Culture

”ZERO IN CONDOTTA”, il libro su dieci
anni di movimenti a Bologna e di Zic.it

Con una raccolta di appunti sull’informazione autogestita oggi e la prefazione di Valerio Evangelisti. Una produzione indipendente in Creative Commons, disponibile anche su OpenDDB. In uscita il 2 marzo’018 con presentazione a Vag61.

19 Febbraio 2018 - 11:57

ZERO IN CONDOTTA
Dieci anni di movimenti a Bologna e di Zic.it
e appunti sull’informazione autogestita oggi

 

 

ZERO IN CONDOTTA è il libro su dieci anni (2007/2017) di movimenti a Bologna attraverso le pagine di Zic.it – Quotidiano on line autogestito. Ed è il libro su dieci anni di Zic.it vissuti lungo le pagine scritte, giorno dopo giorno, dai movimenti.

ZERO IN CONDOTTA è una cassetta degli attrezzi per ragionare sull’autorganizzazione e sull’autogestione dell’informazione.

ZERO IN CONDOTTA è una produzione indipendente curata dalla redazione di Zic.it, con prefazione di Valerio Evangelisti.

ZERO IN CONDOTTA è un’opera pubblicata sotto licenza “Creative Common Attribution-Non-Commercial-ShareAlike 4.0 International” (CC BY-NC-SA 4.0).

ZERO IN CONDOTTA è in distribuzione anche attraverso la libreria on-demand OpenDDB: prenota/acquista una copia del libro e sostieni le produzioni multimediali indipendenti.

ZERO IN CONDOTTA è disponibile a partire dal 2 marzo 2018, data della prima presentazione pubblica del libro a Vag61 – Spazio libero autogestito, in via Paolo Fabbri 110.

ZERO IN CONDOTTA anche nel prendere forma con carta e inchiostro è un fronte di lotta, una voce libera e insubordinata.

 

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SI PARLA DEL LIBRO SU: Carmilla #1Carmilla #2Radio Onda d’Urto (audio)Radio Città Fujiko (audio)il Manifesto BolognaCorriere di BolognaRepubblica Bologna

 

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LA PRIMA PRESENTAZIONE DEL LIBRO A VAG61: le foto e la registrazione audio della serata

“DIECI ANNI DI ZIC.IT, QUINDICI ANNI DI CARMILLA ONLINE”: le foto e la registrazione audio della serata

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO ALLA LIBRERIA MODO INFOSHOP: la registrazione audio della serata

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO A LÀBAS: le foto della serata

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO ALL’XM24: la registrazione audio e le foto della serata

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO A LA CASONA: la registrazione audio e le foto della serata

 

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CALENDARIO PRESENTAZIONI E DISCUSSIONI: 2/3 a Vag6124/3 a Vag6112/4 a Grassroots17/4 a Modo Infoshop10/5 a Làbas26/5 a Xm2423/7 a La Casona di Ponticelli

 

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E’ POSSIBILE TROVARE IL LIBRO A: Vag61Xm24Circolo BerneriLàbasEnolibrì al TpoGrassrootsModo Infoshop –  ExAequoBar Edera – La Casona (Ponticelli di Malalbergo) – Brigata 36 (Imola)La Città del Sole (Bussoleno)Magazzino 47 (Brescia) – Pratello R’EsisteBecco in festa per la CirenaicaConcerto per i Prati di Caprara – Festa di Radio Onda d’Urto (Brescia)

 

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INTRODUZIONE

Circa 12.500 articoli, quasi 15.000 fotografie, oltre 900 file audio, più di 400 video, all’incirca 10.000 appuntamenti di natura politica, sociale o culturale segnalati e alcune migliaia di lettrici/ori al giorno. Se bastassero i numeri, ecco dieci anni di Zic.it – Quotidiano on line autogestito @ Bologna, dall’inizio delle pubblicazioni regolari nel marzo 2007 alla metà del 2017. I numeri, però, non bastano. Non ci bastano e, a dirla tutta, neanche sono la cosa che più ci interessa. Quello che ci interessa, dieci anni dopo, è poterci confrontare (a testa alta, confidiamo sia così) con una sfida che all’epoca ci sembrò non potesse essere ignorata in una città come Bologna: creare uno strumento di informazione antagonista e partigiana che, in modo trasversale e senza vincoli di appartenenza, contribuisse a dare voce alle esperienze di autorganizzazione ed autogestione, a realtà collettive e a singole persone che buona parte della società preferirebbe restassero in silenzio. Uno strumento libero e indipendente, prima di tutto, ma anche affidabile e in grado di confrontarsi con le trasformazioni del web imposte dalla multimedialità, dalla self-communication e dai rischi connessi a fake news e overload informativo.

Ci siamo riusciti? Ci abbiamo provato! Nonostante i nostri limiti, le difficoltà e qualche amarezza, dieci anni dopo siamo qui a raccontare, con questa pubblicazione, un impegno del tutto volontario ma costante, con il quale contiamo di aver contribuito a sostenere lotte e battaglie che sentiamo nostre e che, giorno dopo giorno, abbiamo vissuto dall’interno mettendo a disposizione di movimenti, collettivi, centri sociali, sindacati conflittuali e teste pensanti un giornale, non una bacheca, nato per promuovere iniziativa politica facendo informazione e per fare informazione promuovendo iniziativa politica. Una voce insubordinata che porta con sé l’ambizione, ostinata, di offrire un punto d’incontro ad un mondo in continua evoluzione e spesso frammentato. Abbiamo fatto il possibile. Abbiamo fatto la nostra parte. In qualche caso, siamo anche riusciti a costringere l’informazione mainstream a fare i conti con le nostre notizie e inchieste e dunque con il fatto che, come abbiamo già avuto modo di dire in altre occasioni, c’è sempre un’altra storia da raccontare…

Per altre e più approfondite riflessioni, rimandiamo alla seconda parte del libro. In questa sede, invece, vogliamo dire grazie a chi segue Zic.it da tanto o da poco tempo e tutte/i quelle/i che negli anni hanno osservato, raccolto, ricercato, scritto, fotografato, ripreso, programmato, supportato, suggerito. E un grazie speciale non può non andare alle compagne e ai compagni di Vag61 che si fanno in quattro per sostenere, tra i tanti, anche questo progetto.

Perchè, da dieci anni a questa parte, la strada è sempre quella e sempre uno l’avvertimento: non rovinarsi la media, mai prendere più di ZERO IN CONDOTTA!

 

In questo libro

La prima parte ripercorre gli ultimi dieci anni di movimenti a Bologna, dal marzo 2007 al settembre 2017, attraverso un iniziale riepilogo delle principali notizie pubblicate anno per anno e a seguire una selezione di materiali: molti degli editoriali firmati dalla redazione, alcune opinioni e articoli più originali, le comunicazioni e le iniziative più significative che Zic.it ha promosso o attraversato, ed infine un elenco delle inchieste e tanto altro (che avremmo voluto riportare integralmente, ma non è stato possibile farlo).

La seconda parte, invece, è formata dal racconto delle radici cartacee di Zic.it (attraverso l’esperienza delle riviste Mongolfiera e Zero in condotta), da una presentazione del progetto nella sua fase attuale e da un’autointervista collettiva elaborata dalla redazione per approfondire la natura del giornale e ripercorrere come si è evoluta nel corso di questi dieci anni, affrontando una serie di nodi tematici che speriamo possano rivelarsi utili anche a ricavare alcune valutazioni di più ampio respiro sulle potenzialità (e i limiti) dell’informazione autogestita.

Una terza sezione, infine, è costituita dalle fotografie tratte dalla mostra “Bologna in movimento: dieci anni nelle immagini di Zic.it”, pubblicate in parte insieme alla selezione delle notizie e degli articoli, in parte nelle pagine conclusive del volume.

Il materiale utilizzato per questo libro proviene dalle pagine stesse del giornale (possibili refusi compresi…), dal Centro di documentazione dei movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani” e da una tesi di laurea magistrale in Giornalismo e cultura editoriale, dal titolo “Potenzialità e limiti dell’informazione autogestita: il panorama bolognese e l’esperienza di Zic.it”, discussa nel 2017 all’Università degli studi di Parma.

La redazione di Zic.it

 

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PREFAZIONE

Lo specchio degli invisibili

di Valerio Evangelisti

Bologna, al di là delle apparenze, è una realtà stratificata. In superficie, il visitatore ne coglie l’ordine sostanziale, la discreta pulizia, un benessere trasbordante che confina col lusso, ma in forme meno sfacciate che a Milano. Qui l’alta borghesia non ama mettersi in evidenza. Vive sulle colline attorno, frequenta i propri circoli e ristoranti, salotti e teatri. Non la si nota. Gode ancora di un tacito compromesso stipulato a suo tempo con il Partito comunista (poi PDS, poi DS, poi PD). Io, ceto superiore, ti lascio governare. Tu, erede sempre più pallido del sovversivismo del dopoguerra, mi garantisci vita tranquilla. Ci arricchiremo entrambi, e sarà la città ad arricchirsi.

Ha funzionato fino al 1977, quando un moto inatteso ha rivelato l’esistenza di una Bologna altra. Dopo l’uccisione di uno studente da parte di un poliziotto, cortei sfilano tra il fragore di vetrine spezzate. Esplodono colpi di arma da fuoco. Il centro urbano è soffocato dai lacrimogeni e dal fumo degli incendi. Viene alla luce un vero e proprio mondo, perfettamente visibile eppure sommerso, almeno agli occhi degli amministratori. Vi si fondono studenti, in primo luogo fuorisede, spesso meridionali, parcheggiati all’università in un contesto di disoccupazione che anticipa quello attuale; giovani lavoratori di periferia, che trovano impiego in piccole fabbriche e officine per poi perderlo a ogni flessione delle commesse, provenienti dalla grande e media industria; marginali e precari che sembravano rassegnati al loro destino, respinti com’erano nell’invisibilità dalla rossa capitale del buon vivere e del perbenismo.

La reazione delle istituzioni è immediata e brutale. Inutile ricordarla: mezzi blindati, aree accerchiate rese off limits, arresti e denunce. I ribelli tacciati di fascisti (o, in alternativa, di agenti della CIA) da una campagna di stampa isterica, a cui il PCI dà il la. Un anno dopo, il colpo di grazia verrà dal rapimento Moro. Non più solo “diciannovisti” (secondo la definizione imbecille di Berlinguer e dei vertici del Partitone), ma anche fiancheggiatori e complici del terrorismo. L’offensiva è massiccia, e c’è poco da fare. Il movimento della Bologna antagonista è messo alle corde, risente dei colpi.

Con esso iniziano a perdere rapidamente di peso le sue espressioni stampate e radiofoniche, che avevano visto un proliferare di testate dai nomi più fantasiosi. E’ una ritirata drammatica, a cui, in assenza di leader (scappati o in galera, più raramente convertitisi in rinnegati), cercano di dare ordine quelli che erano stati i luogotenenti, i sottufficiali delle espressioni politiche delle nuove forme di sfruttamento. Il fatto è che, mutilata di tante avanguardie, la composizione di classe resta immutata, e, nelle sue frange meno strutturate, si affanna a resistere al ristabilimento di una pace per lei mortale.

Tra le voci superstiti c’è ZIC, Zero in condotta, rivista nata proprio nei momenti peggiori della sconfitta. Nei suoi primi vagiti, quando si chiamava Mongolfiera, ricorda Time Out. Un settimanale inglese che, in quegli stessi anni, univa il discorso politico a una rassegna degli spettacoli e degli eventi culturali londinesi. Ma mentre Time Out si fa sempre più neutro, ZIC, divenuta nel 2007 giornale on line, si arricchisce in radicalismo. Al punto che, oggi, è l’unica fonte di informazione su una Bologna underground che i media “importanti” fingono di non vedere.

Negli anni, ZIC è divenuta una vera e propria mappa, con aggiornamenti quotidiani, della città “mai domata” (è una citazione da una canzone romana della Resistenza). Con articoli, foto, filmati, cartine testimonia, di giorno in giorno, dell’esistenza di un tessuto sociale e umano che ha rifiutato l’omologazione. E si tratta di migliaia di persone, di centri sociali, di sindacati di base, di circoli e raggruppamenti spontanei. Non è la stessa composizione del ’77, ci mancherebbe. L’assetto attuale è enormemente più complesso, l’antagonismo pare disperso, il panorama dei refrattari risulta variegato e nebbioso. Per fortuna c’è ZIC che sa, oltre ogni offuscamento, ricomporre il quadro delle disobbedienze. Dare evidenza alla Bologna nascosta.

Chissà che non sia la Bologna futura.

 

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– Autrici/ori: la redazione di Zic.it
– Prefazione: Valerio Evangelisti
– Fotografie: Flavia Sistilli, Michele Lapini, Giulio Cicanese
– Pagine: 216
– Anno: 2018
– Prezzo: 15 euro