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“Grazia respinta, ma verificare che il detenuto sia ancora vivo”

E’ la comunicazione inviata dal ministero della Giustizia al carcere bolognese della Dozza: prima di notificare il “no” alla richiesta di grazia, si raccomanda di verificare “l’esistenza in vita” del condannato per evitare “situazioni di imbarazzo”.

16 Marzo 2015 - 18:22

Carcere ( foto da flickr @my_southborough)“Grazia respinta”. Ma prima di procedere con la notifica del responso, accertarsi che il detenuto sia ancora vivo per evitare “evidenti situazioni di imbarazzo”. E’ la paradossale comunicazione inviata dal ministero di Giustizia al carcere della Dozza di Bologna, dove il detenuto protagonista della vicenda è recluso, al magistrato di sorveglianza e al procuratore generale presso la Corte d’appello. La domanda di grazia, è la notizia riportata oggi dalle agenzie di stampa, era stata inoltrata (a quanto pare per motivi di salute) al presidente della Repubblica.

“Si comunica che il presidente della Repubblica non ha concesso la grazia”, scrivono dal ministero, in particolare dalla Direzione generale della giustizia penale. “Si prega di dare notizia del disposto rigetto assicurando con sollecitudine questo ministero. Al riguardo- continua la comunicazione- al fine di corrispondere a conforme richiesta della stessa presidenza della Repubblica, si prega di voler istruire il personale procedente affinche’ quest’ultimo provveda ad assicurarsi, anche nelle vie brevi, circa l’esistenza in vita del condannato”. Verifica da effettuare “previamente alla formale notifica del rigetto, onde prevenire- e’ la spiegazione fornita dalla Direzione generale della giustizia penale- il verificarsi di evidenti situazioni di imbarazzo”.