Per il diritto alla salute per tutti e tutte

I Medici in piazza: "Noi non segnaliamo"

Tante associazioni in piazza Re Enzo, per ribadire ancora una volta che i medici "curano tutti" e "non sono spie". Il bersaglio è, ovviamente, il pacchetto sicurezza e in particolare l'emendamento di denunciabilità dei migranti irregolari. Lanciata una raccolta firme per bloccare l'emendamento alla Camera, mentre gli operatori del settore fanno sapere che l'affluenza dei migranti alle strutture sanitarie è già in calo.
13 febbraio 2009

Tante le associazioni, del settore sanitario e che si occupano di migranti, che si sono ritrovate nella giornata di oggi in piazza Re Enzo, dlle 11 alle 18, per protestare contro il pacchetto sicurezza, recentemente approvato in Senato. In particolare contro l'emendamento di denunciabilità dei migranti irregolari. Gli organizzatori hanno espresso soddisfazione per la riuscita dell'iniziativa e, al tempo stesso, hanno sottolineato la necessità di fare di tutto per bloccare questo emendamento e non farlo passare alla Camera. In primo luogo perchè lede il diritto costituzionale alla salute, ma va anche contro i diritti fondamentali dell'individuo ed il codice deontologico medico.

Nel corso del presidio è stata lanciata una raccolta di firme, quasi un migliaio quelle raccolte oggi, contro l'emendamento. Sono stati distribuiti adesivi con lo slogan "noi non segnaliamo" ed esposti cartelli con su scritto "sono medico non sono una spia", accanto a questi cartelli  diversi medici in camice si sono fatti fotografare. Nonostante il decreto non sia ancora attuativo esso ha già avuto degli effetti tangibili visto che, secondo Sokos, nella giornata di ieri l'affluenza dei migranti negli ambulatori è sensibilmente diminuita, dato che viene confermato anche dai lavoratori ospedalieri della Cgil, che parlano di un calo di affluenza degli immigrati, nel pronto soccorso, del 20 %.

Probabilmente questo dipende dal fatto che si sta diffondendo tra i migranti un pesante clima di paura e di incertezza, che questo decreto alimenta e concretizza e che ormai pervade ogni aspetto della loro quotidianità, per questo viene detto con chiarezza: "Non vogliamo giungere all'obiezione di coscienza, vogliamo che tale emendamento venga cancellato".

 

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