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Casa occupata? A Castenaso si risponde con le ruspe

Demolito un edificio su ordine del sindaco del Pd, in odore di alleanza con un ex leghista: malumore tra i cittadini. Intanto, Piazza Grande sulla situazione di Bologna: “La casa è un problema, non un’emergenza”.

28 Maggio 2015 - 19:39

Il Comune di Castenaso mostra i muscoli contro le occupazioni. Tanto da mettere in moto le ruspe. Oggi, infatti, nella cittadina dell’hinterland bolognese è partita la demolizione della ‘Bassa Benfenati’, in esecuzione di una specifica ordinanza del sindaco Stefano Sermenghi, del Pd. L’intervento, ha spiegato il Comune, si e’ reso necessario “in ragione delle condizioni di inagibilita’ statica ed impiantistica dell’immobile, nonche’ per la presenza di occupanti abusivi”. Sul profilo Facebook dell’amministrazione non tutti i cittadini hanno accolto positivamente il provvedimento. C’e’ chi parla di “un pezzo della Castenaso che se ne va, uno scempio”; c’e’ chi considera “un peccato davvero non recuperalo” e chi si chiede: “Era proprio necessario demolirla?”. Guarda caso, invece, esulta Manes Bernardini, consigliere comunale di Bologna ed ex esponente della Lega nord: “Si fa così, sgomberi e subito dopo demolizione”. Sulla stampa, di recente, si è letto che il sindaco Sermenghi, pur essendo del Pd, starebbe lavorando ad un’alleanza proprio con l’ex leghista Bernardini, in vista delle elezioni bolognesi del prossimo anno.

Anche Piazza Grande, intanto, analizza la situazione che si è venuta a creare a Bologna: “La casa è un problema, non un’emergenza. Bologna sta conoscendo una stagione di occupazioni come non si vedeva dai primi anni Novanta. In quegli anni, infatti, la prima grande ondata migratoria dal Nord Africa non trovando nelle istituzioni una risposta adeguata alle esigenze abitative, prese la via delle occupazioni. Sono passati più di vent’anni e Bologna si ritrova con lo stesso problema e la stessa mancanza di soluzioni. Con l’occupazione dell’ex Dima (già finita con uno sgombero) che ha coinvolto circa 150 persone, il fenomeno ha raggiunto dimensioni tali da non poterlo più considerare un fatto transitorio o emergenziale. L’impossibilità di accedere a soluzioni abitative dignitose è un dato di fatto per centinaia di persone, donne, uomini, famiglie con minori a carico, lavoratori italiani e stranieri, profughi che hanno esaurito il programma di assistenza. Per loro, il welfare cittadino non ha risposte: le graduatorie Acer per l’assegnazione di case di edilizia pubblica sono intasate con liste di attesa di anni (6500 domande inevase) e comunque molti di loro non avrebbero il punteggio necessario risultando privi di reddito (il nuovo regolamento che fissa il limite minimo di 3 anni di residenza per fare domanda peggiorerà la situazione); i dormitori pubblici sono pieni, ma anche questi non rappresentano una soluzione adeguata per i tanti nuclei familiari senza casa; le politiche di sostegno all’affitto, riguardo al canone concordato soprattutto, non hanno ricevuto l’impulso necessario e verranno ridimensionate”.

(Foto La Rocca, dal sito del Comune di Castenaso)