Un patto anti-atomo

Appello antinuclearista. Si riparte da Bologna

L'associazione Ecologisti SPA lancia un appello alle amministrazioni della regione Emilia Romagna affinché si esprimano chiaramente sull'energia nucleare. I cittadini devono essere in grado di decidere in vista delle prossime tornate elettorali anche in base al loro futuro economico-energetico.

5 giugno 2008 - Roberta Rendina (Presidente di Ecologisti SPA Socialità per Azioni di Ecologia Attiva)

centrale nucleare Un patto Antiatomo è stato firmato venerdì in uno dei luoghi simbolo delle battaglie antinucleariste, Montalto di Castro, davanti alla mega centrale. Oggi turbogas, ma progettata per essere nucleare e riconvertita, quando stava per essere ultimata, pochi anni dopo il referendum del 1987. Al raduno ambientalisti e paesaggisti, premi Nobel e professori, attori e cantautori, ex ministri. E pure decine di piccoli medi imprenditori ed industriali, politicamente trasversali,contro la stupidità di un mondo all'uranio. L'iniziativa è partita da Firenze, dai Verdi toscani ed ha subito trovato adesioni eccellenti: Dario e Iacopo Fo, Franca Rame, Alberto Asor Rosa, Grazia Francescato, Vittorio Emiliani, Gianni Mattioli, il presidente della provincia di Ascoli, Massimo Rossi, il climatologo Vincenzo Ferrara e Tommaso Campanile, responsabile ambiente della Cna, solo per fare alcuni nomi.
Ora più che mai, anche sul nostro territorio ancora caldo dei segni lasciati della centrale di Caorso, bisogna dimostrare alla gente che non sarà il nucleare a renderci liberi dalla dipendenza dai combustibili fossili il cui costo (fosse anche solo per questo) non è già più accessibile ai più, ma le energie rinnovabili verdi, le uniche in grado di rilanciare la nostra economia e di tutelare l'ambiente in cui viviamo e la nostra salute. L'alternativa ai combustibili fossili non è il nucleare, ma risparmio, progettazione e fonti rinnovabili, come è scritto nel piano energetico dell'Ue. Anche se le centrali
nucleari del futuro fossero davvero sicure (e su questo ci permettiamo di dubitare) potremmo permetterci di attendere 10 anni per vedere funzionante la prima? Il 2020 è troppo lontano, l'emergenza è reale ed è ora, con il costo del petrolio a 120 $ al barile! Quanto ci metterà il gas a raggiungere anch'esso il suo picco? Crediamo meno del previsto, con la richiesta incessante proveniente ormai non più dal solo Occidente ma anche e soprattutto dalle energeticamente voracissime Cina e India. Non dimentichiamo poi che oltre ai rischi di fughe radioattive (che mi pare oggi, dopo l'allarme giunto dalla vicinissima Slovenia sia più attuale che mai) e al problema non secondario delle scorie, c'è quello della finitezza dell'uranio che come petrolio e gas è una risorsa a tempo determinato, a differenza
del sole, della terra, del vento. Pensare di investire centinaia di milioni di euro in centrali che in 25 anni potrebbero non avere più combustibile per funzionare è una follia economica prima che ecologica.
Ci sentiamo vicini alla netta presa di posizione della Provincia Autonoma di Bolzano contro la "promessa" del Governo Berlusconi di far ripartire il nucleare entro cinque anni, chiedendo che le istituzioni locali facciano la stessa cosa. Michl Laimer, assessore all'ambiente ed energia della Provincia autonoma di Bolzano respinge con fermezza il proposito del Governo -"L'energia atomica - sostiene Laimer - è un concetto che appartiene al passato e non al futuro". Il governo dovrebbe invece puntare sul potenziamento dell'impiego dell'energia solare e delle energie rinnovabili combinate a strategie di risparmio energetico. A parte il fatto - sottolinea ancora Laimer - che il popolo italiano si è a suo tempo pronunciato contro la scelta nucleare, c'è il rischio che vengano distratte risorse in una ricerca ormai superata perdendo così tempo prezioso per risolvere le reali questioni di rilievo in campo energetico.
Ci rifiutiamo per questo di aspirare a percentuali vergognose come quelle ipotizzate per la crescita in Italia delle energie rinnovabili, previste per i prossimi 10-20 anni. Vogliamo che si punti in alto, prendendo ad esempio la vicina Spagna che in soli tre anni ha portato l'incremento dell'uso delle energie pulite al 300% e si prepara ad essere il secondo Paese, dopo la Svezia a diventare energeticamente autosufficiente entro il 2050! Attualmente il mercato fotovoltaico della Spagna è secondo soltanto a quello tedesco, leader indiscusso in Europa nella produzione e nella commercializzazione dei pannelli
solari, riuscendo nell'intento di tutelare la salute e le finanze dei cittadini ed incentivando produttività delle aziende locali e creando nuovi posti di lavoro.
Come Ecologisti lanciamo oggi questo appello a tutti coloro che come cittadini, associazioni, partiti, artisti, intellettuali sentono in questo tema l'emergenza vera del decennio avvenire.
Promuoviamo contestualmente una grande campagna di contro-informazione sul territorio, che partirà sul nostro Blog, a cui ognuno di noi può e deve coscientemente collaborare, lanciando per l'autunno a venire una grande manifestazione sul Clima e l'Energia.
Chiediamo anche a tutte le forze politiche attualmente al governo in questa città, provincia, regione di esprimersi su questo tema, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
I cittadini devono essere in grado di decidere anche in base al loro futuro energetico.

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