Zero in condotta - Febbraio 1997

Quale futuro per "Via Zamboni 25"

Dopo la giornata piuttosto ?agitata? del 12 febbraio, con la presenza massiccia di forze dell'ordine in Piazza Verdi e qualche scaramuccia tra universitari e carabinieri (a causa di una manovra alquanto avventata di un gippone dei CC), il gruppo "Studenti/Studentesse in lotta" ha organizzato il 25 febbraio una nuova manifestazione in difesa degli spazi di Palazzo Paleotti.
Andrea Pivotto

Il nodo cruciale rimane sempre quello della netta opposizione nei confronti del progetto "Multimedia Arcade" della Horizon Unlimited. Il progetto, sostenuto dal Rettorato e dal Comune, prevede un drastico ridimensionamento dei posti delle sale studio, la ristrutturazione in chiave elitaria del bar dello studente, la cancellazione del servizio prestito libri a favore di una libreria e di uno sportello della Carisbo.
La protesta degli studenti si concentra soprattutto su questi problemi, ma non solo: si chiede di riottenere servizi a basso costo dopo l'aumento vertiginoso delle tasse universitarie (quasi raddoppiate rispetto al '94) e dopo l'incremento dei prezzi dei servizi stessi. Le loro richieste riguardano principalmente i costi degli studentati e dei pasti della mensa (passati da 2.500 a 6.000 lire).
Gli universitari, che hanno manifestato, rivendicano anche un ritorno alla vivibilità delle zone universitarie, specie di quelle adiacenti a piazza Verdi, in cui vi é stata, in modo particolare nell'ultimo mese, una vera e propria militarizzazione da parte di polizia e CC. La volontà di liberare piazza Verdi é stata gridata da tutti, nella speranza di ritornare tranquillamente a viverla. Dietro a questa situazione gli studenti vedono un tentativo di normalizzare una delle zone artisticamente più belle di Bologna per farla diventare, in un secondo tempo, dopo i dovuti abbellimenti, oggetto di speculazione edilizia e di ingenti ricavi per i soliti noti.
La manifestazione aveva perciò lo scopo di rendere pubblici i problemi degli studenti a tutta la città: il corteo che ha preso avvio dal luogo più emblematico, piazza Verdi, si apriva con uno striscione contro la privatizzazione dei servizi, con l'intento di accomunare sia quelli universitari (sale studio, mense....), sia quelli cittadini (come ad esempio le farmacie comunali).
Altre preoccupazioni espresse dai partecipanti, non molti per essere sinceri, sono state il rischio di un passaggio dall'università di massa ad una élite ed il progetto di decentramento universitario, funzionale a rendere più facile il controllo degli studenti.
I bersagli preferiti degli slogan che si sono sentiti durante il corteo hanno riguardato il Rettore Roversi Monaco, il sindaco Vitali e la giunta comunale, Umberto Eco, tra i promotori del progetto ed anche contro la polizia.
Giunti innanzi al Palazzo comunale alcuni ragazzi sono riusciti ad ottenere dall'assessore Ferratini il tanto agognato incontro pubblico tra le diverse parti: Rettore, Acostud, Comune e studenti. Questo incontro si terrà giovedì 6 marzo presso l'aula absidale di Santa Lucia (n.d.r. il giornale per quella data sarà già chiuso, ne riparleremo nel prossimo numero).
La giornata si è conclusa con un gioioso girotondo degli studenti che ha abbracciato quasi tutta piazza Maggiore.
Il giorno successivo si è tenuta un'assemblea al "25" per organizzare l'incontro; qui sono stati posti i punti pregiudiziali per gli studenti: difesa delle sale studio, mense a 2.500 lire; strutture aperte 24 ore su 24; problema casa.
Sembra incredibile, a vent'anni dal '77, che gli studenti debbano ancora protestare per l'endemica mancanza di spazi a loro aperti, per questo il clima diffuso nei confronti delle istituzioni é di sfiducia.

Andrea Pivotto