Speciale

Speciale / Federico Aldrovandi, ucciso dalla polizia senza una ragione

Ferrara, via dell’Ippodromo. All’alba del 25 settembre 2005 muore a seguito di un controllo di polizia Federico Aldrovandi, 18 anni. Dopo due anni di coperture e reticenze, durante i quali le versioni ufficiali sposavano la tesi della morte per overdose e dell’innocenza dei tutori dell’ordine, il 20 ottobre 2007 è iniziato il processo a quattro agenti, a novembre 2008 il “colpo di scena”, agli atti del processo una foto che mostrerebbe inequivocabilmente come causa di morte sia un ematoma cardiaco causato da una pressione sul torace, escludendo ogni altra ipotesi. Su questa immagine è acceso il dibattito, nelle ultime udienze della fase istruttoria, tra i periti chiamati a deporre dai legali dalla famiglia e quelli della difesa. Infine, il 6 luglio 2009, la condanna degli agenti. Il giudice: «Ucciso senza una ragione», imputati condannati a 3 anni e mezzo per eccesso colposo in omicidio colposo. Nel nostro speciale i resoconti di tutte le udienze. Il 9 ottobre 2010 il Viminale risarcisce alla famiglia due milioni di euro, una cifra che nel 2015 la Corte dei conti disporrà che venga pagata per il 30% dai poliziotti, salvo poi ridurre alcuni mesi dopo drasticamente gli importi a poche decine di migliaia di euro. L’10 giugno 2011 si chiude il processo d’appello con la conferma delle condanne. Durissima la requisitoria della pg: “In quattro contro un’inerme, una situazione abnorme”. Gli agenti fanno ricorso in Cassazione che il 21 giugno 2012 rigetta, le condanne sono definitive (ma c’è l’indulto). Pg: “Schegge impazzite in preda al delirio”. La corte dei conti dispone cautelativamente blocco del quinto e confisca dei beni per i quattro, per coprire il maxi risarcimento riconosciuto nel 2010 dal Viminale alla famiglia. Nel 2013 scontano i 6 mesi di pena residua, Lino Aldrovandi a Zeroincondotta: “Non voglio nemmeno pensare che non li licenzino”, ma un anno dopo tornano in servizio. Il 15 febbraio 2014 manifestano in cinquemila: “Via la divisa”. A giugno 2014 una condanna definitiva nel secondo filone processuale, quello per i depistaggi delle prime indagini: otto mesi per il poliziotto che nascose i registri del 113, prescrizione invece per il collega che chiuse le registrazioni; una poliziotto condannato anche nel processo-ter. Ad aprile 2014 al congresso del Sindacato Autonomo di Polizia standing ovation per gli agenti condannati. Un anno prima a provocare era stato il ben più piccolo Coisp, sindacatino che strappò il proprio quarto d’ora di notorietà manifestando sotto le finestre dell’ufficio di Patrizia Moretti. La città in piazza: “Lo scatto d’orgoglio”. Tutti i nostri articoli dal 2007 a oggi.

13 Luglio 2018 - 10:15

> 16 luglio 2019: La storia di Aldro arriva in Argentina

> 12 luglio 2018: Federico Aldrovandi, “una vittime come tante”
> 13 luglio 2018: Il padre di Aldro: “Imbarazzante è tentare di mettere a tacere un’ingiustizia”

> Gli anniversari: 25 settembre 201525 settembre 2016

> 27 marzo 2015: CORTE DEI CONTI: POLIZIOTTI RISCARISCANO 560 MILIONI
Dovranno corrisponderli al Viminale, che aveva riconosciuto negli scorsi anni due milioni alle parti civili. Il legale Anselmo: “Non è un problema di mele marce, è qualcosa di più ampio”.
7 gennaio 2016: risarcimenti drasticamente scontati, da 16mila a 67mila euro a testa
3 febbraio 2017: riduzione confermata in appello

> 18 settembre 2014: Offesero Patrizia Moretti, indagati Giovanardi e il capo del Coisp
La procura non archivia le denunce contro il padre del proibizionismo, il segretario del sindacato di polizia e un esponente locale di Fratelli d’Italia. Dissero che la foto di Federico Aldrovandi era falsa.
1 aprile 2015: Da commissione Senato ok a processare Giovanardi
7 luglio 2015: Patrizia Moretti ritira le querele: “Basta, strascico inutile”

> 3 luglio 2014: BLOCCO DEL QUINTO E CONFISCA DEI BENI AI POLIZIOTTI CONDANNATI
Disposti in via cautelativa dalla Corte dei Conti, in relazione al maxi-risarcimento riconosciuto nel 2010 dal Viminale alla famiglia di Federico. Solite dichiarazioni deliranti del Coisp.

> 5 giugno 2014: PROCESSO BIS, CONDANNATO IN CASSAZIONE
IL POLIZIOTTO CHE NASCOSE IL REGISTRO DEL 113

La sentenza della Suprema Corte chiude il capitolo dei depistaggi delle prime indagini . Prescrizione per il collega che interruppe le registrazioni.

> 29 Aprile 2014: Rimini / Standing ovation per gli assassini di Aldro
Accade al congresso del Sindacato Autonomo di Polizia, dove erano presenti tre dei quattro agenti che hanno scontato 6 mesi di detenzione per l’omicidio. La madre Patrizia Moretti: “Provo ribrezzo”.

> 15 febbraio 2014: “Quei poliziotti non possono più lavorare”
CINQUEMILA IN CORTEO “Non possiamo accettarlo”, i poliziotti condannati “non possono più lavorare”. Così Patrizia Moretti alla partenza del corteo convocato dall’Associazione Federico Aldrovandi che, a Ferrara, ha visto sfilare oltre cinquemila persone unite dalla convinzione che chi ha ucciso in divisa non possa continuare a prestare servizio, armato, in polizia. Con i genitori, il fratello e gli amici di Aldro c’erano Lucia Uva, Domenica Ferulli, Ilaria Cucchi, Paolo Scaroni e ancora altri familiari delle vittime della violenza di Stato.
Da Bologna a Ferrara: “Non riarmate i killer”
Stefano Aldrovandi: poliziotti tornano in servizio, “Che senso ha?
– Patrizia Moretti: “Dovremmo essere orgogliosi di questo Stato?” e sulle querele del Coisp a Uva, Ferrulli e Cucchi: “Ha un capitale notevole da spendere in avvocati”.

> 2 febbraio 2014: LO STATO CHIEDE 1,8 MLN AI POLIZIOTTI CONDANNATI
Agli agenti condannati la Corte dei Conti contesta un ipotesi di danno patrimoniale per il risarcimento pagato dal Viminale alla famiglia di Federico

> 20 agosto 2013: Rispunta il Coisp: 74 querele e 40 diffide alla stampa
Nuova provocazione del sindacatino di Polizia che aveva manifestato sotto gli uffici comunali dove lavora Patrizia Moretti, che oggi replica: “Atteggiamento arrogante, cercano solo visibilità. Adesso basta”.

> 17 giugno 2013 Indagati Giovanardi e il leader del Coisp
Li aveva denunciati la madre di Federico, avrebbero raccontato frottole sulla foto che la donna portò in piazza.

> 22 aprile 2013 “Noi per sempre al fianco della famiglia Aldrovandi” [foto]
Con questo striscione i tifosi della curva Andrea Costa e della Fossa dei leoni, in piazza Maggiore, hanno accolto Patrizia Moretti. Alla mamma di Aldro la cittadinanza bolognese onoraria: “La dedico a chi mi ha sostenuto”.

> 27 marzo 2013:
PROVOCAZIONE DEL COISP SOTTO L’UFFICIO DELLA MADRE DI ALDRO

– Comitato Verità e Giustizia Bologna:Serve una risposta
Patrizia Moretti querela il sindacato di polizia
Anonymous chiude i siti del Coisp
– 29 marzo
4mila in presidioa Ferrara in solidarietà alla famiglia: report, foto e audio Patrizia Moretti: ”Una solidarietà grandiosa, enorme. Non è per me, è per Federico per questa città, per chi vuol bene a Federico”.
– Il nostro editoriale: Lo scatto d’orgoglio
– Ma dal Viminale arriva la beffa: gli agenti torneranno in servizio nel 2014
– 3 Aprile
Il consiglio comunale di Bologna litiga sulla cittadinanza onoraria a Patrizia (poi approvata a maggioranza)
– 18 Aprile
Il questore di Ferrara fa le valigie

> 29 gennaio 2013: IN CARCERE TRE DEI POLIZIOTTI CONDANNATI
Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Bologna. Per il quarto agente decisione tra qualche giorno. Il padre: “Davanti agli occhi un ragazzo che chiedeva aiuto”.
– 1 marzo: CARCERE ANCHE PER IL QUARTO AGENTE
– Zeroincondotta intervista Lino Aldovandi:
Non voglio nemmeno pensare che non li licenzino

> 25 Gennaio 2013: Inizia il processo contro Patrizia Moretti, accusata di diffamazione dalla prima PM dell’inchiesta
– Il 26 marzo la sentenza di assoluzione: Il fatto non sussiste e non costituisce reato

> 21 Gennaio 2013: I 4 agenti verso l’espulsione, attesa la sentenza del Tribunale di Sorveglianza

> 25 settembre 2012: Sette anni dopo, Zic al concerto per Federico [foto+audio]

> 9 luglio 2012: PROCESSO BIS: CONDANNE CONFERMATE IN APPELLO
Riconosciuti colpevoli di omissione d’atti d’ufficio e favoreggiamento due poliziotti coinvolti nell’inchiesta per i depistaggi nelle prime indagini sulla morte di Federico.
– 25 ottobre 2012: Assolto il terzo poliziotto coinvolto nell’inchiesta

> 21 giugno 2012: LA CASSAZIONE CONFERMA LE CONDANNE AI POLIZIOTTI
Con sentenza inappellabile inflitti 3 anni e i 6 mesi ai quattro agenti che uccisero Aldro. Il pg: “Schegge impazzite in preda al delirio”
Lo schiaffo della Cancellieri
– La madre insultata dai poliziotti su fb – Viminale: Provvedimento disciplinare
– 21 settembre 2012: le motivazioni

> Ottobre 2011: I poliziotti ricorrono in Cassazione
Depositate le istanze da parte dei legali degli agenti condannati in primo e secondo grado

> 22 agosto 2011: Ancora una querela per la madre
Patrizia Moretti il 10 novembre davanti al gip, accusata di diffamazione e istigazione a delinquere da uno dei poliziotti condannati in appello per eccesso colposo

> 10 giugno 2011: CONDANNE CONFERMATE IN APPELLO
In corte d’appello di Bologna arriva la sentenzadi condanna dei quattro poliziotti imputati,a 3 anni e mezzo, per eccesso colposo, dopo tre ore e mezza di camera di consiglio. A fine agosto diffuse le motivazioni: contro Federico violenza gratuita

Si è chiuso così il processodi appello. Nella terza udienza, rinviata una prima volta, c’era stata la durissima requisitoria della pg, lunedì 6 la richiesta di confermare la condanna. “In quattro contro un’inerme, una situazione abnorme”, aveva detto la pg, secondo la quale inoltre niente proverebbe la versione della difesa, gli imputati avrebbero più responsabilità di quanto riconosciuto nella sentenza di primo grado. Alla seconda udienza erano state respinte quasi tutte le richieste della difesa.

> 12 maggio2011, sentenza del processo-ter: un agente tra i quattro condannati nel filone bis ha invece subito una seconda condanna in primo grado, per il reato di omessa denuncia aggravata, a tre con interdizione dai pubblici uffici, in relazione alla mancata trasmissione di alcuni atti alla procura sempre nelle prime fasi di indagine.

> 13 Aprile 2011: Patrizia Moretti: «Sono imputata»
Un post dal blog della madre di Federico Aldrovandi, a processo su querela della prima pm che si occupò del caso.

> 25 gennaio 2011: Due blogger rilanciano. Chiesto risarcimento al Ministero dell’Interno
Dopo il non luogo a procedere per diffamazione nei loro confronti, due “amici di Aldro” chiedono i danni per la persecuzione giudiziaria subita da parte della Polizia di Stato di Ferrara.

> 14 gennaio 2011: Rinviati a giudizio la madre di Aldro e tre giornalisti per diffamazione
A sporgere denuncia, lo scorso giugno, era stata la prima pm che seguì le indagini dopo l’omicidio del giovane, Mariaemanuela Guerra. Ella si sarebbe sentita diffamata dalle accuse, riportate da La Nuova Ferrara, sul modo “poco limpido” con cui sono state condotte le indagini.

> 9 ottobre 2010: Lo stato riscarcisce due milioni di euro ai familiari

> 7 ottobre 2010: Rinviato a giudizio un poliziotto per omissione
Inizierà a gennaio il terzo processo per l’omicidio Aldrovandi

> 25 settembre 2010: Aldro, un anno dopo

> 17 Maggio 2010: Tre dei poliziotti condannati per l’omicidio di Aldro querelano la madre
Patrizia Moretti chiamata a comparire in tribunale per diffamazione per aver definito «delinquenti» i poliziotti accusati di aver massacrato suo figlio. Sul blog dedicato a Federico le parole piene d’amarezza del marito Lino.
21 luglio 2010: Il gip archivia la querela:
«Manifestazione di pensiero perfettamente lecita»

> 5 luglio 2010: I quattro poliziotti condannati denunciano nove bloggers
Avevano lasciato alcuni commenti sul blog della mamma di Federico.
Il 14 luglio, all’udienza preliminare, sentenza di proscioglimento per la prima delle querele


5 Marzo 2010, processo-bis: pene lievi per tre agenti, uno rinviato a giudizio
 

> Scarica lo speciale Zero in Condotta n.188 del 14 ottobre ’09, ascolta e leggi l’intervista a Fabio Anselmo, legale della famiglia Aldrovandi

> 14 OTTOBRE ’09: Oltre la zona del Silenzio
Antonini e Spataro a Vag61 – audio+racconto+tavole

> LA SENTENZA DI PRIMO GRADO: Tre anni e sei mesi a tutti i quattro imputati, 270.000 euro di risarcimento

> LE MOTIVAZIONI: Il giudice: «Aldro ucciso senza una ragione»

> Leggi: «Aldro, quattro anni dopo e una sentenza»

> Guarda il documentario: “Aldro, verità di specchi” e leggi la nostra intervista agli autori

CRONACHE DELLE UDIENZE

Trentreesima, 7 luglio 2009 –CONDANNATI I POLIZIOTTI CHE UCCISERO FEDERICO
La mattina le lunghe repliche delle parti, interrotto da un blitz di anarchici che hanno lanciato volantini in aula. Nel tardo pomeriggio, in un’aula gremita, la sentenza viene accolta da un forte applauso liberatorio. Tre anni e sei mesi a tutti i quattro imputati, 270.000 euro di risarcimento.
> Leggi il report del nostro inviato a Ferrara

Trentaduesima, 30 giugno 2009 – ALTRE ARRINGHE DELLA DIFESA
La difesa chiede l’assoluzione dei poliziotti per mancanza di prove. Il teorema difensivo resta immutato: Federico sarebbe stato sotto effetto di un mix di droghe, gli agenti non avrebbero procurato nessna asfissia. Fondamento dell’arringa l'”Excited Delirium Syndrome”, una poco scientifica invenzione della criminologia psichiatrica americana. Le parti civili accusate di depistaggio
> Leggi il report del nostro inviato a Ferrara

Trentunesima, 29 giugno 2009 – PRIMA ARRINGA DIFESA
“Un mix micidiale di droga e alcol” avrebbe portato alla morte di Federico Aldrovandi, senza nessuna responsabilità di sorta dei quattro agenti che quella sera lo hanno fermato. Ancora l’innocenza totale la linea della difesa all’udienza dedicata all’arringa dell’avv. Alessandro Pellegrini, difensore dell’imputata Monica Segatto. Nessuna regola sarebbe stata violata dagli agenti, il controllo di polizia si sarebbe svolto in maniera regolare. Sì, i tafferugli ci sono stati, ma per iniziativa di Federico e i poliziotti hanno usato i manganelli solo sulle gambe.
> Leggi il nostro articolo

Trentesima, 24 giugno 2009 – ALTRE ARRINGHE DELLE PARTI CIVILI
Oggi l’arringa dell’avvocato Anselmo e dell’avvocato Venturi della parte civile.
Le arringhe mirano a smontare le tesi della difesa, tramite un’analisi accurata delle perizie, delle telefonate e delle testimonianze acquisite in quasi quattro anni di dibattito. I tabulati e le registrazioni delle telefonate sembrano sposare le tesi della parte civile. Caduta definitivamente l’ipotesi di morte per overdose, in aula l’avvocato Anselmo ripropone la scioccante testimonianza della signora Annemarie Tsagueu, che afferma di aver visto gli agenti accaniti su Federico menare i manganelli. Si riapre anche il caso della testimonianza Silvestri, date le particolari contingenze della ritrattazione della stessa. Dalla difesa solo menzogne e falsità, portate avanti secondo un senso di “spirito di corpo” e “corporativismo” che spingono a negare l’evidenza. L’avv. Venturi nella sua arringa accusa la procura, irragionevolmente di parte, che con la complicità di certa stampa in cerca di notizie facili e con “piccoli e blandi depistaggi” avrebbe tentato di insabbiare le indagini nella fase iniziale del processo.
> Leggi il report del nostro inviato a Ferrara

Ventinovesima, 23 giugno 2009 – PRIMA ARRINGA DELLE PARTI CIVILI
Un duro atto di accusa alla Polizia quello pronunciato dell’avvocato di parte civile Alessandro Gamberini: «Gli agenti mentono, questa menzogna colpisce anche i colleghi, secondo una logica di copertura corporativa, per non parlare di omertà», ha detto nella sua arringa, che ha parlati di una «aberrante dimensione domestica» delle indagini compiute dalla polizia di sé stessa. Contro Federico, l’operato «ha travalicato i limiti ed è stato del tutto sproporzionato», ma gli agenti hanno sempre taciuto la violenza operata sul giovane, ed è su questa omissione che la difesa, con le ipotesi della excited delirium syndrome, hanno costruito «menzogne su menzogne». Domani l’arringa dell’avvocato dei genitori di Aldro, Fabio Anselmo

Ventottesima, 19 giugno 2009 – REQUISITORIA DELL’ACCUSA
E’ iniziata la fase fina del processo, dura la requisitoria del Pm Nicola Proto che dimostra la responsabilità degli agenti nella morte di Federico e chiede tre anni e otto mesi per omicidio colposo.
> Leggi il report dell’udienza dal nostro inviato a Ferrara

Ventisettesima, 4 aprile 2009
Si è chiuso, dopo un’anno e mezzo, il dibattimento sul caso del giovane ferrarese morto a seguito di un fermo di polizia il 25 settembre 2005. Sentiti istruttori e funzionari della scuola di polizia di Pescara, che hanno spiegato come una tecnica erronea di bloccaggio a terra rischi di impedire la respirazione del soggetto.

Ventiseiesima, 16 marzo 2009
E’ scontro tra medici: la perizia di parte civile individua la causa della morte nell’ematoma procurato ad Aldro dalle percosse degli agenti mentre la difesa parla di ‘excite delirium syndrome’. Federico, per il cardiologo sentito dagli avvocati difensori sarebbe allora morto comunque. Ma questa spiegazione desta più di un sospetto.
> Leggi il nostro articolo
> Leggi il resoconto di Checchino Antonini

Venticinquesima, 3 febbraio 2009
Giovanni Beduschi, direttore dell’Istituto di Medicina Legale di Modena e consulente di parte civile, avvalora l’ipotesi avanzata nella scorsa udienza dal prof. Gustavo Thiene, tutta incentrata su una foto di un grumo di sangue nel cuore di Aldro che dimostrerebbe la formazione di un ematoma a seguito di compressione toracica. Giuseppe Fortuni, anch’egli medico legale, consulente della difesa, rigetta invece questa conclusione: la fotografia e di qualità scadente e non può sostituire la descizione visiva in fase di autopsia. La macchia individuata da Thiene si sarebbe creata dopo la morte.
La prossima dovrebbe essere l’ultima udienza della fase istruttoria.

Ventiquattresima, 9 gennaio 2009
Sentito Gaethano Thiene, anatomopatologo di fama mondiale, che sulla base degli esami autoptici sul cuore esclude ogni altra spiegazione dall’asfissia per pressione toracica
> Leggi il nostro articolo

Ventitreesima, 22 dicembre 2008
Accolta la richiesta del legale degli Aldrovandi: nella scorsa udienza era emersa una nuova perizia corredata di fotografia che avvalorava la tesi di una morte per asfissia dovuta a pressione toracica, ora bisognerà sentire nuovamente i periti di parte.
> Leggi il nostro articolo

Ventiduesima, 24 novembre 2008
Ripubblichiamo integralmente dal blog di Patrizia Moretti una memoria accettata agli atti dell’udienza di ieri del Processo Aldrovandi, firmata dal prof. Thiene dell’Università di Padova. Il documento, secondo i legali della famiglia Aldrovandi (parte civile), e la foto ad esso corredata -che non pubblichiamo per non urtare la suscettibilità dei lettori- dimostrerebbero in modo inqeuivocabile come a provocare la morte sia stata una pressione toracica che ha provocato un’asfissia e traumatizzato il cuore creando una emorragia alla sua base, escludendo ogni altra ipotesi sul decesso del giovane
> Leggi il documento

Ventunesima, 11 Novembre 2008
Domenico Berardi, consulente della difesa e Psichiatra dell’Università di Bologna, ipotizza una forma di forte stress, la Excited Delirium Syndrome. Come riportato da Wikipedia, si tratta di una “definizione controversa usata solitamente per spiegare la morte di individui sotto custodia di Polizia, nei casi in cui la persona sotto arresto mostri una combinazione di agitazione, comportamento bizzarro o violento, talvolta insensibilità al dolore, alta temperatura corporea, apparente aumento della forza. Come causa di morte appare solo quando la polizia è coinvolta nella costrizione di individui. Il termine non ha alcun riconoscimento medico formale (ns. trad.)

Ventesima, 10 Ottobre 2008
Tutta colpa delle droghe per i consulenti nominati dalla difesa dei poliziotti che fermarono Federico Aldrovandi la notte in cui morì, il 25 settembre 2005. Lo sconcerto del padre
> Leggi il nostro articolo
> Leggi l’articolo di Francesco Barilli


Diciannovesiva, 29 settembre 2008
I pareri dei tre esperti convergono: del tutto ininfluente il ruolo degli stupefacenti assunti da Federico, morto per l’asfissia causata dal comportamento dei poliziotti. Un edema cerebrale potrebbe essere stato causato da un colpo di manganello.
> Leggi il nostro articolo

Diciottesima, 18 settembre 2008
Per il medico legale di Ferrara il contenimento dell’addome aumenta il rischio di ipossia, ma non può da solo causare il decesso, alludendo nuovamente al consumo di droghe da parte di Aldro. Ma per la tossicologa della Medicina legale di Modena, consulente di parte civile, le concentrazioni nel sangue del ragazzo sono troppo basse per causare seri problemi respiratori. Nega anche la validità dei primi esami svolti a Ferrara, che avrebbero rilevato valori più alti, rispetto a quelli più accurati e attendibili svolti successivamente a Torino
> Leggi il nostro articolo

Diciassettesima, 15 Luglio 2008
In aula si confrontano le perizie e gli esami autoptici fatti sul corpo del ragazzo, molti elementi indicano che la morta fu dovuta all’asfissia causata dall’ammanettamento a terra da parte dei poliziotti imputati e dalla pressione sul torace. Una tossicologa ritiene però i (bassi) livelli di stupefacenti nel sangue potenzialmente letali.
> Leggi il nostro articolo

Sedicesima
, 26 Giugno 2008
Finalmente depongono i quattro poliziotti imputati. A sentire la loro versione dei fatti, Aldro, descritto come un energumento esagitato, sarebbe saltato più volte sulla volante sferrando male e ferendosi da solo allo scroto e alla testa, prima di essere immobilizzato dagli agenti. L’ambulanza fu chiamata per un ragazzo svenuto ma non grave, ma carabinieri e sanitari lo troveranno morto.
> Leggi il resoconto di Cecchino Antonini
> Ascolta la sua corrispondenza in diretta per Radio Onda d’Urto

Quindicesima, 12 Giugno 2008
Sentiti numerosi testimoni, ancora confuse e contraddittorie le ricostruzioni dei movimenti della polizia di quella mattina. La cassiera della pizzeria dove lavorava Aldro: “era tranquillo, riservato, gentile, mai aggressivo”

Quattordicesima, 3 Giugno 2008
A pezzi la strategia della difesa: il preside della Scuola Media smentito dalle insegnanti: “Non era aggressivo”. Il suo datore di lavoro lo descrive come uno “sballone”, ma si scopre essere amico degli imputati.
> Leggi il nostro articolo

Tredicesima, 19 Maggio 2008
Chiamato a testimoniare l’ex-preside della Scuola Media De Pistis, che ha riferito di una crisi comportamentale che Aldro avrebbe avuto nel 2001 e ha anche dichiarato che negli organi collegiali della classe frequentata dal giovane egli sarebbe stato descritto come affetto da disturbi comportamentali. “E’ un linciaggio”, commenta il legale della famiglia.
> Leggi il nostro articolo

Dodicesima, 9 Maggio 2008
Un’ altra teste chiave ritratta tutto
> Leggi il nostro articolo

Undicesima, 22 Aprile 2008
Ivo Silvestri, il presunto supertestimone che chiamò Chi l’ha visto continua a ribadire di essersi inventato ogni cosa, e a essere ritenuto inattendibile dalla difesa degli agenti. Per Fabio Anselmo, avvocato dei genitori di Aldro, invece, Silvestri “non può essersi inventato tutti quei dettagli” e “ha riferito elementi che non può avere appreso dai giornali.”.
Scomparsa la relazione di servizio che proverebbe un intervento di due volanti in un altro luogo della città poco prima della chiamata in Via dell’Ippodromo. L’assenza di questa prova potrebbe avvalorare, sempre secondo Anselmo, “l’ipotesi che Alfa 3 non si è mai recata in via Aldighieri, ma si trovava già in via Ippodromo. E l’incontro con Federico verrebbe retrodatato rispetto a quanto sostenuto dalla difesa”.

Decima, 11 Aprile 2008
Negli interrogatori dei giorni immediatamente dopo i fatti, la prima pm avrebbe chiesto fuori verbale ad un’amica di Aldro “non proteggere un indemoniato che sbatteva la testa contro i pali”. Eppure la pm già sapeva dei due manganelli spezzati.
> Leggi il resoconto di Cecchino Antonini

Nona, 7 Marzo 2008
Contraddittorie le testimonianze degli agenti in servizio nel ricostruire gli spostamenti delle volanti. Sentiti anche medico, insegnante di italiano e maestro di Karate di Federico

Ottava, 29 Febbraio 2008
Depone Elio Graziano, l’ex questore di Ferrara trasferito successivamente a Modena, che ha provato a far credere che sfollagente che ritornano spezzati in questura non sono un’anomalia ma che capitano spesso situazioni di questo tipo. Oltre a Graziano sono chiamati a deporre anche il regista di “Chi l’ha visto?” che registro’ le telefonate di Ivo Silvestri, il fantomatico “superteste” che nego’ in aula quanto detto in trasmissione; e don Domenico Bedin, il confessore della donna camerunense che la convinse ad andare in procura per dire quanto aveva visto. Ma il colpo di scena dell’udienza e’ stata la deposizione della memoria della prima PM Mariemanuela Guerra fu avvisata dal capo delle Volanti tra le 8 e le 8.30, che le avrebbe detto che che la “verosimile causa della morte era un’overdose e che quindi il caso “non evidenziava particolare complessità”
parte del testo: (cc-by-nc-nd-2.5-it) radiondadurto.org
> Leggi il resoconto di Cecchino Antonini
> Ascolta la sua corrispondenza in diretta per Radio Onda d’Urto

Settima, 13 Febbraio 2008
Crollo della memoria collettiva tra i vari protagonisti della mattina del 25 settembre, si fatica a far coincidere gli orari e arrivare a una chiara ricostruzioni degli interventi di Questura e Arma dei Carabinieri. Tra i numerosi “non ricordo”, si moltiplicano gli elementi contraddittori e le anomalie nell’operato dei responsabili di entrambi i corpi.
Invettiva della difesa dei poliziotti contro “Chi l’ha visto” e in genere il “processo parallelo” che starebbero portando avanti gli organi d’informazione mainstream.
> Leggi il resoconto di Cecchino Antonini

Sesta, 28 Gennaio 2008
Ricostruendo l’operato delle forze dell’ordine dopo la morte di Federico, si scopre che, forse su ordine di funzionari della questura, il centralino del 113 non registrò alcune importante comunicazioni. Inoltre, chiede il Giudice Caruso: perché a seguito di una morte violenta, non intervenne il magistrato di turno, non furono sequestrati né la volante né i manganelli spezzati, nessuno pensò di verbalizzare le parole dei 4 agenti implicati?
> Leggi il resoconto di Cecchino Antonini

Quinta, 11 Gennaio 2008
Si torna a ricostruire la fase di avvio delle indagini, quella in cui si decise che la polizia avrebbe indagato sulla polizia. Numerosi i punti oscuri
> Leggi il resoconto di Cecchino Antonini

Quarta, 12 Dicembre 2007
Sentiti quattro abitanti dei condomini di Via dell’Ippodromo. Paolo Gasparri sostiene di aver saputo dei fatti due utenti di una palestra che frequentava, che sostenevano che un “poliziotto grasso” si fosse seduto su Federico perché i colleghi “non riuscivano a immobilizzarlo”.
Un testimone ha riferito di aver sentito delle urla, gli altri due di non essersi accorti di nulla

Terza, 7 Dicembre 2007
Tra i testimoni, il migliore amico di Federico, che fornisce altri elementi sulle irregoralità dei primi interrogatori.
> Leggi il resoconto di Cecchino Antonini

Seconda, 29 Novembre 2007
Vengono alla luce le intimidazioni durante i primi interrogatori degli amici di Aldro e le scorrettezze della Polizia incaricata di indagare su sé stessa. La difesa degli agenti tenta di mettere a processo lo stile di vita di Federico
> Leggi il resoconto di Cecchino Antonini

Prima, 19 Ottobre 2007
Braccio di ferro sull’ammissibilità dei testimoni, alla fine il giudice monocratico accetta la tesi del pm: non c’è un obbligo a testimoniare per i 92 residenti dei condomini limitrofi.
> Leggi il resoconto di Cecchino Antonini


Altri aggiornamenti:

Febbraio 2009:
> Tre nuovi avvisi di garanzia per l’inchiesta-bis
E’ attualmente aperta un fascicolo sulle manomissioni di reperti da parte della Polizia e sulla condotta della stessa durante le prime indagini
> Leggi un articolo del maggio 2007 sul blog di Patrizia Moretti

25 settembre 2009:
> Lettera aperta di Patrizia Moretti, madre di Aldro, nel terzo anniversario della sua morte

8 Aprile 2008:
> Querelato il blog di Patrizia Moretti


Spunta a febbraio 2008 un filmato di 12 minuti, registrato dalla polizia scientifica prima dell’arrivo del medico legale la mattina della morte di Aldro. Le immagini, che sembrano contraddire fortemente con le fotografie scattate dal medico legale, potrebbero indicare, come suggerisce Patrizia Moretti, madre di Federico, che il corpo sia “stato spostato per coprire il sangue”. Fuori campo, si sentono inquietanti risate.
> Leggi il nostro servizio
> Guarda il video su Youtube

Il 25 Giugno 2007, era giunta una telefonata alla redazione della trasmissione Rai “Chi l’ha Visto” [ video]. La voce al telefono sosteneva di aver visto le fasi iniziali della colluttazione, quando gli agenti iniziarono a picchiare Federico, e diceva di essersi allontanato dopo poco tempo: “Ho visto quando han cominciato a picchiare… insomma, quando han cominciato a dargli delle botte, gliene davano tante”:
Rintracciato dalla procura, l’uomo aveva in un primo momento negato di essere l’autore della telefonata, per poi presentarsi spontaneamente all’autorità giudiziaria affermando di essersi inventato tutto. Una condotta a dir poco singolare, che complica ulteriormente il quadro di una vicenda ancora ben lontana da essere chiarita.
> Ascolta le interviste ai legali della famiglia prima e dopo la marcia indietro del testimone

In precedenza solo una donna camerunense di 34 anni aveva squarciato il velo del silenzio raccontando in Tribunale la scena osservata dalle finestre della sua abitazione.Il 9 Novembre 2006 la superperizia autoptica aveva definitivamente smentito la tesi di una morte per droga: le analisi tossicologiche, effettuate nei laboratori dell’antidoping olimpica, trovarono modeste quantità di oppiacei e poche tracce di chetamina. Quantità che non possono assolutamente essere causa del decesso, che viene imputato ad un improvvisa insufficienza cardiorespiratoria. Il testo non confermava (né smentiva) però la tesi dell’asfissia dovuta alla postura contenuta in una perizia disposta nel febbraio precedente dai genitori e assente in quella disposta della procura che imputa, cadendo tuttavia in alcune contraddizioni, il decesso ai consumi psicotropi e che era stata duramente attaccata dagli Aldrovandi.


La morte di Federico Aldrovandi sarebbe potuta essere archiviata come un caso di overdose letale. E’ stato l’appello della madre Patrizia Moretti, diffuso da un blog a ottenere di portare alla luce il caso, grazie al tam tam prima sui circuiti indipendenti, presto raccolto da Radio Onda d’Urto e alcuni giornali.
> Ascolta l’ intervista a Patrizia Moretti del Gennaio 2006.
> Ascolta l’intervista al legale di famiglia (da Radio Onda Rossa)
Grazie alla battaglia dei genitori e dei comitati “Verità per Aldro” i tentativi di insabbiamento e di riduzione dell’episodio sono falliti.
In particolare, il 23 settembre 2006, ad un anno dalla morte di Federico, un partecipato corteo di migliaia di persone ha attraversato Ferrara chiedendo chiedendo verità e giustizia per Federico. Meno partecipazione ma molta determinazione il 22 settembre 2007, a due anni da quella notte di settembre del 2005, durante la quale Federico, di ritorno da una serata al Link di Bologna, trovò la morte sulla strada di casa.Dalle radio indipendenti:
> Vagamondo del 30/06/2007
> Trasmissioni speciali di Radiocittà Fujiko [20062007]
> Trasmissioni speciali di Radio Onda d’Urto [2006 – 2007]

Ringraziamo Cecchino Antonini e Liberazione per gli articoli, Reti Invisibili e Indymedia EmiliaRomagna per averli conservati in Archivio, Radio Onda d’Urto per i contributi audio (dove non diversamente indicato)


Links:
> Federico Aldrovandi su Wikipedia
> Blog di Patrizia Moretti

> Comitato Verità per Aldro
> Post riassuntivo sul blog personale del regista di Chi l’ha visto (febbraio 2008)