«La sicurezza si costruisce vivendo le strade non con la polizia»

Flash h19.20 / Sanzionata sede Lega, accerchiato dalle fdo volantinaggio «Io non ho paura», tutti in questura

Sono state rovesciati alcuni secchi di sterco davanti alla sede della Lega Nord in via del Pratello e attacchianate fotografie dei barconi di migranti respinti dalle coste italiane, mentre era in corso un volantinaggio di massa nell'ambito della campagna «Io non ho paura» da parte di una settantina attivisti del Tpo e di altre realtà. Pochi minuti dopo, tutti i partecipanti al volantinaggio («La paura è tristezza», il titolo del testo) sono stati accerchiati in via S.Isaia da un'ingente dispiegamento di agenti di Polizia e Carabinieri in assetto antisommossa, pervenuti sul posto su alcune camionette. Il traffico sull'intera strada è stato bloccato dalle forze dell'ordine, dopo alcune decine di minuti di tensione («la sicurezza si costruisce vivendo le strade non con la polizia», reclamava un intervento al megafono) tutti gli attivisti sono stati fatti salire sui blindati e condotti in Questura per essere indentificati. In Piazza Galilei stanno radunandosi i primi solidali.
27 maggio 2009 - gi.ast.

> Aggiornamento: h 21.10 / Rilasciati gli attivisti di "Io non ho paura"

Di seguito il testo del volantino distribuito oggi (Globalproject) :

io non ho paura Bologna - La paura è tristezza
Senza libertà nessuna sicurezza!

In questi tempi di crisi vorrebbero farci accettare l'idea di una sicurezza raggiungibile solo attraverso la negazione di diritti e di libertà fondamentali.
Come se per stare un po' meglio dovessimo per forza compiere rinunce e sacrifici su quanto finora conquistato.
Le nostre città, in nome di questa sicurezza tutta escludente, si stanno trasformando in luoghi sempre meno vivibili per tutt*, dove sono sempre meno i diritti che possiamo esercitare e le cose che possiamo fare liberamente.

Aumenta il controllo poliziesco e nel frattempo si sperimenta la diffusione di sistemi di sorveglianza nuovi, dalle telecamere a circuito chiuso nelle strade e sugli autobus, alle ordinanze per il decoro e contro il degrado che coinvolgono i pubblici esercizi, fino all'introduzione di ronde "civiche" in cui la partecipazione e il protagonismo dei cittadini si misura con la capacità di sospettare e spiare il prossimo.
È una metamorfosi graduale che vede ampliare e moltiplicare le forme ed i soggetti attivi nell'azione di controllo, affiancando ai professionisti della sicurezza nuovi attori - civici, appunto - grazie ai quali realizzare la censura dei comportamenti e degli stili di vita che rendono visibili le nostre differenze e pluri- identità.
I nostri territori rischiano di diventare assuefatti all'esclusione, alla paura del diverso, non più capaci di accogliere, si presentano come spazi chiusi e stretti, oppure aperti ma deserti dove la socialità è ormai bandita perché potenzialmente pericolosa.

Pensiamoci. Velocemente: da quanto tempo non siamo più liberi di girare per il centro senza imbatterci in una ronda in divisa che esamina i documenti di qualche giovane? Quanto poco tempo passerà prima che siano poliziotti in pensione o razzisti con la pettorina a controllarci? Pensiamoci. Ora con più calma: cos'è che vogliamo ma non possiamo fare?

Vogliamo arrivare a fine mese senza paura di restare senza lavoro: la libertà di avere un reddito è sicurezza di vita dignitosa.

Vogliamo partire e arrivare, senza essere respinti e senza essere rinchiusi nei CIE: la libertà di movimento è sicurezza di non morire in mare, è possibilità di sognare un futuro diverso.

Vogliamo città dove nessuno è considerato clandestino: l'uguaglianza di ogni essere umano è sicurezza di rispetto della dignità di tutt*.

Vogliamo un welfare differenziato per genere e provenienza: la libertà di un reddito, di una casa, della salute, dell'istruzione gratuita, di mezzi pubblici gratuiti e notturni sono diritti fondamentali e sicurezza contro la precarietà di vita.

Vogliamo scuole a tempo pieno e classi con bambini che vengano da ogni parte del mondo: la libertà di formarsi insieme è sicurezza di una società senza discriminazioni.

Vogliamo un paese dove il diritto alla salute esista per tutt*: la libertà di un* migrante di farsi curare è sicurezza di salute pubblica.

Vogliamo fermarci per strada a parlare, suonare e mangiare perché stare insieme ci fa stare bene: la libertà di non avere eserciti, polizia e ronde a ogni angolo è sicurezza della socialità.

Vogliamo poter andare al cinema, a teatro o a un concerto senza doverci fare i conti in tasca: la libertà di fruire di arte e cultura è sicurezza di un sapere come bene comune.

Vogliamo un modello di sviluppo ecocompatibile: la libertà di produrre il giusto è sicurezza del rispetto dell'ambiente.

La sicurezza è libertà di costruire insieme, è gioia nata dalla nostra socialità, è possibilità di autodeterminazione.

La sicurezza non è mai paura, è il comune che possiamo esercitare decidendo insieme: dai nostri corpi alle nostre città.

Io non ho paura