Nasce il csoa Ex-stamperia

Nuova occupazione a Modena

Occupato uno stabile da parte del Collettivo Autonomo Modenese.
7 giugno 2008

Questa notte il Collettivo Autonomo Modenese ha occupato uno stabile abbandonato di proprietà del comune con l'bbiettivo, come dichiarano gli occupanti, di aprire spazi di socialità altra fuori dalle logiche securitarie e mercificanti che invadono le nostre città e per ripensare pratiche politiche e sociali basate sull'autorganizzazione, l'autogestione invece che sugli sterili meccanismi di rappresentanza.

La situazione per adesso sembra tranquilla e, anche se il posto è già formalmente sotto sgombero, sembrano esserci le possibilità per una trattativa. Al momento il sindaco non è presente in città e il comune ha dichiarato che lo stabile dovrebbe essere destinato ad interventi di edilizia popolare. Gli occupanti affermano che potrebbero rendersi disponibili ad abbandonare lo stabile qualora il comune fornisse prove concrete sulla sua destinazione, senza per questo arretrare sulla necessità di ottenere nuovi spazi autogestiti.

Pubblichiamo il cominicato del C.A.M. sul'occupazione di questa notte:

Il centro sociale occupato autogestito ex-stamperia vuole essere uno spazio
autonomo aperto alla città, largamente attraversato da precari, lavoratori
e studenti.

Viviamo in una società in cui si
restringono continuamente le libertà personali, di espressione e di
movimento di tutte e tutti, una società che fa della guerra globale e
permanente il suo principale strumento di regolamentazione e
sopravvivenza. Le campagne politiche e mediatiche sulla sicurezza vogliono
normalizzare l'odio e la repressione nei confronti del diverso, chiunque
esso sia: migranti, ultras, lavavetri, writers, sono di volta in volta
indicati come fonte di degrado e criminalità, vengono dipinti come il male
assoluto di una società che già da anni è impegnata a crearsi attorno un
imbarbarimento di rapporti sociali e culturali senza precedenti (pensiamo
ai recenti rastrellamenti razzisti verso i rom, alla caccia alle trans e
alle prostitute di Roma, all'omicidio fascista di Verona). Nelle nostre
città in cui la solitudine e l'estrema atomizzazione producono mondi
sociali in cui non si comunica e ambienti comuni in cui regna il consumo e
il bisogno individuale e non la solidarietà, questi meccanismi stanno
causando un annullamento soggettivo per quanto riguarda la capacità di
comprendere quale sia il nemico reale e quindi riconoscersi come classe,
quella degli oppressi, degli sfruttati, potendo quindi agire come entità
collettiva in lotta in grado davvero di potere modificare in maniera netta
e radicale la realtà sociale circostante. Stiamo vivendo un periodo
storico in cui l'insicurezza , quella vera, che permea l'esistente, è
quella causata dalla mancanza di possibilità di avere un futuro decente:
dove ogni giorno si muore sul lavoro, dove la precarietà e la mancanza di
prospettive sul lavoro come nella vita sono un dato di fatto, dove anche la
casa non è più una certezza. Il centro sociale vuole essere uno strumento
per normalizzare, al contrario, le lotte contro le ingiustizie sociali, per
il reddito ed il diritto alla casa; vuole essere luogo di produzione
culturale, luogo di espressione di potenzialità creative solitamente
represse, luogo in cui si sviluppi socialità libera e non mercificata. Il
centro sociale nasce dall'esperienza del C.ollettivo A.utonomo M.odenese,
da anni impegnato nelle lotte al fianco dei migranti, contro lo
sfruttamento del lavoro salariato, contro la precarietà e
l'imperialismo; tematiche che porteremo ancora avanti con nuova e
dirompente forza, aprendo però un fronte di intervento più ampio e
sociale che parla di riappropriazione, di soddisfacimento di bisogni e
desideri, di riscoperta e determinazione dei tempi di vita di ognuno/a di
noi: vogliamo diventare punto di riferimento e rifugio per tutti coloro che
sono in fuga dall'ipocrita cultura padronale, divenendo luogo in cui sia
possibile esprimere le proprie conoscenze e sperimentare i propri
interessi. Di fronte ad una riproduzione nel sociale di quei modelli
amministrativi che cercano solo repressione e controllo, costruiamo
insieme, dal basso, una reale alternativa sociale che si basi sulla
libertà di espressione e di esistenza, sull'attenzione e il rispetto per
i bisogni e i desideri di tutti e sulla creazione di uno spazio e di un
tempo fondato sull'autonomia, l'autogestione e l'autorganizzazione
come risposta alla volontà di dominio dei padroni che vorrebbero gestire
al nostro posto le nostre vite.

COLLETTIVO AUTONOMO MODENESE