Il centro-sinistra contraddice se stesso.

E il ricercatore dov'è? Scomparso. Anzi, bloccato.

Dal 1 marzo 2008 bloccati tutti i concorsi da ricercatore, dopo la conversione del decreto "milleproroghe" alla Camera.
8 marzo 2008 - Anna Borghi

I concorsi da ricercatore per accedere ad una posizione stabile
all'università sono stati bloccati a partire dal 1 marzo. In altre parole, i
ricercatori precari resteranno precari e ogni via d'accesso all'assunzione
sarà impedita. Il concorso, così come lo si è conosciuto finora, è
scomparso. Resusciterà forse sotto altra forma, ma non si sa come né,
soprattutto, quando.

Tutto ciò accade in un'università dove i precari sono più del 60% della
forza lavoro, e rappresentano coloro che maggiormente sostengono il peso
della ricerca e della didattica. E' triste dirlo, ma questo è uno degli
esiti della politica del governo di centro-sinistra sull'università e la
ricerca.

Fino a mesi fa si parlava di stabilizzazione dei precari. Poi si è detto che
all'università non si può parlare di stabilizzazione dei ricercatori, che
occorrono i concorsi, vera base di un sistema meritocratico, per selezionare
chi realmente vale. Per avere una posizione stabile all'università, dunque,
non restavano che i concorsi. Ora hanno bloccato pure quelli. Accampando la
scusa che con il regolamento attuale spesso non sono i più meritevoli a
superare i concorsi universitari. Occorre dunque lanciare un nuovo
regolamento, il regolamento del futuro, un fantastico regolamento che
selezionerà davvero il merito. Come, non è chiaro, dato che coloro che
governano le università resteranno gli stessi. Nell'attesa, i concorsi
saranno bloccati, nessun precario potrà entrare.

Ma ripercorriamo i fatti con ordine. Il 20 febbraio 2008 la Camera, in sede
di conversione del decreto-legge "milleproroghe", ha approvato un
emendamento (presentato dai deputati del PD Ghizzoni, Rusconi, Benzoni,
Froner, Colasio, De Biasi, Volpini, Tocci, Tessitore, Giulietti e Villari)
con il quale sono stati bloccati TUTTI i concorsi a ricercatore a partire
dal 1 marzo 2008. Il 4 marzo 2008 il Ministero ha 'confermato' questo
blocco. La scusa ufficiale: il blocco sarà per pochissimo tempo, e servirà a
varare i concorsi con il nuovo regolamento. Regolamento che, finalmente,
premierà il merito. Intanto, però, i concorsi sono bloccati, chi è dentro è
dentro e chi è fuori è fuori.

Ma non è finita qui. Il 13 febbraio 2008 Luciano Modica, sottosegretario con
delega all'Universita', si dichiara estraneo e impotente nei confronti della
politica universitaria del suo stesso governo. Curioso che l'emendamento che
sancisce il blocco sia proprio dei suoi compagni di partito. Di più. A
quanto appare da una sua una lettera di fine febbraio alla triplice
universitaria (Flc-Cgil, Cisl-Universita', Uilpa-Ur), Modica sembra ritenere
che il blocco dei concorsi riguardi soltanto quelli banditi su fondi di
ateneo, e non tutti. Ma non è così, dato che il 4 marzo il Ministero li
blocca tutti indiscriminatamente. Malafede, incompetenza, disinformazione,
semplice incapacità di formulare previsioni corrette?

Intanto i precari stanno preparando una contro-offensiva. Si iscriveranno in
massa ai concorsi da associato e da ordinario. Per far capire quanti sono, e
per mostrare quanto sono bravi e quante pubblicazioni hanno, quanti corsi
hanno tenuto, quante tesi hanno seguito. Per far saltare la macchina
concorsuale, per dare del filo da torcere ai commissari. Ah, in caso non
fosse chiaro: NON TUTTI i concorsi sono bloccati, solo quelli per l'accesso
al ruolo di ricercatore. Non sono bloccati i concorsi per chi, solitamente
già interno, ambisce ad un passaggio di carriera: a diventare, cioè,
professore associato o professore ordinario.

Ma non dicevano che volevano investire sull'università e sulla ricerca? E,
soprattutto, non si diceva che occorre "svecchiare" le università italiane,
caratterizzate dalla più alta percentuale in Europa di docenti "anziani"?
Curioso che siano sempre i precari a rimetterci. Non stabilizzati, ora
bloccati.
Ma noi vogliamo credere in un futuro radioso che verrà. Mica un
futuro di regolamenti nuovi, che cambiano in apparenza ma che nella realtà
non cambiano nulla. Un futuro sì di blocchi, ma non di concorsi bloccati. Un
futuro fatto di precari che, invece di farsi bloccare, bloccheranno le
università.