Inquinamento Zero - Ignoranza Zero

IZ 2: Mission Impossible?

A quanto pare, il parto della prima assemblea pubblica per dare vita a una Lista cittadina, in vista delle prossime elezioni amministrative del 2009, è abbastanza travagliato. Le prima convocazione del 4 giugno è stata spostata perché l'iniziativa si sovrapponeva ad un'altra con Nichi Vendola. Poi è saltato anche il rinvio al 9 giugno per mancanza di disponibilità di sale pubbliche adeguate. Alla fine, gli organizzatori hanno avuto ospitalità da VAG 61, chiarendo che il fatto di tenere l'Assemblea a VAG non significa coinvolgere questo spazio autogestito e i suoi progetti nel percorso della Lista Cittadina, o intrecciare in qualche modo questi due progetti che sono e rimarranno separati e indipendenti. A questo punto, le informazioni "definitive" sull'Assemblea, sono le seguenti: Giovedì 5 giugno, alle ore 21, presso VAG 61, via Paolo Fabbri 110, Bologna.

29 maggio 2008 - Franco Berardi Bifo, Valerio Monteventi

Assemblea pubblica per dare vita a una Lista cittadina dal titolo:

INQUINAMENTO ZERO - IGNORANZA ZERO
MISSION IMPOSSIBLE?

Giovedì 5 giugno, alle ore 21, presso VAG 61, via Paolo Fabbri 110, Bologna.

Il 14 maggio scorso, a pochi metri dalla Sala, in via San Mamolo (all'incrocio di via Codivilla), un quarantenne bianco scende dalla macchina e si avventa contro un giovane camerunense che aveva "osato" infastidirlo con un colpetto di clacson: "Sporco negro, che cazzo fai, ti spedisco in una scatola a casa tua. Chi cazzo credi di essere negro di merda".
E poi, prendendolo per la camicia, "ti spacco la testa negro puzzolente".
inquinamento zero La scena si svolge davanti all'indifferenza di tante persone, solo pochissime dicono qualcosa.
Qualche giorno dopo, Terence, il ragazzo camerunense, scrive una lettera alla città: "Non vorrei che quanto mi è successo venisse sottovalutato. C'è un razzismo profondo, rabbioso, aggressivo, orgoglioso. Ho deciso di considerare conclusa la mia esperienza in Italia, per incompatibilità. Ma è mio dovere avvertire i bolognesi che credono che cose simili non possono accadere".
I frutti della "TOLLERANZA ZERO" cominciano a vedesi anche da noi. La paura del diverso fa credere che la violenza e il pericolo provengano dallo straniero, dal diverso, dall'ignoto. Questa convinzione è l'effetto dell'ignoranza, coltivata a piene mani, da trent'anni di avvelenamento televisivo.
Al contrario, la violenza e il pericolo vengono da chi predica la guerra, da chi fa sermoni sulla competizione, da chi aumenta i carichi di lavoro, da chi ci obbliga a vivere in mezzo all'inquinamento.
Bologna, nel 2000, venne dichiarata "Capitale europea della Cultura". Chi era al governo della città allora perse l'occasione di innovare il sistema culturale, come invece avevano fatto, in precedenza, Lisbona o Barcellona.
Oggi, in tutta Italia, siamo percepiti come la "Capitale delle ronde, dello spray urticante e del manganello". Leggendo le cronache dei giornali sembra di essere a Beirut. Avanti di questo passo, non vorremmo arrivare alla contea di Nashuba del film "Mississippi Burning".

Per queste ragioni crediamo sia venuto il momento di verificare se esistono le condizioni per dare vita a una LISTA CITTADINA, un'aggregazione politica e sociale (fatta di singolarità e di realtà collettive) in grado di presentarsi alle prossime elezioni amministrative del 2009. Non è tra i nostri fini ricostruire la sinistra o salvaguardare qualche suo bastione locale, ci sono altri che ci stanno pensando e, a quanto pare, saranno molto impegnati nei prossimi mesi a continuare a farsi del male.
Insieme a tante altre ed altri vorremmo far vedere che la società, partendo dai suoi saperi e dalle sue competenze, ce la può fare ad organizzarsi in modo autonomo per costruire una città che non sia alla mercè dei custodi dell'ortodossia produttivistica e dell'ordine mortifero. La nostra idea di Bologna è quella di una città nuova, capace di accogliere gli studenti fuori sede e i lavoratori immigrati, ma anche capace di lanciare progetti produttivi e sociali che siano all'altezza delle sfide post-industriali e neo-moderne.

"Ce l'abbiamo con le I". Iniziamo con le "I" di Inquinamento e Ignoranza, proseguiremo con Ipersfruttamento, Ingerenza e Interventismo, per parlare di lavoro, di laicità e di guerra.

INQUINAMENTO ZERO
Il tema che dobbiamo porre al centro della nostra azione politica è quello dell'ambiente. La città di Bologna è diventata uno dei luoghi più inquinati e pericolosi per la salute fisica e psichica dei suoi abitanti, il tumore ai polmoni si è triplicato nel corso dell'ultimo decennio.
Nel corso dell'anno 2007 le polveri sottili hanno superato il livello di guardia dei 50 mg per metro cubo per centosei volte, anche se la legge prevede che non si possa superare quella soglia più di trentacinque volte nel corso dell'anno.
Chi ha fatto della fobia securitaria una sua mission è sempre stato abbastanza sbadato per quanto riguarda il tema della "sicurezza stradale".
Sono troppe le vittime della strada, pedoni e ciclisti, urtati da auto e camion: per esempio, via Toscana è ormai una strada molto pericolosa e invivibile per chi va a piedi o sulle due ruote. Ma sono diverse le strade della città che, a causa dei cantieri di grande edificazione, si sono trasformate in percorsi ad alto rischio.

E' nostra intenzione lanciare una campagna di riconversione totale del sistema di riscaldamento, sperimentando tecniche non inquinanti e abbandonando tendenzialmente l'uso di combustibili inquinanti nelle abitazioni. Lanceremo un piano di riconversione ecologica della produzione industriale cittadina.
Svilupperemo tutte le nuove tecnologie al servizio di un ambiente in cui i ragazzi non respirino quotidianamente sostanze cancerogene.
Coinvolgeremo l'Università perché sviluppi la ricerca in direzione della vita buona.
Nella città vogliamo che non predomini la macchina cancerogena.
E' nostra intenzione invertire la tendenza, portando anzitutto a piena realizzazione la volontà espressa nel 1984 dal 70% dei cittadini: liberare la città dalle automobili.
Faremo di tutto affinché i mezzi che consumano petrolio stiano il più lontano possibile dalle abitazioni e dai luoghi di aggregazione.
Ci batteremo per allontanare il Motorshow dalla città di Bologna. Quello spettacolo non è compatibile con gli interessi della città, né con la cultura di progresso e di buona vita che vogliamo incrementare.
Vogliamo rilanciare la cultura delle due ruote, tutelando chi usa la bicicletta per i suoi spostamenti quotidiani.
Per gli anziani o per chi ha difficoltà ad andare a piedi, per esempio, da porta san Vitale a porta Sant'Isaia, istituiremo un servizio di rikshaw ultramoderni, trainati da baldi giovani che, come avviene già in diverse città del Nord Europa, possono crearsi in questo modo una forma di reddito e dare il loro contributo alla riduzione dell'inquinamento.

IGNORANZA ZERO
La città di Bologna è stata sottoposta in modo programmatico alla paranoia securitaria, allo stress da inimicizia generalizzata. E' nostra intenzione lanciare un progetto di educazione alla convivenza e alla tenerezza, moltiplicando i luoghi dell'incontro, finanziando le strutture di integrazione, sottraendo alla speculazione abitazioni per metterle a disposizione a costi accessibili.
La città che menava vanto di essere luogo della cultura e del sapere sta riducendosi a un luogo di barbarie e di ignoranza. Proprio a Bologna venne elaborata nel 1999 la carta che programmava la trasformazione dell'università europea in sistema aziendalizzato di sottomissione all'economia precaria, e di riduzione del sapere a sistema di competenze funzionali all'economia di profitto.
Perciò, a Bologna come dovunque, l'università sta morendo.
Un Comune "innovativo" deve lavorare alla reinvenzione del sistema di produzione e di trasmissione del sapere, creando luoghi che integrino l'Università riattivando le funzioni che essa ha perduto, coinvolgendo gli studenti in un processo di reinvenzione del sistema educativo che dappertutto sta cadendo a pezzi.

LIBERIAMOCI DALLA SOGGEZIONE E DALL'ANSIA DELLA COMPETITIVITA'
La guerra rumoreggia all'orizzonte e noi facciamo finta di non sentirla.
Il costo della vita sale, l'affitto di mercato è inaccessibile, l'edilizia popolare è ferma da vent'anni, il mutuo per la casa ci affonda.
Orari di lavoro di dodici ore al giorno, ore e ore nel traffico ispirando particelle cancerogene.
I figli crescono respirando la stessa aria che emettono i nostri tubi di scappamento. Raggiungeranno i quarant'anni o creperanno prima dei trenta colpiti dal cancro ai polmoni?

Noi rispondiamo: Don't panic.

Vogliamo una città tenera e piacevole da vivere, lenta nei suoi ritmi di vita e veloce nelle sue intuizioni innovative. Una città capace di coniugare il realismo dell'economia post-industriale e post-meccanica con il piacere della calma, della quiete e della sensualità.

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