Zero in condotta - speciale precrietà

Intervista a un ex “lavoratore a disposizione”

Lavorare come fotografo tra i padiglioni, senza contratto e con il salario a cottimo.
26 aprile 2007

Che tipo di lavoro hai svolto per BFServizi?

“In realtà non lavoravo direttamente per BFServizi ma per un fotografo legato a BFServizi. Andavo in giro per i padiglioni a chiedere agli espositori se volevano la foto del loro stand, e nel caso gli facevo firmare un contratto che portavo poi al fotografo”.
Tu che contratto avevi?

“Nessun contratto se non un accordo orale. Mi pagava in percentuale in base al numero di vendite, senza nessuno stipendio fisso di base, e la mia percentuale scendeva nel caso facessi degli sconti. In più al momento del pagamento mi veniva sottratto il 20% del guadagni, con la scusa delle trattenute, ma non mi veniva fornito nessun tipo di ricevuta o altro documento scritto”.
Insomma, non solo salario a cottimo, ma qualcosa di molto simile al lavoro in nero…

“Sì, diciamo che l’unica forma di contratto era l’accordo orale con il fotografo”.

A questo punto ci sembra quasi superfluo chiederti se avevi contributi, malattia, diritti sindacali…

“Assolutamente superfluo. Non avevo niente di tutto ciò”.
Quante ore facevi al giorno?

“Circa 8 al giorno. C’era una certa libertà nel gestire il proprio orario e le proprie pause, ma è una libertà molto relativa nel momento in cui sei pagato in base a quanto vendi…”
Con che frequenza ti chiamavano a lavorare in Fiera?

“Mi chiamavano quando c’era bisogno, anche con pochissimo anticipo. È uno dei motivi per cui ho smesso…”