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Zona universitaria, si riaccende lo “spettacolo della sicurezza”

Cua: “Da qui non si possono estromettere gli studenti. Ci servono spazi di libera aggregazione, servizi e garanzie, non l’odiosa scelta tra cibo spazzatura e ristorantini chic, o l’obbligo del badge per leggere un buon libro”.

21 Maggio 2017 - 12:42

Nelle ultime settimane, come ciclicamente accade, sulla stampa cittadina è riesploso l’annoso dibattito su piazza Verdi e la zona universitaria, con poche novità rispetto al solito copione e gran spreco di dichiarazioni tra sindaco, rettore, prefetto e solite polemiche interne al Pd. Sull’argomento prende la parola anche il Cua: “Puntualmente con l’estate si riaccende la querelle sulla zona universitaria. Strali da ogni parte ad incriminare, speculare, offendere. Come da sempre ci teniamo a puntualizzare è soltanto in secondo (o terzo) luogo una questione estetica, di bello e brutto, è prima di tutto un problema eminentemente ed unicamente politico. Non si tratta di spiare paranoicamente ogni minimo movimento di ciascuno o ciascuna, né tanto meno di addestrare squadre speciali anti-studente. Il tutto è molto distopico. Non abbiamo bisogno di patetici intrusi, né dello spettacolo della sicurezza. Si deve accettare che da qui, dal cuore della zona universitaria, non si può estromettere il 92% della popolazione cioè gli iscritti e le iscritte all’Unibo, e che ci servono spazi di libera aggregazione, servizi e garanzie, non l’odiosa scelta tra cibo spazzatura e ristorantini chic, o l’obbligo del badge per leggere un buon libro. La socialità studentesca, il ventaglio infinito di stili e comportamenti, di bisogni e desideri dei giovani sono una ricchezza, un polmone d’ossigeno e l’unico vero antidoto al nichilismo”.

Intervento che il Cua ha diffuso a partire dalle iniziative organizzate proprio in zona universitaria, negli ultimi giorni, per festeggiare i dieci anni del portale Infoaut: “Nell’apparente eterno presente del dominio capitalista, non tacciono le voci dei popoli in rivolta, delle lotte metropolitane e territoriali che da una parte all’altra del mondo crescono, avanzano, si assestano per continuare la marcia. Non a caso da via Zamboni abbiamo festeggiato questo speciale compleanno: 10 anni di fiera, orgogliosa e necessaria informazione di parte, partigiana. In questo piccolo quadrato di mondo nell’ultimo anno si sono combattute coraggiose battaglie, dalla difesa antileghista dello scorso 2 giugno, passando per le giornate di scontro contro la mensa di Piazza Puntoni, fino ad arrivare ai giorni dei tornelli, alle aggressioni della celere e ai giusti e determinati contrattacchi dei giovani della zona universitaria. Portare al di fuori di queste mura le notizie, le informazioni, diffonderle, raggiungere le altre città, entrare in rete con altri studenti per accrescere la nostra forza collettiva. 10 anni di Infoaut sono anche questo, un punto di vista necessario ai tanti che ogni giorno si battono o vorrebbero battersi contro questo esistente. Ieri sera (venerdì, ndr) centinaia di giovani e giovanissimi si sono ritrovati in via Zamboni, in piazza Verdi dove ogni giorno trascorrono ore di studio in compagnia. Per l’occasione questo inusuale compleanno, per l’occasione striscioni a ricordare che il mondo è in tensione, che interessi ostili ai bisogni dei più abusano sulle nostre vite. ‘Tout le monde deteste la police’ recitava uno, ‘Fuori la polizia dalle università’ un altro. Entrando in via Zamboni si potevano vedere le immagini del 27 maggio 2013 quando 500 studenti a mani nude cacciarono truppe di celerini entrate in piazza per impedire un’assemblea. Poi un monito che risuona nelle orecchie della zona universitaria dallo scorso 9 febbraio: 36 libero, riapertura subito! Su questo selciato ancora è forte la voglia di resistere, di combattere, di difendere il diritto collettivo ad una vita degna. Non sono favole, ma la vita quotidiana di migliaia di donne e uomini”.