Zero in condotta - Marzo 1997

L'urlo di Home terrorizza anche il continente

Mercoledì 12 marzo 1997, all'infoshop del Livello 57, reading del più incredibile suddito di Sua Maestà britannica: Stewart Home
9 aprile 2007 - Luther Blissett

Classe 1962, testa rasata, bomber nero, Doctor Marten's ai piedi. Stewart Home, eccentrico personaggio dell'underground londinese, fomentatore di panico mediatico, anti-artista d?eccezione: la fedina di provocatore professionista di Home contiene alcune delle esperienze più interessanti degli ultimi due decenni. Fortunatamente non si tratta del solito weak wanker che ti racconta dei bei giorni andati e ti dice "io c'ero", bensì di un terrorista culturale efficace, rapido e diretto che dal punk ha imparato la lezione migliore: l'idea che una cosa funziona solo se chiunque può farla. L'originalità, il genio individuale e tutta l'altra chincaglieria romantica vengono defenestrate. L'attività di Home si muove da sempre in questa direzione: dalla fanzine-rivista Smile che chiunque poteva produrre semplicemente pubblicando il numero successivo, all'uso dei primi nomi collettivi, Karen Eliot e Monty Cantsin; dall'organizzazione dei Festival del Plagiarismo ('88-'89) che attaccavano alla radice l?idea che una qualsiasi produzione testuale o visiva possa essere considerata proprietà privata, all'Art Strike ('90-'93), che metteva radicalmente in discussione il ruolo dell'artista nella società capitalistica. Fino ai rapporti con l'Accademia di Portland, vale a dire il Neoismo: un movimento finto avanguardista che negava l'idea stessa di avanguardia (neo-ismo: nuovo ismo, a evidenziare l'assoluta vaquità e irrilevanza di qualsivoglia suffisso): "Chiunque può diventare Neoista semplicemente dichiarando di far parte del movimento e adottando il nome di Monty Cantsin" (vi ricorda niente?). Dal '92 Home è coinvolto nelle attività della rifondata London Psychogeographical Association, ed è senza dubbio uno degli ispiratori del Progetto Luther Blissett, di cui è l'incarnazione più efficace nel Regno Unito.
In Italia sono stati pubblicati due suoi saggi: il primo, Marci, sporchi e imbecilli, (Castelvecchi, Roma 1996) è un'analisi dell'evoluzione della sub-cultura punk nel corso degli anni, che fa piazza pulita di tutte le interpretazioni artistico-sociologiche e la restituisce alla sua matrice sottoproletaria - marcia, sporca e imbecille appunto - e per questo più interessante. Il secondo, Assalto alla cultura (AAA, Udine 1996) è un Bignami della storia delle correnti utopistiche del secondo dopoguerra, su cui svetta una delle più dure critiche agli specto-situazionisti che mi sia capitato di leggere.
La sua attività di romanziere fa storia a sé. Pure Mania, Defiant Pose, No Pity, Red London, Slow Death: la junk-fiction di Home saccheggia l'immaginario e la retorica skin dei romanzi degli anni '70 di Richard Allen (Skinheads, Boot Boys), ribaltandola a 360 gradi, fino a trasformarla in vera e propria epica anarco-punk. Un'apoteosi di orge, risse leggendarie, adunate sediziose, guerra di classe e scontri apocalittici a colpi di spranga; il tutto portato al parossismo, al ridicolo, e corredato con il plagio del miglior hard-boiled. La distanza dai giovani autori pulp ("Molto pulp... pure troppo") è abissale, perché in qualche modo i romanzi di Home sono già una caricatura di genere, per di più intrecciata con l'invito all'insurrezione di classe. Gli eroi sono giovani skinhead pieni di risentimento, trasformati in rocamboleschi Robin Hood che guidano la vendetta proletaria contro i fighetti di Camden Town e i riccastri di Kensington; mentre i personaggi di contorno spuntano dalla nebulosa delle sotto-sette giovanili, a rappresentare la miseria intellettuale e umana, che trova fin troppi riscontri anche nella realtà bolognese. Insomma si ride, ci si esalta e si esce di casa con una gran voglia di incendiare il primo cassonetto. Colonna sonora: Slaughter & The Dogs.