Valerio Monteventi, di Bologna Città Libera, ha presentato oggi, in Consiglio Comunale un ordine del giorno che invoca la marcia indietro da parte del Prefetto, Angelo Tranfaglia, per quanto riguarda l’ordinanza che prevede limitazioni alle manifestazioni politiche nel centro storico, in applicazione alla direttiva del ministro degli Interni, Roberto Maroni.
Nell’Odg Monteventi, si impegna il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, "a richiedere la convocazione urgente del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, per rivedere il provvedimento relativo alle gravi limitazioni del diritto di manifestare nella nostra città".
Nel suo intervento Monteventi ha parlato di "provvedimento liberticida dal sapore fascista" e nell'Ordine del giorno che presentato chiede al Prefetto la revoca totale dell'ordinanza.
"Bologna è l'unica città ad avere applicato la direttiva Maroni – ha aggiunto il consigliere di Bologna Città Libera, - se a Milano o a Roma fosse stato in vigore un provvedimento simile, non si sarebbero potuto tenere le manifestazioni dello scorso sabato. La prima nel capoluogo lombardo, terminata in Piazza Duomo, contro il pacchetto sicurezza e contro le discriminazioni razziali; la seconda nella capitale per la difesa delle laicità e per il testamento biologico che si è svolta in Piazza Farnese, nelle vicinanze della chiesa di Santa Brigida".
Ma mentre il Consiglio comunale si protestava per le limitazioni alle manifestazioni nel centro storico nei weekend, il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, si è schierato con il prefetto Angelo Tranfaglia. Fuori dall’aula, il sindaco ha dichiarato ai giornalisti: "Fatto salvo il diritto di manifestare, è adeguatamente rispettata la norma costituzionale. Che vengano regolate le modalità di manifestazione in alcune ore della settimana, che per alcuni luoghi della città sono le più delicate, lo trovo utile e ragionevole". Del resto, ha ricordato il primo cittadino, "tutto ciò che si considera istituzionale è garantito dall’ordinanza del Prefetto". E ha fatto l'esempio del 2 agosto, che quest'anno cade di domenica. "Non ci saranno problemi per la manifestazione" che commemora le vittime della strage alla stazione del 2 agosto 1980, ha assicura Cofferati, che poi ha fatto il parallelo con la regolamentazione del diritto di sciopero. "E' lo stesso principio, anzi: forse è più tenue…".
Il sindaco-sceriffo, insomma, fino alla fine del mandato non ha nessuna intenzione di smentirsi…
DI SEGUITO ALLEGHIAMO IL TESTO DELL'ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DA VALERIO MONTEVENTI
Il Consiglio Comunale di Bologna
Venuto a conoscenza
- che nella giornata di sabato 21 febbraio si è tenuta a Milano una manifestazione contro il razzismo e il pacchetto sicurezza del governo, che si è conclusa in Piazza Duomo;
- che, sempre nella giornata di sabato 21 febbraio, si è tenuta in pieno centro a Roma, nella piazza Farnese, a poca distanza dalla chiesa di Santa Brigida, una manifestazione per la laicità “contro la legge tortura per il testamento biologico”;
- che nella giornata di domenica 22 febbraio, si è tenuta una manifestazione del segretario del PD a difesa della Costituzione, al Castello Estense, nel centro di Ferrara;
Considerato
che tali manifestazioni a Bologna non avrebbero potuto svolgersi in quanto l’ordinanza della Prefettura, applicativa della Direttiva del Ministro dell’Interno Maroni, prevede che nelle giornate di sabato (a decorrere dalle ore 14.00) e di domenica sono sottratte ai cortei ed alle manifestazioni pubbliche le seguenti Piazze del centro storico:
- Piazza Maggiore;
- Piazza del Nettuno;
- Piazza Re Enzo;
- Piazza Santo Stefano;
nonché le vie del centro storico che costituiscono la cosiddetta "T", ovvero via Ugo Bassi, il tratto di via Indipendenza ricompreso fra via Augusto Righi e via Rizzoli, e la stessa via Rizzoli.
Considerato che
insigni docenti di diritto costituzionale dell’Università di Bologna, hanno espresso forti dubbi di incostituzionalità sul provvedimento del prefetto Tranfaglia che vieta di fatto ogni tipo di manifestazione politica nel centro storico il sabato pomeriggio e la domenica (i dubbi di costituzionalità di un divieto di questo tipo starebbero nel fatto che si lede il diritto previsto dall’Articolo 17 della Costituzione in cui si afferma che, per riunioni in luogo pubblico, va dato un preavviso di tre giorni alle autorità di pubblica sicurezza perché possano valutare se autorizzare l’iniziativa, che è vietabile “solo per comprovati motivi legati alla incolumità e sicurezza pubblica”, quindi con valutazioni “da fare caso per caso”).
Considerato che
secondo altri giuristi l’ordinanza (così come la direttiva) non sarebbe applicabile perché è meramente in contrasto con l'Articolo 21 della Costituzione (“tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…”).
Chiede al Prefetto di Bologna
di ritirare l’ordinanza, in quanto lesiva degli articoli 17 e 21 della Costituzione e non perché, come affermato nella stessa, l’indivuazione delle aree da inibire alle manifestazioni sarebbe avvenuta “sulla base di valutazioni che tengano in equilibrato conto sia delle caratteristiche e specificità della città di Bologna, sia delle circostanze di tempo nelle quali le stesse aree vanno considerate particolarmente sensibili”.
Il Consiglio Comunale atteso altresì che
la sopra richiamata Direttiva prevede che i Prefetti adottino un apposito provvedimento d'intesa con i Sindaci e sentito il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica,
Impegna il Sindaco
a richiedere la convocazione urgente del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica per rivedere il provvedimento relativo alle gravi limitazioni del diritto di manifestare nella nostra città;
Chiede alla Giunta comunale
di esprimersi politicamente e collettivamente sull’ordinanza prefettizia e sulla direttiva del Ministro Maroni, in quanto è abbastanza stucchevole che singoli assessori, fuori dagli ambiti istituzionali ufficiali, dichiarano la loro contrarietà ai provvedimenti succitati e nelle sedi pubbliche invece li sostengano.