Due film a Vag 61 (via Paolo Fabbri 110, a Bologna), il 12 dicembre alle 21

12 dicembre: Piazza Fontana e Pinelli

Il 12 dicembre 1969 a Milano ci fu un’esplosione nella Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana. Allora era un attentato, oggi è una delle pagine della storia dello stragismo del nostro Paese di cui purtroppo ci si dimentica troppo spesso. Nel 1972 Pier Paolo Pasolini decide di girare un documentario non tanto sull’atto terroristico in sé, quanto sui cambiamenti che quest’ultimo ha apportato al nostro paese. Il documentario verrà realizzato con l’aiuto del gruppo della sinistra extraparlamentare Lotta Continua.
10 dicembre 2007

Primo film

Lotta continua 12 DICEMBRE
Italia, 1972 - 43_
Regia: Giovanni Bonfanti, Pier Paolo Pasolini
Sceneggiatura: Govanni Bonfanti, Goffredo Fofi
Cast: Renzo Montagnani, Gian Maria Volontè

Il documentario, autoprodotto, fu pronto per l'inizio del '72 ed ebbe la sua visibilità passando anche al festival di Berlino. Lo stesso anno Pasolini si prese anche due denunce, per istigazione alla disobbedienza delle leggi dello Stato, istigazione a delinquere e apologia di reato, in quanto prestava generosamente la sua firma di direttore responsabile (oltre alle sovvenzioni in denaro) per il giornale Lotta continua.

Il grosso del girato di 12 dicembre fu opera di Giovanni Bonfanti, che insieme a Goffredo Fofi lo aveva anche sceneggiato. Il taglio è quello del documentarismo militante che in quegli anni era diffusissimo. Si filmano i compagni, li si fanno parlare cercando di evitare le domande. Nasce un affresco della realtà operaia degli anni settanta: da Carrara, dove si muore "inavvertitamente" schiacciati dai massi di marmo bianco alla Montecatini Edison, la Pirelli e la Fiat di Torino. Le facce degli operai in assemblea mostrano preoccupazione ma anche una lucida consapevolezza: non si muore solo di fumi nocivi ma anche di alienazione dopo otto ore passate a ripetere lo stesso movimento. E ancora, nel '70 Reggio Calabria come Belfast. Nella città in rivolta contro l'assegnazione di capoluogo di regione a Catanzaro, si intraverde il prologo di una possibile rivolta di classe. Alcuni ragazzi ammetono che negli scontri con l'esercito si sono infiltrati elementi poco chiari «mentre i padroni si godevano la battaglia dal balcone». Ma è lampante la condizione di miseria indicibile dei baraccati filmati alle porte della città e la loro frustrazione riversata per le strade contro le forze dell'ordine, l'unico avamposto di Stato che abbiano conosciuto.

pier paolo pasolini Pasolini si occupa solamente di due episodi. Il primo è proprio quello di apertura del documentario che non è altro che una serie di interviste a chi quel 12 dicembre del 1969 l’ha veramente vissuto (la famiglia Pinelli, l’avvocato di Lotta Continua, il tassista che ha accompagnato l’attentatore sul posto). In questo frangente Pasolini esprime tutto il suo sentire politico, dichiaratamente di parte ma incredibilmente efficace. Successivamente Pasolini si occupa delle interviste agli operai della Italsider di Bagnoli. Qui troviamo tutto il Pasolini cineasta e scrittore, l’uomo che amava mostrare i corpi nei loro spasmi più tragici, più erotici. E questo è un raffinato cinema di corpi, dove il gesticolare degli operai meridionali si trasforma nel gesto disperato di un operaio sordomuto che riesce solo ad emettere suoni senza alcun significato ma che, grazie ai suoi movimenti, regala alla pellicola l’unico vero respiro di una tragicità umana del popolo.

Secondo film

piazza fontana IL FILO DELLA MEMORIA. GIUSEPPE PINELLI
Videoantologia a cura di Guido Albonetti (2000,iTALIA, 55’)
Un breve prologo descrive, con materiale d’archivio, il periodo compreso tra 1968 e la strage di piazza Fontana. La videoantologia è completata da brani tratti da due filmati d’eccezione prodotti nel 1970 dal “Comitato cineasti italiani contro la repressione”, in cui hanno militato autori come i Taviani, Risi, Lizzani, Gregoretti e tanti altri, tra i più noti registi di quegli anni. In Ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli, girato da Elio Petri con Gian Maria Volontè, assistiamo alla vera e propria messa in scena delle ipotesi sulla morte dell’anarchico formulate dalla polizia.