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Blitz in rettorato [foto], Bartleby guadagna tempo

Bartleby: presto un nuovo spazio dal Comune, intanto “i lavori inizino nel lotto accanto”. Nicoletti accetta un tavolo a tre con Palazzo d’Accursio ma incalza: “Quando si inizierà a rompere dei muri dovranno andarsene”

01 Giugno 2012 - 17:31

Sono andati in alcune decine al rettorato, stamane,  gli attivisti di Bartleby,  minacciati ieri di sgombero immediato dall’Alma Mater. La temuta azione di forza non c’è stata, di prima mattina si sono presentati solo gli operai della ditta incaricata dei lavori di restrutturazione, che ha iniziato ad operare in un’ala diversa da quella animata dallo spazio autogestito.

A Palazzo Poggi sono stati ascoltati dal prorettore Nicoletti, a cui hanno avanzato la richiesta di iniziare i lavori nell’area accanto a Bartleby (separata da un muro) e permettere di continuare a svolgere le attività culturali e politiche previste in via San Petronio Vecchio finché non la trattativa (che gli attivisti definiscono “concreta”) con il Comune non terminerà con la messa a disposizione di un nuovo immobile comunale. “E’ questione di un mese e mezzo, due al massimo”, – spiega Paolo di Bartleby – sono i tempi tecnici necessari per predisporre la convenzione per mettere a norma il nuovo spazio”. Nel frattempo “nessuno ci minacci uno sgombero o ci incalzi per farci andar via. Non abbiamo nessun interesse a ritardare i lavori, chiediamo solo che per un po’ proseguano al di là del muro, nel lotto accanto, tanto il complesso è enorme”

A metà pomeriggio arriva la risposta del prorettore: “Oggi gli operai sono andati ad aprire il cantiere ed era la cosa importante, perchè altrimenti avremmo dovuto pagare delle penali”. Nei prossimi giorni “inizialmente ci saranno da scaricare dei materiali, da prendere delle misure. Quando però sarà il momento di cominciare a rompere dei muri, allora i ragazzi non potranno più stare lì. Non è pensabile che un cantiere vada avanti mentre nella stanza a fianco loro sono lì a cantare, bere e fare le loro attività”.

Nicoletti si dice comunque disponibile a un tavolo a tre con Palazzo d’Accursio: “Chiamerò l’assessore Ronchi, probabilmente oggi stesso. Facciamo questo tavolo, parliamone insieme e poi chiudiamo questa partita. Tra l’altro, se come dicono è vero che il Comune gli ha già offerto una sede, non ci sarà tanto da discutere”

 

> Fotografie di Michele Lapini:

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> Il comunicato:

Bartleby: la nostra forza è la vostra forza

Dopo la partecipatissima assemblea di ieri sera, e la notte trascorsa con centinaia di persone in via San Petronio Vecchio, questa mattina siamo andati al Rettorato dell’Università chiamando direttamente in causa il pro-rettore Nicoletti, che ieri ha pubblicamente annunciato lo sgombero di Bartleby. Abbiamo ribadito che siamo disposti a trattare, partendo però dal fatto che per Bartleby è importante e vitale poter portare avanti le proprie iniziative e garantire la continuità ai progetti, come il mantenimento del fondo Roversi (un’emeroteca composta da preziose riviste dagli anni ’50 ai giorni nostri). Abbiamo ribadito che esiste una trattativa concreta con l’Assessorato alla cultura e sarebbe responsabilità univoca dell’Università tentare di sgomberare Bartleby proprio in questo momento. Ma soprattutto abbiamo ribadito che saremo sempre in tanti a difendere questa esperienza. Perché Bartleby è soprattutto un luogo dove in autonomia si organizzano iniziative politiche per combattere il presente di miseria che governi tecnici, lobbies finanziarie e partiti che li sostengono, vogliono consegnarci. Miseria che passa anche attraverso le aule universitarie e il declassamento continuo dei saperi. Bartleby non pone solo il problema della necessità di spazi per la produzione autonoma di saperi dentro e fuori l’Università, in una città soffocata dal provincialismo e dal clientelismo. Pone il problema della precarietà e dello sfruttamento di chi rende ricca la città di Bologna. E su questa strada continueremo a batterci, per la sicurezza di un reddito, per sperimentare nuove forme di partecipazione politica, contro chi invece vorrebbe eliminarci. Lo faremo già a partire da questa sera alle 19, quando nei locali di via San Petronio Vecchio 30/a si svolgerà una tavola rotonda sulla precarietà nel lavoro artistico e culturale con ospiti Giso Amendola (Università di Salerno), il Teatro Valle Occupato e il Teatro Garibaldi Aperto di Palermo. A seguire la festa di autofinanziamento di Nation Of Arts.

A fronte di tutto ciò i lavori sono iniziati nello stabile a fianco di quello in cui si trova Bartleby, mostrando che quello che proponevamo da settimane è assolutamente realizzabile. L’università ha tentato l’ennesima, ridicola, prova di forza, come sempre respinta al mittente.

Da parte nostra la guardia resta alta.

Tutta la nostra forza è tutta la vostra forza: vi aspettiamo!

Bartleby