Opinioni

Opinioni / Incendi e piromani urbani

Ieri al rogo una palazzina in via Cesare Battisti, e subito si avventano gli sciacalli. Chi soffia sul fuoco e chi cade dalle nuvole. Il commento di un nostro redattore.

26 Giugno 2013 - 17:57

Il centrodestra cittadino non poteva farsi sfuggire una simile occasione per sparare a zero sull’immigrazione e il disagio abitativo; e se dal lato destro della politica istituzionale si urla e si punta il dito verso le “tane da topi” dove vivrebbero “abusivi e clandestini”, nell’altra sponda politica si precipita come sempre da nuvole altissime.

L’assessore Malagoli (Sel) dichiara di non essere stato a conoscenza di quella situazione di precarietà abitativa. Come se fosse la sola in città. Magari era troppo impegnato nello svendere patrimonio pubblico ed alloggi popolari, oppure a buttare fuori di casa qualche famiglia che sforava di pochi euro il limite imposto per le graduatorie Erp. A pensar bene si potrebbe ipotizzare che fosse troppo impegnato ad elaborare politiche adeguate per fronteggiare l’emergenza abitativa. Ma guardando cos’ha fatto in questi anni questa ipotesi è decisamente da scartare. L’assessore alle politiche sociali Frascaroli si accorge anch’essa solo ora della “strana situazione” abitativa. Nonostante che le cifre del disagio abitativo siano abbastanza eloquenti: più di 40.000 famiglie nella sola Bologna, vivono in condizioni di disagio abitativo (Rapporto Nomisma).

Non è un caso che molte delle famiglie che abitavano in quegli appartamenti fossero migranti. Da anni le realtà antirazziste ed i movimenti per l’abitare denunciano la difficile realtà del diritto alla casa, soprattutto per chi già vive in condizioni di precarietà, continuamente ricattato dal permesso di soggiorno vincolato al lavoro. Famiglie costrette a vivere in appartamenti sovraffollati ed in condizioni abitative pessime. Non c’è altra scelta per chi non si può permettere un affitto sul libero mercato ed è in attesa (infinita) di una casa popolare (400 assegnazioni annue per più di 10.000 richieste). Una ghiotta occasione per i proprietari di case, spesso i soliti noti, che speculano aiutati anche dalle politiche fiscali fallimentari come la cedolare secca.

Ma questo di certo non è una novità. Strano che chi dovrebbe occuparsi della questione abitativa, non sia a conoscenza del fenomeno degli affitti in nero, dei proprietari di case che affittano cantine come appartamenti, di affitti alle stelle per pochi metri quadri e del continuo aumento delle richieste di sfratto. Una situazione che riguarda la parte più vulnerabile della popolazione e che colpisce ovviamente anche gli studenti, una droga per il mercato immobiliare.

C’è voluto un incendio per far luce sul disagio abitativo cittadino. E sicuramente il problema non è rappresentato da chi subisce la precarietà abitativa, ma da coloro che speculano e fanno finta di non vedere. Ma sicuramente sarà una luce breve che terminerà appena ci saranno altri eventi su cui fare un po’ di sano sciacallaggio politico, oppure qualche nuova casa da svendere o da sgomberare.