Verso lo sciopero generale e generalizzato del 9 novembre

A Bologna un patto contro la precarietà e per i diritti sociali

Sindacati di base, centri sociali e collettivi insieme verso lo sciopero generale e generalizzato: il 5 novembre assemblea cittadina in sala Farnese, il 9 novembre corteo da piazza XX settembre.
28 ottobre 2007 - n.c.a. Malabocca

Assemblea del Patto contro la precarietà e per i diritti sociali di Bologna
Per la costruzione dello sciopero generalizzato nazionale del 9 Novembre

Il 9 novembre è stato assunto come giornata di sciopero generale e generalizzato dalla assemblea nazionale a Roma il 7ottobre di quest'anno. L'assemblea del 7 ottobre ha costituito il secondo passaggio, dopo la grande manifestazione No Bush No war del 9 giugno, affinché, a livello nazionale, tutte le realtà del sindacalismo di base, i centri sociali, le reti, le associazioni, si prendessero carico di costruire e rilanciare un movimento di lotta sul piano nazionale. Contro la precarietà si è dato vita ad un patto. Patto che deve coinvolgere il maggior numero di lavoratori, precari, studenti e immigrati, e nella giornata del 9 novembre deve generalizzare lo sciopero in tutti i settori sociali. Se la precarietà sociale investe ormai in modo generale le nostre vite, bisogna saper dare una risposta altrettanto generale. Sarebbe un vero salto di qualità se, oltre a bloccare un numero elevato di posti di lavoro, riuscissimo ad incidere sulla vita e sulla circolazione di merci e profitto nelle principali città con una vera e incisiva generalizzazione dello sciopero.

Il 23 luglio scorso il governo e i sindacati confederali hanno sottoscritto varato il Protocollo su previdenza, lavoro e competitività; i punti salienti del protocollo sono noti:

- innalzamento rapido e progressivo dell'età pensionabile (niente abolizione dello "scalone" della riforma Maroni, bensì un "superamento" in senso peggiorativo);

- ridefinizione triennale dei coefficienti di calcolo delle pensioni con decreto del ministro senza nemmeno il parere delle parti sociali;

- decontribuzione delle ore di straordinario, attacco a ruolo e funzioni del contratto collettivo nazionale, subordinazione dei livelli salariali ai premi di produzione e di risultato;

- conferma integrale della Legge 30 e liberalizzazione dei contratti "atipici", con possibilità di rinnovare i contratti a termine, anche dopo 36 mesi.

Tutti questi provvedimenti tendono ad un unico obiettivo: un attacco generalizzato al salario medio dei lavoratori, attraverso tagli al salario diretto (busta paga), indiretto (servizi sociali) e differito (pensioni). Per contrastare questo protocollo è stato convocato dal sindacalismo di base il 9 novembre lo sciopero generale, per la redistribuzione del reddito, la difesa ed il rilancio del sistema previdenziale pubblico e dello stato sociale, l'aggancio delle pensioni alle dinamiche inflattive e retributive, per salari europei, rinnovi contrattuali veri, lavoro stabile e tutelato e diritto al reddito, contro la guerra e per il taglio drastico delle spese militari. Questa data che è stata presa dai movimenti per generalizzare la lotta contro la precarità sociale.

Per rilanciare le ragioni dello sciopero del 9 e per far si che sappia generalizzarsi in tutta la città:

> Assemblea cittadina 5 novembre ore 20.30 Sala Farnese di Palazzo d'Accursio

> Sciopero generale e generalizzato 9 novembre
manifestazione ore 9 Pzza. XX settembre Bologna

Patto contro la precarietà e per i diritti sociali Bologna

prime adesioni:
Confederazione Cobas, Confederazione Unitaria di Base, Teatro Polivalente Occupato, CRASH, VAG61, Network della Comunicazione Antagonista "Malabocca", C38-Uniriot, Rete ricercatori precari-Bo, Collettivo Autonomo Universitario, Coord studenti medi ISKRA, Sinistra Critica, movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori, Rete dei Comunisti


Mozione conclusiva dell'assemblea nazionale del 7 Ottobre

Abbiamo fatto il possibile in questa assemblea per raccogliere la spinta unitaria di opposizione emersa, almeno a partire dal 9 giugno, di fronte al totale allineamento al grande capitale da parte del governo Prodi, alla sua gestione del potere liberista, securitaria e bellica, in perfetta continuità con quella berlusconiana, e rispetto alla resa totale della sedicente "sinistra radicale" alle linee dominanti nel governo. Abbiamo cercato di dare la parola a tutti/e, con circa 50 interventi. Ci spiace aver dovuto, nel finale, "contingentare" alcuni interventi per far parlare tutti/e: in futuro troveremo luoghi che consentano tempi e modalità più rilassati. La discussione è stata comunque molto ricca, variegata, con un generale desiderio di ascoltare le proposte e le ragioni di tutti/e, improntata a chiarezza ma anche segnata da una profonda volontà unitaria: e la relazione iniziale, frutto di un ampio lavoro comune, è stata ampiamente condivisa e così le proposte in essa contenute.

Riteniamo tutti/e che il nostro prossimo grande appuntamento unitario, lo sciopero generale e generalizzato del 9 novembre, sia un passaggio cruciale nell'opposizione al famigerato Protocollo del 23 luglio, firmato dal governo e dai padroni con i sindacati concertativi Cgil-Cisl-Uil, alla Finanziaria, alla precarizzazione, alla politica sociale ed economica del governo Prodi: una giornata fondamentale nella lotta per la garanzia del lavoro e del reddito, per la difesa dei diritti acquisiti e per l'estensione di essi a tutti/e, per la conquista di nuovi diritti sociali nel lavoro e oltre il lavoro.

Giudichiamo di grande importanza che il 9 novembre non solo scioperi la più grande quantità di lavoratori dipendenti, ma che lo sciopero si generalizzi nella vita metropolitana, che blocchi o ostacoli i flussi del profitto e delle merci nelle città. Per questo è decisivo che le forze presenti nell'Assemblea, e quelle che condividono lo sciopero, diano vita insieme - sindacati di base, centri sociali, reti e strutture politiche - ad una gestione comune dello sciopero, con assemblee e riunioni su tutto il territorio nazionale che lo preparino e lo articolino, dando vita anche ad un gruppo di lavoro-informazione, per valorizzare al massimo ciò che faremo il 9.

In merito alla proposta di manifestazione nazionale per il 24 novembre, avanzata nella relazione introduttiva, c'è stato largo consenso nell'Assemblea sia sulla piattaforma delineata sia sulla necessità dell'iniziativa. E' stata, però, anche preoccupazione comune quella di garantirci una effettiva partecipazione di massa a tale iniziativa, che la renda adeguata al rilievo che per noi assumono gli obiettivi della piattaforma. Perciò verificheremo in tempi rapidi, nelle strutture di movimento e sui territori, quanto sia larga la condivisione della proposta, costituendo un gruppo di lavoro nazionale che raccolga le indicazioni dai vari luoghi, per arrivare in tempi utili ad una sintesi.

Molti interventi hanno chiesto la convocazione di un'Assemblea specifica per approfondire, come oggi non si poteva fare data la scelta tematica circoscritta di questa Assemblea, il legame tra il conflitto sociale su precarizzazione/lavoro/reddito e le politiche di guerra. Proponiamo dunque che le strutture più direttamente impegnate nella lotta contro la guerra, le basi e le spese militari, si riuniscano a Roma (data proposta 25 novembre) per preparare innanzitutto, nei dettagli, la partecipazione nazionale alla "tre giorni" di lotta (e in particolare alla manifestazione internazionale del 15 dicembre) convocata a Vicenza dal movimento di lotta No-Dal Molin, iniziativa a cui l'Assemblea odierna dà subito piena e convinta adesione. In tale Assemblea le strutture e le reti interessate potrebbero discutere in maniera approfondita anche di altre possibili iniziative no-war (ad esempio usando il Global Day promosso dal WSF per il 26 gennaio per dare vita in tutta Italia a mobilitazioni contro la guerra) e di come raccordare tale attività in maniera stabile.

L'Assemblea, infine, propone l'avvio e la sperimentazione di un Patto contro la precarietà e per i diritti sociali tra tutte le reti e le forze interessate, come raccordo della discussione e delle lotte sui temi della precarizzazione, del lavoro, del reddito, dei servizi e diritti sociali, basato su assemblee nazionali e territoriali periodiche, su gruppi di lavoro articolati e unitari, su un programma minimo comune condiviso.

> Vai alla feature Dalla truffa degli accordi di luglio allo sciopero generale e generalizzato del 9 novembre