Rappresaglie antisindacali di Trenitalia

Le FS hanno di nuovo licenziato il macchinista Dante De Angelis

Un golpe di Ferragosto da parte della dirigenza di FS: il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il macchinista Dante De Angelis (del cui caso si era già discusso a Bologna, in occasione del suo precedente licenziamento, sempre per ragioni politiche), è stato di nuovo licenziato, questa volta per avere denunciato che 2 Eurostar si sono spezzati per le scelte aziendali di diminuire le manutenzioni, che mettono in pericolo la vita di chi prende il treno.

16 agosto 2008 - Beppe Pinto (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Trenitalia)

Dante De Angelis L'aver esercitato il diritto di critica ed il ruolo di scrupoloso RLS è costato, ancora una volta, il posto di lavoro a Dante De Angelis, macchinista in forza al deposito locomotive di Roma S. Lorenzo. Il macchinista e Rls di Roma S.Lorenzo aveva commentato lo spezzamento del primo Eurostar, Etr 500, avvenuto a Milano centrale il 14 luglio scorso, ipotizzando l’eventualità di difetti di progettazione, controllo, manutenzione e rischi per la sicurezza; Ieri 15 agosto 2008, presentatosi al lavoro, secondo il proprio turno, il capo deposito titolare di Roma S.Lorenzo gli ha annunciato verbalmente che era stato licenziato. A seguito delle sue rimostranze e della richiesta di una comunicazione formale per iscritto, il funzionario aziendale, per tutta risposta, ha chiamato la Polfer per allontanarlo dall’impianto; Con questo atto la Società vorrebbe chiudere la bocca ad un delegato che ha osato mettere in evidenza le possibili lacune, ammesse anche dallo stesso AD Moretti, che hanno determinato lo spezzamento di due Eurostar nell'arco di 10 giorni. Sulle cause degli spezzamenti degli Eurostar avvenuti a Milano con i due Etr 500 indagano intanto le procure di Milano e Torino, con particolare riferimento agli organi di aggancio, mentre l’azienda aveva scaricato tutta la colpa sui macchinisti “rei” di aver lasciato inserito l’apparecchiatura SCMT; ma che ci sia un problema di manutenzione è evidente a tutti, poiché è inammissibile che i treni si spezzino a seguito di una frenatura d’emergenza, anche indebita, comandata dall’apparecchiatura SCMT. Con questa azione, che segue quella degli 8 licenziamenti di Genova ai danni di operai che avevano già terminato l'attività di manutenzione programmata il gruppo dirigente delle FS spa apre uno scontro senza precedenti contro i lavoratori delle FS, ai quali si chiede di tacere anche quando, nel ruolo di RLS, hanno l'obbligo di segnalare ogni possibile elemento di rischio che possa pregiudicare la sicurezza dei lavoratori, dei treni e dei cittadini che ogni giorno li usano con fiducia. Vi sono gravi elementi che inducono a pensare che questo licenziamento sia frutto di un particolare accanimento e di una vera e propria persecuzione, quasi una vendetpersonale, da parte dei massimi dirigenti Fs sottoposti a procedimenti penali proprio a seguito delle denunce dei Rls; Dante De Angelis, era stato già licenziato nel marzo 2006 per il rifiuto di usare il pedale dell'uomo morto e poi reintegrato dall'azienda a seguito di una grande mobilitazione sindacale, politica e di opinione pubblica. Dopo le abbuffate di ipocrisia (precedenti la stesura del Testo Unico) che lo volevano al centro di un sistema virtuoso tendente al progressivo miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro - il ruolo del RLS - col licenziamento di Dante De Angelis, torna a essere quello delle origini: scomodo e, quindi, da ridurre al minimo, al silenzio. In più, Dante è stato licenziato perchè ha posto al servizio della collettività, dei cittadini-viaggiatori, la propria esperienza, una sorta di garanzia che, per qualità del servizio ferroviario, si potesse contare soprattutto sui diretti artefici: i ferrovieri stessi. Per questo abbiamo tutti il dovere di rispondere in modo adeguato a questa sfida, richiedendo il reintegro immediato di Dante De Angelis. Vi è il rischio concreto di una degenerazione delle nostre condizioni di lavoro si in termini di sicurezza che di libertà.

Beppe Pinto Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Trenitalia

 

ECCO LA LETTERA CHE 15 RLS HANNO SCRITTO AL MINISTRO, A MORETTI E AI SINDACATI SUI PROBLEMI DELLA SICUREZZA E DELLA MANUTENZIONE

Al Ministro dei Trasporti, Altero Matteoli All’AD delle FS, Mauro Moretti P.zza della Croce Rossa, 1 00161

Roma E, p.c. Alle Segreterie nazionali Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fast, Orsa CUb, SdL

Onorevole Ministro, egregio amministratore delegato,

siamo un gruppo di lavoratori di Trenitalia, Rappresentanti per la Sicurezza, (RLS) giunti alla determinazione di scriverVi a seguito dei numerosi e gravi inconvenienti avvenuti negli ultimi mesi che hanno evidenziato seri problemi di sicurezza nel trasporto ferroviario. Una delle questioni più spinose resta quella delle “porte killer” dei treni che continuano a causare incidenti, spesso con danni alle persone, qualche volta, purtroppo, addirittura con esiti tragici per i viaggiatori e ferrovieri. Altro tema rilevante è la situazione degli ETR, interessati recentemente da inconvenienti potenzialmente molto gravi, come la perdita del tetto di una locomotiva in velocità al treno 9437 sulla direttissima Roma Firenze il 5 aprile scorso, la vicenda dell'Eurostar 9427 Milano-Roma spezzatosi in due tronconi la mattina del 14 luglio pochi minuti prima di entrare in servizio e quella, del tutto analoga, dell’Eurostar 9452 la sera del 22, subito dopo la fine del servizio. Fatti che solo per circostanze fortuite non hanno causato conseguenze ben più gravi. La mattina del 29 luglio, in galleria nei pressi di Salerno si è spezzato ancora un treno, fortunatamente merci. Seppur le due parti grazie al “freno continuo” si sono fermate autonomamente bloccando “solo” la circolazione, senza compromettere la sicurezza, si è dimostrato che - contrariamente a quanto dichiarato nei giorni scorsi dall’azienda a seguito degli episodi di Milano - i treni possono purtroppo spezzarsi anche in marcia in presenza di sollecitazioni improprie e problemi agli organi di aggancio e/o del freno. Negli ultimi mesi, abbiamo messo in evidenza e segnalato all'azienda, a tutti i livelli, dall'amministratore delegato ai dirigenti territoriali, questi problemi riguardanti gli Etr e relativi anche a manutenzione, controlli sulla manutenzione e usura. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto alcuna chiamata dai vertici aziendali, ma confidiamo che nei prossimi giorni ci spieghino cosa sta succedendo a questi treni che, utilizzati al massimo del servizio, sono oltremodo sfruttati e necessiterebbero quindi di un supplemento di attenzione. L'ultima volta che siamo riusciti a strappare con i denti una riunione su questi temi con i dirigenti, infatti, è stato per una serie di incidenti ai motori ed agli organi meccanici dei pendolini 480; ma solo a seguito dell’iniziativa di autotutela di riduzione di velocità e dell’intervento dell’Autorità Giudiziaria. Con riferimento agli ETR spezzati nella stazione di Milano non possiamo accettare che la responsabilità sia scaricata, come al solito, su un errore umano dell'ultimo operatore, cioè il macchinista. Essa è della cabina di comando e di responsabilità poiché gli Etr 500 possiedono comandi completamente elettronici ed è inaccettabile che, anche in presenza di un errore di manovra o una disattenzione, possa accadere quello che è successo: lo affermiamo sulla base della nostra conoscenza diretta del lavoro sui treni. Noi abbiamo il dovere di vagliare ogni ipotesi anche quella dell’usura o del deficit di manutenzione o di progettazione. Se come dichiarato dall’azienda, l’unica causa sarebbe stata la frenatura d’urgenza comandata dall’apparecchiatura di sicurezza SCMT della locomotiva di coda si porrebbero inquietanti interrogativi sulla funzione stessa di queste nuove apparecchiature inserite su treni già in esercizio senza verificarne preventivamente la compatibilità. C'è amarezza nella categoria perché si parla tanto di sicurezza sui treni e sul lavoro, ma abbiamo la sensazione che chi sui treni non ci lavora, non abbia la percezione della reali condizioni in cui sono. Noi cerchiamo sempre prima un approccio collaborativo con l'azienda, ma quando i dirigenti non rispondono alle nostre richieste, siamo costretti a fare segnalazioni agli Organismi di vigilanza, alle procure e all'opinione pubblica, come è avvenuto per le 'porte killer'. In ogni caso non possiamo tollerare che, invece di prendere in seria considerazione le segnalazioni dei RLS ed affrontare i problemi, la risposta aziendale sia elusiva nel merito e minacciosa nel metodo. Anche tenuto conto dell’incomprensibile rinvio a data da destinarsi dell’incontro sindacale programmato proprio sul tema dei treni spezzati. La contestazione disciplinare emessa per le dichiarazioni del RLS riguardo agli spezzamenti degli ETR a Milano, ha tutto il sapore di un atto intimidatorio nei confronti di chi si è solo fatto portavoce del pensiero e delle convinzioni di tutti noi, così pure come quelle emesse a carico dei ferrovieri che hanno richiesto la riparazione del “controllo porte chiuse” prima della partenza. Facciamo appello a Voi affinché possa aprirsi con i RLS, anche in Trenitalia, un dialogo costruttivo, nel rispetto dei ruoli e nell’interesse della sicurezza dei lavoratori e degli utenti di un servizio pubblico di interesse generale quale è il nostro.

8 agosto 2008

Per i Rappresentanti per la Sicurezza dei Lavoratori:

Maurizio Barsella, Filippo Cufari, Fabio Della Lunga, Roberto De Paolis, Roberto Favretto, Maurizio Giuntini, Domenico Lo Parco, Roberto Manetti, Marco Mennitti, Agostino Nicoletta, Riccardo Panieri, Giovanni Papi, Alessandro Pellegatta, Giuseppe Pinto, Roberto Santi.