Attualità

Milano / Sgomberati due centri sociali

Nel primo giorno della task force della prefettura contro le occupazioni, il quartiere Corvetto è stato militarizzato e sono scattati gli scontri tra i centri sociali e la polizia. Sequestrati il Rosa Nera e il Corvaccio.

18 Novembre 2014 - 20:01

Milano,  sgomberi (foto da twiiter @NicMax25)di Babba Urra

Lo avevano promesso e alla fine è arrivato. Il maxi blitz contro le occupazioni a Milano che è scattato la mattina del 18 novembre con lo sgombero di due centri sociali del quartiere Corvetto, ha provocato una giornata di tafferugli tra le forze dell’ordine e gli abitanti del quartiere. Mentre la polizia procedeva con il sequestro del circolo Rosa Nera appartenente all’area anarchica, tre militanti del centro sociale Corvaccio si sono arrampicati sul tetto dalla cascina per difendere lo spazio di via Ravenna. Nel giro di poche ore, per strada è salita la tensione tra le due diverse fazioni che si sono fronteggiate a lungo: da una parte polizia e carabinieri in assetto anti sommossa, dall’altra i residenti del quartiere Corvetto assieme ai militanti dei centri sociali sotto sgombero. Negli scontri, mentre un elicottero sorvolava la zona, una donna incinta è stata colpita all’addome da un manganello e un’altra è stata trascinata dalla polizia per diversi metri sull’asfalto. Nonostante il piano della prefettura di Milano preveda 200 sgomberi abitativi la settimana, i primi ad essere stati presi di mira sono stati i centri sociali. Al quartiere Corvetto, che si trova nella periferia a sud est della città, la densità di occupazioni abitative è molto alta. Per questa ragione, l’arrivo delle forze dell’ordine ha scatenato la reazione degli abitanti che vivono nelle occupazioni e temono l’imminente sgombero.

Dopo due giorni di scontri, il prefetto di Milano ha rinominato l’operazione che prevede 200 sgomberi programmati la settimana ‘modello Milano’ con l’auspicio di replicabilità sulle altre città italiane.

E intanto i numeri parlano chiaro: mentre 23 mila persone sono in lista d’attesa per la casa popolare, in città ci sono otto mila case di proprietà dell’Aler (l’azienda regionale per la casa) che rimangono vuote.

A fine giornata il bilancio è grave: tre persone sono state arrestate e quattro sono state denunciate per rispondere di
resistenza, violenza aggravata da lancio di oggetti e invasione di terreni ed edifici. Intanto il tribunale di Milano ha confermato la convalida dell’arresto dei due militanti fermati durante lo sgombero avvenuto appena ventiquattro ore prima al Giambellino. Intanto tutte le realtà antagoniste lanciano sui social network presidi resistenti per i prossimi giorni.