Mercoledì i funerali e un corteo nelle strade della Barca

Per tutti, Dodi

E' morto stamattina Domenico Maracino, per molti compagni semplicemente Dodi. Fondatore e anima del circolo Iqbal Masih, della Lista Reno e dell'AS.I.A./RdB, soffriva da tempo di una grave malattia. Riportiamo un suo vecchio intervento in occasione del passagio a Bologna della Global March against Child Labour.
7 maggio 2007

Domenico Maracino, per tutti Dodi Al termine di una lunga battaglia contro un male incurabile, questa mattina alle sei è scomparso Domenico Maracino, da tutti conosciuto come Dodi.
Cinquantasei anni, una voce udita in centinaia di piazze e assemblee, animatore di numerose esperienze sociali e politiche in decenni di lotte bolognesi (tra cui il circolo Iqbal Masih, la Lista Reno per il rilancio dello stato sociale e l'AS.I.A. - Associazione Inquilini e Assegnatari dell'RdB/Cub).
I compagni più vicini ricordano l'energia, la determinazione politica e l'ironia istrionica di un comunista che mancherà a molti.

l funerali di Dodi si svolgeranno mercoledì 9 maggio: ore 13 partenza dalla camera ardente all'Ospice di Bentivoglio (BO); ore 13.30 arrivo al Circolo Iqbal Masih, in via della Barca 24/3; ore 14 corteo per le strade del Quartiere Barca;
ore 15 arrivo in Certosa.

> > > >

"Questa mattina alle sei, nel corso della sua battaglia più grande, il compagno Dodi è caduto". Così lo saluta il sito dell'Iqbal (http://iqbal.bo.arci.it), che ne riporta un vecchio intervento in occasione del passaggio a Bologna della Global March against Child Labour, nel 1998:

Un saluto a tutti i presenti e grazie per avermi dato l?opportunità di questo intervento.

Voglio dire che non esiste crimine peggiore che negare la vita.

Viviamo in un mondo capitalista, o meglio sarebbe dire in due mondi capitalisti:

il primo e? quello sviluppato, delle società consumistiche , che ha potuto accumulare tante ricchezze depredando e saccheggiando per secoli il pianeta e soprattutto la classe operaia;

il secondo e? quello sottosviluppato, costituito dalle vecchie colonie che per secoli sono state sfruttate, e a cui si nega oggi lo sviluppo.

Mai come oggi sono necessari questi momenti di incontro e di riflessione.

Infatti, gli architetti della nuova società globale, i governi del primo mondo, stanno preparando il peggio per i popoli del secondo (il cosiddetto terzo mondo).

Oramai siamo alle soglie del XXI secolo: già da tempo il mondo si sta sviluppando verso un modello in cui la politica degli stati più forti e delle multinazionali, dei settori ricchissimi, grava su una gran massa di miseria e popolazione che possiamo definire superflua, perché priva di ogni diritto.

Questa popolazione superflua non contribuisce infatti alla produzione dei profitti, che e? l?unico valore (umano) riconosciuto oggi.

Le conseguenze della globalizzazione in rapporto al lavoro, all?educazione, alla democrazia, alle culture nazionali, dicevo, tali conseguenze non potranno che essere drammatiche e spaventose.

In questi due mondi, quelli a pagare di più sono i bambini.

Secondo i dati dell?UNICEF, il 40% dei bambini a New York vive al di sotto della soglia di povertà, senza alcuna speranza di sfuggire alla miseria e all?indigenza. la televisione, la droga , l?alcolismo, sono le armi con cui tenere sotto controllo questa realtà.

Ci giungono notizie di bambini che uccidono a scuola, che compiono atti di delinquenza e di vandalismo, vere e proprie stragi,? nel ?primo? mondo. Nel mondo consumistico. Nell?altro, l?infanzia e? negata.

In Asia, in Africa, in America Latina sono oltre 14.000.000 i bambini da 1 a 5 anni, che muoiono ogni anno.

Quante bombe come quelle di Hiroshima e Nagasaki ? Credo oltre 100.

E dei bambini che si salvano? In che condizioni si trovano, come si nutrono?

Che sviluppo mentale e psicologico possono avere, dato che e? scientificamente provato che senza l?alimentazione adeguata si ha un sottosviluppo anche dell?intelligenza, delle capacita? intellettuali? Quale sarà la loro speranza di vita e di futuro dopo i 5 anni? Come faranno a vivere, quale sarà il loro destino?

Di queste terribili realtà non si parla se non in caso di episodi eclatanti e sempre molto raramente.

Si farfugliano solo ipocrisie sui diritti umani.

Un caso e? stato l?assassinio di Iqbal Masih : il 16 aprile e? ricorso il terzo anniversario della sua uccisione. Abbiamo intitolato a Iqbal Masih, tre anni fa, il circolo culturale che sono qui a rappresentare, con la convinzione che il suo esempio e la sua tragica storia avrebbero contribuito a far prendere coscienza della condizione di schiavitù a cui devono sottostare milioni di bambine e bambini.

Non voglio abusare della vostra pazienza, e quindi mi limiterò solo a nominare le rapine di organi ai bambini poveri per quelli ricchi; le mine antiuomo che per la stragrande maggioranza sono a forma di giocattolo (tutti sappiamo la devastazione che portano); l?infanzia rubata a tutti i bambini vittime delle guerre sia armate (massacri in Algeria, profughi in Africa, spedizioni punitive serbe nel Kossovo), che della guerra diplomatica combattuta con le sanzioni economiche dell?embargo (Iraq e Cuba); lo sfruttamento della prostituzione minorile; non voglio parlare, qui, dei milioni di dollari annui spesi per i bilanci militari.

Voglio pero? ancora dire che, nonostante non si abbiano statistiche complete sul lavoro minorile (perché governi e datori di lavoro si rifiutano di ammetterne l?esistenza) anche in Italia si stima in 300.000 il numero dei bambini che lavorano.

Nel mondo intero l?UNICEF dice che sono 250.000.000 i bambini che lavorano. E? di pochi giorni fa l?iniziativa, promossa dall?UNICEF , in tutta Italia contro lo sfruttamento minorile.

Voglio qui ricordare che e? una vergogna, una cosa ripugnante, alle soglie del XXI secolo, che milioni di bambini muoiano o siano sfruttati nel lavoro. Dico che, fintanto che il profitto di tutta la nostra tecnologia cosi? avanzata entrerà nelle tasche di pochi, il divario fra chi sta bene e chi sta male aumenterà. Se non vogliamo sentirci complici di questo sfruttamento, di questo crimine, dobbiamo sin da ora chiedere ai nostri governi di azzerare i debiti dei paesi poveri. Ripensare ad un modo di produzione che sia per ciò che serve e non per il profitto di pochi. Dobbiamo esportare la nostra conoscenza la nostra tecnologia. Non possiamo pensare di sopire la nostra coscienza con gesti di carità. Dobbiamo farci carico in prima persona di questa enorme ingiustizia.

Il nostro compito e? difficile e complesso ma, se vogliamo sentirci parte di tutta l?umanità, penso, come sono certo pensate voi, che possiamo e dobbiamo adempierlo. Dobbiamo combattere questa battaglia se vogliamo sentirci degni dell?essere umani. Se vogliamo parlare di futuro per l?umanità, dobbiamo lottare in tutti i modi possibili prima di tutto perché? ad ogni bambina e bambino a questo mondo non sia più? negato il diritto al gioco allo studio alla salute all?educazione e alla possibilità di partecipare in prima persona ad una società democratica.

Finche? anche ad un solo bambino sarà negata la libertà e il diritto ad una vita dignitosa e felice, l?intera umanità sarà meno libera.

Per avermi ascoltato, grazie.

Domenico Maracino