Editoriale

Editoriale / La Cgil contro Zic: ma chi spaventa chi?

La segretaria della Filcams, innervosita dalle brutte figure rimediate con la vicenda Coopservice, ci attacca dal sito della Camera del lavoro. Ne siamo onorati. Ma un paio di cose è il caso di sottolinearle.

24 Luglio 2014 - 14:33

Un giornale che “scientemente decide di deformare la realtà”, un “mentitore”. Addirittura… Di che si tratta? E’ Beppe Grillo contro il “giornalista del giorno” preso di mira sul suo blog? Daniela Santanchè contro la stampa comunista? Un reduce girotondino contro i quotidiani di regime di casa Berlusconi? Acqua. A spararla tanto grossa è Sonia Sovilla, segretaria della Filcams-Cgil di Bologna, che a quanto pare non apprezza molto il nostro Zeroincondotta. La sindacalista ci ha tenuto a scriverlo, chiaro e tondo, in una lettera pubblicata sul sito web della Camera del lavoro. Il motivo? Un non meglio precisato “comunicato” che la suddetta Sovilla ha letto “recentemente” sulle nostre pagine, riguardante la lunga vertenza Coopservice.

Immaginiamo possa trattarsi della nota diffusa lo scorso 7 luglio dall’Assemblea Lavorat* Student* e Precar*. Nella lettera, la segretaria della Filcams (stra)parla di “rispetto reciproco”, di “sinistra” e di “contraddizioni”, elencando alcuni episodi che hanno contraddistinto la dura mobilitazione dei lavoratori impiegato in appalto dall’Ateneo. Il nostro pensiero sulla vicenda Coopservice lo abbiamo articolato in un precedente editoriale pubblicato nei mesi scorsi, dunque non ci dilunghiamo. Un paio di cose, però, ci pare il caso di sottolinearle.

– Sovilla, evidentemente, non è capace di distinguere chi scrive, firma e diffonde un comunicato da chi lo pubblica. Oppure, è capace di farlo ma vorrebbe che Zic non pubblicasse comunicati a lei sgraditi. Si metta l’anima in pace, la segretaria: questo giornale continuerà a dar voce alle esperienze di autorganizzazione ed autogestione, che sulla stampa mainstream faticano a trovare spazio. La Filcams e la Cgil, se hanno qualcosa da dire, hanno a disposizione una discreta batteria di agenzie, quotidiani, radio, tv, siti e compagnia cantante.

– Sovilla fa una ricostruzione della vertenza Coopservice in base alla quale, sostanzialmente, gli aumenti salariali ottenuti sarebbero tutto merito della Filcams: aumenti che, scrive la segretaria, hanno riportato “i salari a livelli accettabili”. Se ne deduce, dunque, che anche per la stessa Sovilla in precedenza le paghe erano inaccettabili. Ma la segretaria dimentica (omette?) un particolare che tanto particolare non è: chi l’aveva firmato il contratto in base al quale i lavoratori prendevano salari da “situazione drammatica”, come l’ha definita perfino l’Ateneo per bocca di rettore e prorettori? Ma guarda: la Filcams, insieme alla Fisascat-Cisl. A proposito di
“deformare la realtà”…

– Sovilla, infine, liquida la lunga mobilitazione che ha scosso l’Alma Mater come opera di un “gruppo di studenti”, per di più sfaccendati e ricchi di famiglia (chi gliel’ha detto, poi, è un mistero). Noi, a differenza della segretaria, i blocchi in via Zamboni li abbiamo visti da vicino. E sappiamo bene, quindi, che c’è un altro “particolare” che Sovilla dimentica (omette?): gli studenti hanno sicuramente supportato una lotta che, però, come protagonisti ha avuto i lavoratori, quei lavoratori in prima fila nei picchetti e capaci di parlare a testa alta di fronte al rettore o alle telecamere. Quei lavoratori che la Filcams, se ne faccia una ragione la segretaria, non rappresenta. Altrimenti, come si spiegano gli scioperi e i servizi interrotti per giorni e giorni?

Forse è proprio questa la paura che traspare dalla lettera della sindacalista. Paura che nasce dalla consapevolezza che in maniera sempre più diffusa, dalle facoltà universitarie ai magazzini della logistica, il “sindacatone” arranca e si trova costretto a rincorrere – quando va bene – i processi reali di conflitto, di trasformazione, di conquista di reddito e diritti. Forse è per questo che Sovilla ce l’ha tanto con Zic: perchè, nel nostro piccolo e barcamenandoci nelle nostre vite precarie, contribuiamo a mostrare un mondo che la funzionaria vorrebbe non vedere. Lei è libera di chiudere gli occhi. Noi siamo altrettanto liberi di tenerli bene aperti.

La redazione di Zic