La consultazione sul welfare vista da Piero Bernocchi

"Il referendum? Una partita truccata"

Con un comunicato stampa diffuso in questi giorni, Piero Bernocchi (portavoce nazionale dei Cobas della scuola) fotografa il referendum sul wellfare che si è svolto tra l'8 e il 10 ottobre: nessuna regola rispetto alle modalità della consultazione e bassissima rappresentatività, a cui risponderà lo sciopero generale e generalizzato del 9 novembre.
14 ottobre 2007

Secondo Piero Bernocchi "la consultazione, promossa da Cgil-Cisl-Uil sul Protocollo del 23 luglio, viene esaltata come una grande prova di democrazia, ma in realtà è una partita truccata come tutta la democrazia sindacale, requisita dai tre sindacati concertativi, che la esercitano in maniera monopolistica".

Cobas Talmente truccata che parlare di brogli appare addirittura fuori luogo. "Non è il caso di parlare di brogli - prosegue il portavoce dei Cobas della scuola - questi ci sono quando, di fronte a regole certe e verificabili, un soggetto le viola. Ma qui non c'erano regole. Cgil-Cisl-Uil hanno gestito come hanno voluto una grande azione di propaganda, spalleggiate dalle forze della maggioranza governativa. In un referendum vero le tesi in contrapposizione hanno lo stesso spazio per essere discusse, le votazioni avvengono in "campo neutro", ad orari e con modalità chiari, e vengono poi certificate da scrutatori di entrambe le tesi in conflitto. Qui, al di fuori delle fabbriche ove l'opposizione della Fiom ha imposto un minimo di procedura (e non a caso ha vinto il NO), non solo nessuno ha potuto presentare le ragioni del NO, ma le votazioni sono avvenute o nelle sedi sindacali senza alcun controllo, o alla fine di assemblee (vedi scuola e PI) oramai deserte senza alcuno scrutinio pubblico".

E anche volendo sorvolare sull'assoluta mancanza di trasparenza nelle modalità della consultazione, rimane il fatto che il voto espresso rappresenta una piccola parte dei lavoratori italiani. Per Bernocchi "il Pubblico Impiego parla di circa 250 mila votanti, il 7% dell'intera categoria; e la scuola non supera il 3%. I comparti di gran lunga maggiori, pubblico impiego, scuola e metalmeccanici tutti insieme, avrebbero visto il voto di circa 800 mila lavoratori (solo i metalmeccanici sono al 50%). E come diavolo si arriva a 5 milioni? Con fiumane di pensionati (ai quali si è detto perfino che, senza l'elevamento dell'età pensionabile, tra un po' non riceveranno più la pensione, perché INPS e INPDAP falliranno) attirati nelle sedi Cgil-Cisl-Uil?"

Il referendum csul welfare rappresenta quindi una pessima pagina nel capitolo della truffa orchestrata da governo Prodi, Confindustria e sindacati confederali. "Ma questa gigantesca sceneggiata - assicura Bernocchi - non arresterà l'opposizione frontale al Protocollo, alla Finanziaria, alla politica del governo Prodi, alle leggi-precarietà (30 e Treu) che si manifesterà il 9 novembre con lo sciopero generale e generalizzato convocato dai Cobas e da vari sindacati alternativi, da moltissimi centri sociali, strutture del precariato, studentesche e sociali, per chiedere anche la garanzia del lavoro e del reddito e l'estensione dei diritti sociali a tutti/e. Portando in piazza, nei capoluoghi di regione, centinaia di migliaia di persone, chiederemo anche la fine del monopolio Cgil-Cisl-Uil e la restituzione dei diritti sindacali a tutti i lavoratori e organizzazioni".

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