Acabnews Bologna

Chiamare alla mobilitazione antifascista non è reato

Archiviata la querela di Casapound contro Monteventi e Loreti, accusati di istigazione a delinquere per un articolo con cui nel 2009 contestavano l’apertura di un bar gestito da Casapound in via Zanolini.

06 Luglio 2012 - 16:40

“Il fatto che l’articolo termini invocando mobilitazione di tutti gli antifascisti bolognesi” è “privo di qualsiasi contenuto istigatorio perché riferibile ad una mobilitazione politica”. Questa la frase chiave del dispositivo con cui il giudice ha archiviato la querela dell’ex responsabile di Casapound Bologna Alessandro Vigliani a carico di Valerio Monteventi e Tiziano Loreti, ai tempi candidati sindaco e presidente della provincia per Bologna Città Libera / Terre Libere.  Oggetto della querela un articolo, pubblicato dal sito del movimento e dal nostro giornale il 15 maggio 2009, che stigmatizzava l’apertura del “Kulturbahn”, bar gestito dai neofascisti nei locali della stazione San Vitale della ferrovia suburbana, in via Zanolini.

Vigliani accusava Monteventi e Loreti di istigazione a delinquere facendo riferimento alla distruzione a sassate, la notte successiva, della vetrata del bar stesso e all’attentato incendiario che, il 4 giugno dello stesso anno,  ha colpito la sede di Casapound ai tempi in Piazza di Porta Castiglione. Ai due secondo il leader neofascista, sarebbe stata da imputarsi anche la responsabilità di alcuni commenti apparsi su Indymedia Emilia Romagna in coda al repost dell’articolo: è lo stesso giudice a riconoscere l’infondatezza di quest’ultima accusa e l’impossibilità di individuare gli autori dei commenti, dato che  Indymedia “è un sito che garantisce l’assoluto anonimato dell’interventore”

La Procura aveva archiviato il procedimento il 7 febbraio scorso, ma i legali di Vigliani si erano opposti, appellandosi al “notorio carisma dei due indagati” tale da “suscitare reazioni tra frange dell’estrema sinistra militante, tra cui si annoverano soggetti esagitati e violenti”. Il 12 giugno l’udienza in camera di consiglio, poi la definitiva archiviazione.