Presentata al Vag61 dal direttore Giulietto Chiesa

In libreria aideM, rivista critica della comunicazione

“L'impero ha capovolto la verità. Mettiamola a posto”. Con queste parole si presenta aideM – Rivista critica della comunicazione, pubblicazione trimestrale diretta da Giulietto Chiesa e Adalberto Minucci. Il nome parla chiaro: i media vanno guardati al rovescio, al contrario rispetto alla prospettiva ufficiale poiché questa è falsa.

12 febbraio 2007 - Maurizio

Il primo numero è uscito a dicembre, con copertina titolata significativamente “Non si media sui media”. Nei giorni scorsi, aideM è stata presentata anche a Bologna grazie all'invito rivolto a Giulietto Chiesa dal Vag61- Officina dei media indipendenti. Un'occasione per parlare di informazione ma anche di ambiente, sviluppo, guerra. Partendo da una nuova iniziativa editoriale che “si pone l'obiettivo di riempire un vuoto - spiega Chiesa - che in Italia è sempre più evidente. La sinistra, o meglio l'intero campo che si definisce democratico, non può non affrontare il problema della comunicazione. La politica è stata profondamente influenzata dalla comunicazione, al punto che oggi non esiste più. La pubblicazione di aideM vuole spingere le forze vive della democrazia a mettere al centro la comunicazione”.

Una necessità che a detta del giornalista piemontese è sempre più stringente. “Di questo passo perderemo presto la democrazia, mangiata dalla grande fabbrica dei sogni e della menzogna. Come ha recentemente affermato l'ex direttore di Raidue Carlo Freccero, siamo giunti al punto in cui è possibile trasmettere al pubblico un messaggio interamente artificiale. Questo significa che la realtà è soppiantata dall'invenzione, e questo accade tutti i giorni. Possono farci vedere ciò che vogliono. E se c'è una minima parte della popolazione che ha gli strumenti per approfondire ed interpretare, dobbiamo pensare che ci sono trenta milioni di persone che non comprano un giornale né un libro. Per questi c'è solo la televisione”. Il dato è allarmante, soprattutto se si considera, come fa Chiesa, che “solo l'otto o nove per cento dei palinsesti televisivi è dedicato all'informazione. Il resto è tutto intrattenimento e pubblicità. Pensate che questi siano neutri? No, perchè la maggior parte dei flussi comunicativi che formano la persona sono costituiti proprio da pubblicità e intrattenimento. Noi possiamo anche fare la migliore controinformazione possibile, ma quante persone possiamo raggiungere? Non abbiamo una conto-pubblicità né un contro-intrattenimento, a parte naturalmente un po' di satira”.

Per il direttore di aideM è proprio la pubblicità il nervo centrale. “Lo dimostra il fatto che ormai il mondo degli spot è in grado di trasformare gli uomini in consumatori compulsivi e pacchetti pubblicitari. Siamo di fronte ad una vera e propria mutazione antropologica, come ci ricorda Giovanni Sartori quando parla di Homo Videns, cioè l'essere irrazionale che ha sostituito il suo predecessore Legens dando assoluta priorità all'immagine sulla parola”. Priorità che in brevissimo tempo risulterà ancora più accentuata. “Basti pensare che la Intel ha quasi approntato lo schermo universale, cioè un foglio elettronico che si ripiega in tasca e sul quale noi sintetizzeremo tutto, dal computer al telefono. E saremo tutti costretti a comprarlo, come con il cellulare. Ciò significa che abbiamo a che fare con una vera e propria nuova lingua, dominata dalla manipolazione e nelle mani di pochissimi padroni. Per questo il primo passo da fare è impararla questa lingua, procedere ad una nuova alfabetizzazione”.

Quella che Chiesa si propone è una battaglia profonda. Politica, culturale, educativa. Per non soccombere ad una televisione che in Italia “è per metà di Berlusconi e per metà oggetto della spartizione dei partiti. Tutti i partiti, anche quelli di sinistra, che da questo punto di vista si differenziano ben poco. Basta guardare al Tg1 attuale, quello del dopo Berlusconi. Cosa fa? Manda dei giornalisti a Catania per infilare un microfono davanti alla bocca della vedova del commissario ucciso chiedendole se ha sofferto alla morte del marito. Noi vogliamo rompere questo schema, e con aideM proviamo a dotarci di uno strumento per organizzare la battaglia politica verso la democrazia della comunicazione”.

E Internet che ruolo può svolgere in tutto questo? Chiesa non sembra disposto a cadere in facili entusiasmi. “Che la rete sostituisca l'informazione dei giornali e della televisione non è possibile, c'è sempre bisogno di qualcuno che selezioni e la mediazione delle notizie è ancora fondamentale. E soprattutto nella rete puoi trovare il meglio ma anche il peggio: menzogne, manipolazioni, pubblicità. Anche perchè sarà fatta sempre più di immagini e sempre meno di parole, avvicinandosi alla televisione. Il vero terreno delle libertà è nelle teste, non nella rete. Non c'è nessun mezzo tecnico che possa liberare l'uomo. La tecnica può liberare e imprigionare. La chiave di volta è la politica, la critica. La democrazia in sé non è in Internet, non è elettronica”.

Chiesa ne ha per tutto e tutti. Non appena gli si chiede del rinnovo contrattuale dei giornalisti, la risposta è perentoria. “Gli editori non vogliono firmare il contratto perchè vogliono eliminare i giornalisti. Per loro il prodotto giornalistico non ha niente a che vedere con l'informazione, ma solo con i profitti. Quindi a contare è la pubblicità, non il contenuto dei giornali. I giornalisti esperti vengono tagliati fuori perchè costano, così come gli inviati e con loro il racconto delle cose. Oggi c'è più o meno un inviato per giornale, gli altri sono costretti a fare i passacarte davanti al terminale delle poche agenzie di stampa che monopolizzano l'informazione. Ormai la legge è 'Se non l'ha detto l'agenzia non c'è', e viceversa”.

Di aneddoti Chiesa ha l'aria di averne molti a disposizione. Sceglie quello della famosa fialetta di Colin Powell, con cui l'allora segretario di stato statunitense si presentò davanti al Consiglio di Sicurezza dell'ONU per provare che l'Iraq disponeva delle fatidiche armi di distruzione di massa. “Il giorno dopo tutti i quotidiani presentavano la stessa identica foto di Powell con la sua fialetta scura, presumibilmente trasmessa a tutti dalla stessa agenzia. Ma nessuno di questi giornali pensò di chiedere al segretario cosa ci fosse, in quella fialetta. Al massimo qualcuno virgolettò un 'Abbiamo le prove', tanto per scaricare la responsabilità su Powell”.
Per chi avesse ancora dubbi, Chiesa tira fuori le dichiarazioni di Piero Fassino dopo le elezioni irachene. “Io ero come osservatore europeo a Baghdad, ho visto elezioni che si svolgevano con le mitragliatrici sui tetti dei seggi e strade invase dalla guerra. Per Fassino, il giorno dopo, si trattava di un evento straordinario perchè ben otto milioni e mezzo di iracheni si erano recati alle urne. Ma da chi aveva avuto tale informazione? Ho fatto una piccola ricerca, e ho scoperto che quel dato lo aveva fornito un'agenzia occidentale che a sua volta aveva ripreso una dichiarazione di un funzionario giordano, che non si era mai mosso dalla sua Hamman”.
Seguendo il filo del discorso proposto dal pubblico, il direttore di aideM passa dalle guerre preparate mediaticamente ai giornalisti organizzatori di violenza (come Pierluigi Battista e il suo articolo strumentale sulle presunte azioni violente che secondo lui si svolgeranno nel corso della manifestazione antimilitarista di Vicenza), dall'Ordine dei Giornalisti quale vergogna nazionale da abolire ad un sistema partitico in cui è inutile riporre speranza perchè oligarchico e autoreferenziale, rappresentativo di una vera e propria classe con obiettivi e linguaggi propri.

Andando a concludere, Chiesa parla di un attacco statunitense all'Iran sempre più vicino, di cui in Italia non si parla, e svela una notizia che notizia non riesce ad essere. “Ho intervistato un generale russo a cui è stato affidato il compito di ripianificare la dottrina militare dell'esercito di Mosca. E questo perchè la Russia prevede di ritrovarsi in guerra entro cinque o sei anni. Non è un'informazione da poco, direi, ho scritto un articolo per La Stampa e ne ho parlato personalmente con il direttore. Eppure, sono tre giorni che aspetto di vederla pubblicata. Penso sia la dimostrazione provata che in Italia le notizie non interessano più”.
Il giorno dopo, tutti i media internazionali parlano dello scoop del britannico Guardian sul dispiegamento di forze statunitensi pronte ad attaccare l'Iran e delle dichiarazioni “da guerra fredda” di Putin sugli Stati Uniti. Nella redazione di aideM nessuno è rimasto sorpreso.

(da BandieraGialla - portale di informazione sociale).