L’11 gennaio si terrà a Parma un dibattito sul problema abitativo nella terza età

A casa loro non al ricovero


21 dicembre 2001 - Sara Sartori

Bruno Carlo Sabbi e Mario Tommasini sono due politici un po’ particolari, li accumuna l’età, sono infatti entrambi over 65, e una lunga militanza comunista. Oggi, sono entrambi indipendenti di sinistra. Tommasini, al Comune di Parma, è capogruppo di Libera la libertà, il gruppo consiliare nato dalla lista che, alle ultime lezioni amministrative raggiunse quasi il 20%. Sabbi, eletto sia in Comune a Bologna che in Regione con i comunisti italiani, è uscito dal partito di Cossuta per formare il gruppo Indipendenti di Sinistra.
I due consiglieri sono sempre stati molto attenti alle tematiche sociali e ai problemi dei soggetti più deboli: anziani, malati di mente, persone che soffrono.
L’iniziativa che hanno deciso di organizzare per l’11 Gennaio, a Parma, è molto particolare. Sabbi e Tommasini hanno promosso una conferenza rivolta agli anziani, dove vorrebbero dimostrare che la “casa” può essere un’alternativa all’obbligarietà dell’ospizio.
Il titolo del dibattito è molto dolce. “Casa mia casa mia per piccina che tu sia”. Così come piene di dolcezza e di sensibilità è la lettera di invito che Mario e Bruno Carlo hanno spedito a tanti anziani.
La pubblichiamo interamente, perché riteniamo che sia una originalissima forma di comunicazione politica:
«Il giorno 11 gennaio, per favore, non restare in casa. Esci e vieni da noi al circolo di lettura. C’è una festa, ci sarà della musica. Ci saranno amici e persone che amiche le diventeranno. E mentre cammini per la strada che ti porterà tra noi, pensa a quello che hai lasciato dietro alla porta appena chiusa: c’è tutto il tuo mondo, il tuo passato e la tua speranza di futuro. Ci sono i tuoi mobili, gli oggetti che ami. Il tuo letto, la tavola dei tuoi pranzi. I piatti. Il divano… dietro alla porta che hai chiuso c’è la tua casa. E c’è la tua libertà. Quanto bene vuoi, alla tua casa? Tanto. Anche noi amiamo tanto la nostra e per questo facciamo fatica a pensare che una persona ,dopo tanti anni trascorsi in quella casa, la debba lasciare solo perché in difficoltà. Hai mai visto qualcuno entrare in casa di riposo? Noi sì. Con sé portano una valigia, neppure troppo grande. Qualche foto. Pochi oggetti perché in casa di riposo non c’è posto per gli oggetti di tutti. Ci sono due comodini, due armadi piccoli, due letti e forse ci sarà già una persona che dividerà la stanza. Nulla di quello che possiedi, che ogni giorno usi, ti potrà servire. Tovaglie, piatti, bicchieri, lenzuola, asciugamani li troverai là. Non saranno mai i tuoi, perché sono quelli di tutti.
Noi, questo non lo accettiamo. E vorremmo non accadesse mai neppure a te.
È possibile, sai, realizzare l’alternativa alle case di riposo. Anche per gli anziani non autosufficienti, per coloro che hanno bisogno di assistenza continua: in Europa sono tante le nazioni che hanno smesso di costruire case di riposo e hanno al loro posto costruito piccoli appartamenti dove le persone anziane ricevono tutta l’assistenza di cui hanno bisogno.
L’11 gennaio ti dimostreremo che è vero: sarà una festa nella festa ascoltare le parole di chi, come Elvira, a 92 anni ha riavuto una propria casa dopo dieci anni di casa di riposo. Sarà straordinario sentire la testimonianza di Maurizio Alpi. A loro devi credere, perché non vogliono nient’altro che farti dono della loro esperienza.
Sono più di 10 anni che lottiamo perché il tuo diritto a restare in una casa, anche se solo, anche se non autosufficiente, diventi realtà. Qualcosa di importante si sta muovendo e ti indicheremo dove e in che modo.
E se sei un operatore, magari proprio un operatore che lavora all’interno di una casa di risposo, prima di raggiungerci, guarda negli occhi gli anziani di cui ti prendi cura. Lo sai che cosa rimpiangono, sai ciò di cui hanno più desiderio. Crediamo davvero tu voglia loro del bene e allora, per favore, prova a pensarli all’interno di una loro abitazione. E pensa a te stesso che ti prendi cura di loro nella loro casa: la loro gioia, sarebbe la tua. La tua serenità sarebbe la medicina al loro dolore di adesso di sentirsi dimenticati e abbandonati.
Ci aspetta un futuro migliore, davvero, ed una città più viva, una professionalità più dolce. Anziani, giovani, bambini e anziani e poi giovani e anziani e tu, con loro, come loro. Per loro.
L’11 gennaio per favore, non restare in casa: può essere davvero l’unico modo per non doverla lasciare mai.
Grazie. Mario Tommasini e Bruno Carlo Sabbi».