorie. Verso gli anni sessanta, nonostante l'avanzamento di ulteriori diritti in ambito lavorativo, la situazione non cambia.
A questo proposito, molti conosceranno il caso di Mina, allontanata dalla Rai perchè dalla relazione con Pani nacque un figlio illeggittimo. La cantante ritornerà in televisione solo dopo un anno.
Verso gli anni settanta, quando l'emancipazione e la scolarizzazione delle donne inizia ad essere un dato diffuso della realtà, nasce una nuova ondata di protagonismo politico della donna, il neo femminismo,che scuote le fondamenta la società. Tale movimento avanza richieste ben precise, non solo riguardo la sfera pubblica, ma soprattutto rivolte alla sfera privata. Famiglia e sessualità diventano così terreni di analisi politica. Il neo femminismo chiede a gran voce la riappropriazione del proprio corpo, a partire dalla riflessione sulla sessualità e sulla maternità, in particolare si accende il problema dell'aborto.
Prima ancora della richiesta di una legge per la sua legalizzazione, l'aborto
nel movimento delle donne fu materia viva su cui riflettere, per riappropriarsi del proprio destino e affermare che su questi temi le donne sono sovrane. Nel 1978 finalmente viene approvata la legge 194/78 sull'interruzione di gravidanza, che resisterà a un referendum abrogativo nel 1981.
La legge, che tuttavia non è mai stata applicata in tutti i suoi punti, è composta da 22 articoli con le procedure previste per l'IVG prima e dopo i 90 giorni dalle ultime mestruazioni chiarisce nel primo art. che: "Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio". L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.
A questa legge, seguirono nel 1977, la legge di parità, integrata poi nel 1991 la legge 125 sulle pari opportunità e l'abrogazione del delitto d'onore e delle norme penali sull'adulterio femminile.
Ma, torniamo ai giorni d'oggi. Giuliano Ferrara, noto direttore della rivista " Il Foglio", neoconservatrice di stampo berlusconiano, avanza l'idea di una moratoria all'interruzione volontaria della gravidanza, denominata "Pena d'Aborto". Le sue ragioni sono: "La moratoria è uno strumento concreto per attirare l’attenzione sul fatto che negli ultimi tre decenni nel mondo sono stati compiuti un miliardo di aborti. Non è una proposta di ripristinare la persecuzione penale per chi abortisce né di colpevolizzare o criminalizzare le coscienze individuali di chi abortisce o coopera all’aborto. (..) Non vogliamo mandare i carabinieri a casa delle donne costringendole a partorire".La moratoria dunque è per Ferrara "Una scelta, impegnativa, di valore sociale", il "tentativo pratico di realizzare una riduzione possibilmente a zero il tasso dell’aborto di massa".Poi parlando della legge 194, continua dicendo "La rispetto, e credo che vada applicata fino in fondo anche nella parte in cui si tutela la maternità. Non possiamo però, dopo trent’anni, non renderci conto che l’aborto da “legale” è diventato “legittimo” e moralmente indifferente. Questo non lo può tollerare alcuna ragione laica al mondo. Oltre che legittimo - ha continuato - si è anche intinto di un veleno particolare, quello dell’eugenetica, che è cosa radicalmente diversa dalla cura delle malattie. L’aborto è un omicidio. Punto!"
La proposta di Ferrara ovviamente viene appoggiata da Berlusconi, in piena campagna elettorale per il nuovo partito Pdl, che in un intervista rilasciata a Tempi dichiara "la regola nel nostro schieramento è che su queste materie esiste libertà di coscienza, credo che riconoscere il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale sia un principio che l'Onu potrebbe fare proprio, così come ha fatto sulla moratoria per la pena di morte pur dopo un lungo e non facile dibattito ".
Le critiche a tali affermazioni si sono fatte subito sentire: il Ministro delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini ha dichiarato "Sono certa che la gran parte delle donne del nostro Paese non vuole tornare indietro. L'aborto è un dramma, ma la 194, che va applicata interamente, ha saputo trovare un
saggio equilibrio tra autonomia della donna, diritti del nascituro e deontologia medica". successivamente in parlamento, il partito Forza italia, guidato da Sandro Bondi, avanza la proposta di legge per revisionare la 194, accusata di non essere adeguata e di avere un' applicazione soltanto parziale. Alla proposta di Forza Italia si appoggia, inoltre,la senatrice Paola Binetti (Pd) insieme al Teodem, corrente interna al Partito Democratico di stampo
democristiano e cristiano-sociale. Per fortuna, il Ministro della Salute Livia Turco ribatte"Legge inapplicata? No, e' una legge applicatissima. Ridiscutere dell'aborto? Dibattito pubblico si' ma nessuna modifica della legge 194" e
aggiunge " La nostra legge sull'interruzione volontaria di gravidanza, infatti ha fatto si' che dal 1982 ad oggi gli aborti si siano praticamente dimezzati, riducendosi del 45 per cento, e sia stato cancellato l'aborto clandestino e la conseguente altissima mortalita' materna. Una legge che ha come suo primario obiettivo quello della tutela sociale della maternita' e della prevenzione dell'aborto attraverso la rete dei consultori familiari. Un obiettivo che intendiamo ulteriormente perseguire nell'ambito delle politiche di tutela della salute delle donne, per le quali abbiamo gia' vincolato 10 milioni di euro nel fondo sanitario 2007 e stanziato specifici fondi nell'ambito degli interventi per la riorganizzazione dei consultori previsti dalla precedente Finanziaria, d'intesa con il Ministero della Famiglia". Come era da immaginare al dibattito politico si è aggiunto anche la conseguente controversia tra laici, contrari ad una modifica della legge e cattolici, favorevoli alla revisione. Il Cardinale
Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha definito “lodevole” la richiesta di moratoria per l’aborto e si “auspica” che la legge 194 possa essere revisionata. Il 3 Febbraio, n occasione della trentesima giornata Giornata per la Vita, Papa Benedetto XVI, davanti alla folla domenicale di fedeli presenti in Piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus, ha riaffermato " La vita deve essere essere “tutelata” e “servita” sempre , “ancora più quando essa è fragile e bisognosa di attenzioni e cure, sia prima della nascita che nella sua fase terminale". A incoraggiare tale discorso, un documento firmato dai direttori delle cliniche ginecologiche universitarie di Roma, in cui si afferma che è dovere dei medici quello di rianimare i neonati prematuri, anche contro il volere della madre. Tale obbiettivo risulta essere perseguito in Italia anche dal Movimento per la Vita, nel quale confluiscono forze "laiche" e religiose (cattoliche, ortodosse e alcuni gruppi protestanti). I sostenitori di queste tesi considerano l’embrione un essere umano a tutti gli effetti, in quanto dotato di un proprio patrimonio genetico diverso da quello dei genitori e, dopo un certo stadio di sviluppo, di un sistema nervoso centrale, ritenuto sede della coscienza. In quest’ottica, dunque, tanto l’embrione quanto il feto sarebbero già persona umana fin dal concepimento, aventi gli stessi diritti della donna. Né la legge né il singolo avrebbero il diritto di decidere sulla vita della nuova creatura. I contrari all’aborto lo considerano un omicidio, e quindi una pratica disumana da vietare. In quest’ottica lo stato, garante di ciò che è legale, non dovrebbe autorizzare l’aborto. Di contro, invece, i sostenitori dell'IVG credono che l'aborto legale abbia letteralmente diminuito i casi di aborto clandestino, grazie anche al lavoro svolto dai consultori familiari laici.
In conclusione: la storia ci insegna che l'aborto è sempre esistito, in forma più o meno legale. Quello che la Chiesa, il Movimento alla Vita, Ferrara e tutti i sostenitori per la revisione alla legge 194 riusciranno ad ottenere con le loro proposte sarà solo e ancora una volta quello di agevolare gli introiti delle cliniche private, a vantaggio di chi, nel diritto della propria privacy, può veramente permetterselo.

Fonti:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=234049
http://www.upnews.it/story/title/revisionare-la-legge-sull-aborto-19474-si-o-no
http://www.ginecologiaediritti.it/ivg.htm
http://www.corriere.it/politica/08_febbraio_12/berlusconi_aborto_onu_0a9e3b50-d932-11dc-8c3c-0003ba99c667.shtml