Pacchetto sicurezza e medici che denunciano i clandestini

«Un nuovo attacco all'autodeterminazione e ai diritti di tutte le donne!»

Nel comunicato pubblicato di seguito l'associazione Ya Basta e il collettivo Guai a chi ci tocca esprimono la loro opposizione al pacchetto sicurezza del governo e al decreto di denunciabilità dei migranti irregolari e lanciano il presidio, previsto per oggi e organizzato da varie associazioni mediche cittadine, in piazza Re Enzo.
13 febbraio 2009

Segnalazione delle/dei migranti nelle strutture sanitarie, un nuovo attacco all'autodeterminazione e ai diritti di tutte le donne

Con l'abolizione del comma 5 dell'art. 35 del Testo Unico sull'Immigrazione proposta nel Disegno di Legge 773 si esclude dal diritto fondamentale alla salute una parte importante della popolazione migrante che abita e lavora nei nostri territori.

D'accordo con la comunità medica che si sta esprimendo contro l'emendamento proposto dalla Lega Nord votato al Senato lo scorso 5 febbraio, siamo profondamente indignate di fronte ad un provvedimento disumano e crudele, che punisce centinaia di migliaia di persone per la condizione di irregolarità di cui non sono responsabili.

In questo momento di nuova ed insistente criminalizzazione delle/dei migranti irregolari ci sembra necessario ribadire ancora una volta che la clandestinità è frutto di una normativa che non prevede forme di regolarizzazione, ma che al contrario costringe donne, uomini e bambini ad una invisibilità forzata: anni di privazioni, sacrifici, soprusi e sfruttamento lontano dagli affetti prima di tentare, attraverso la lotteria del decreto flussi, di ottenere il solo riconoscimento di esistenza come persone.

La discussione sulla cancellazione del divieto di segnalazione da parte dei medici sta già producendo le conseguenze temute: gli accessi delle/dei migranti alle strutture medico-opsedaliere sono già in forte calo.

In questo generale quadro di veloce erosione dei diritti accompagnata da rischi concreti per la salute delle-i singole-i e della salute della collettività, gli effetti del Ddl 733 sulle donne ci allarmano ulteriormente.

Il diritto alla salute in tutte le sue articolazioni e per tutte le donne, italiane e migranti, con o senza permesso di soggiorno all'interno delle strutture pubbliche, e in particolare il diritto all'IVG, regolata dalla Legge 194/1978 - che costituisce un diritto imprescindibile di autodeterminazione di tutte, ma che è reso sempre più inaccessibile a causa della massiccia presenza di personale obiettore di coscienza - è da questo provvedimento gravemente minacciato.

Nel 2007, secondo i dati dell'Assessorato Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna circa il 37% delle IVG è stato effettuato da donne migranti.

Ma sono molte - troppe - anche le donne che si rivolgono a ginecologi non professionisti per effettuare l'IVG (che in molti di questi casi terminano in tragedie).

È evidente come il provvedimento contenuto nel Pacchetto Sicurezza andrà ad aumentare il mercato parallelo degli aborti clandestini, effettuati a costi altissimi e con enormi rischi per la salute delle donne. Non solo, il provvedimento votato al Senato avrà anche l'effetto di allontanare le donne migranti senza permesso di soggiorno dalle strutture pubbliche (ospedali, consultori, ambulatori) costringendole a rinunciare a consulenze e informazioni preziose per la propria salute (psico-fisica e sessuale) e alla contraccezione: nessuna donna accetterà di correre il rischio di essere segnalata e di compromettere per sempre il proprio progetto migratorio (che per molte inizia con l'irregolarità).

Come donne impegnate nell'affermazione e nella difesa del diritto all'autodeterminazione, come operatrici di Sportelli per migranti e come insegnanti, convinte che tale decreto rappresenti l'ultimo ulteriore criminoso tentativo di svuotamento delle nostre istanze di autodeterminazione e di appropriazione indebita dei nostri corpi di donna, ancora una volta ridotti a meri campi di feroci crociate razziste, siamo convinte dell'importanza e dell'urgenza di potenziare la comunicazione verso le migranti, informandole sull'accessibilità alle strutture pubbliche nelle quali - senza rischi per sé e per il loro futuro - avranno la possibilità di accedere a tutte le informazioni e ai servizi necessari per la tutela della propria salute, sessualità, (interruzione di) gravidanza.

Costruiamo reti di informazione e solidarietà per salvaguardare i diritti delle donne e resistere alle norme del Pacchetto Sicurezza che mirano a trasformare tutte/i le/i cittadine/i in delatori e complici del razzismo istituzionale!

Per queste ragioni aderiamo ed invitiamo a partecipare al Presidio Noi non segnaliamo! indetto dalle associazioni mediche per

VENERDI' 13 FEBBRAIO 2008, ORE 11-18

PIAZZA RE ENZO BOLOGNA

 

Guai a chi ci tocca! - TPO

Sportello Migranti e Scuola di Italiano per migranti dell'associazione Ya Basta!


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