Le dimissioni di Veltroni

Inizia una nuova partita

PD e PDL sono la stessa cosa, entrambi hanno perseguito una politica di privatizzazione e di santificazione della competitività. Entrambi persistono dogmaticamente su quella strada. Non sarà la sinistra novecentesca a costruire la forma politica capace di interpretare l’autonomia del sociale dalla catastrofe in corso.

17 febbraio 2009 - Franco Berardi Bifo

Bifo Con le dimissioni di Veltroni si conclude la partita cominciata il 27 marzo del 2004, giorno della prima vittoria di Berlusconi alle elezioni politiche. La destra ha vinto e non ci sarà spareggio.
Adesso dobbiamo pensare a un’altra partita. Nella nuova partita il contesto è cambiato: il nuovo contesto è una crisi sociale di proporzioni inimmaginabili, prodotta dalla bancarotta del neoliberismo e della politica di privatizzazione.
Su questo fronte PD e PDL sono la stessa cosa, entrambi hanno perseguito una politica di privatizzazione e di santificazione della competitività. Entrambi persistono dogmaticamente su quella strada.
Né sarà la sinistra novecentesca a costruire la forma politica capace di interpretare l’autonomia del sociale dalla catastrofe in corso.
Questa forma nascerà dai movimenti, dai processi di autorganizzazione sociale che sfuggono alla dinamica della crescita, e alla logica del consumismo privato.
Non ci sarà alcuna ripresa, l’epoca della crescita è terminata.
Ora si tratta di interpretare questa tendenza in maniera felice e solidale.
Con Veltroni se ne va la politica novecentesca. Rimangono sul campo l’ignoranza delle forze di governo, e l’intelligenza collettiva, forma vivente della politica futura.