C'è chi propone liste di proscrizione contro il degrado

Bologna alla gogna

Dal blogger Mazzetta ripubblichiamo un'analisi dei pessimi programmi pre-elettorali del centrodestra in cerca di un candidato sindaco
21 dicembre 2008 - Mazzetta

Dopo Cofferati il futuro è incerto per Bologna, non necessariamente migliore. lo schieramento con il baricentro nel Partito Democratico candiderà Flavio Delbono, ex Margherita, mentre il centro-destra è ancora in alto mare.

Sono talmente alla frutta che l'ipotesi più quotata è la ricandidatura di Giorgio Guazzaloca, già sindaco deludente poi scalzato per il sollievo diffuso da Cofferati, non lo voleva nessuno, ma c'è solo lui. Il problema è sempre quello della qualità della classe dirigente, che nel centrodestra locale è imbarazzante e che non si può rimediare importando campioni da fuori, perchè proprio il giro a cavallo di Cofferati sconsiglia lo schieramento di Maradona destinati ad essere respinti dal localismo di rigetto.

Ecco allora che dal deserto sorge Daniele Corticelli (nella foto), che fin da giovane seguì Guazzaloca nella sua avventura e ne divenne assessore. Corticelli può spendere e i suoi sono finora gli unici manifesti che si siano visti in città con riferimento alla candidatura a sindaco per il centrodestra. Corticelli però non è esattamente una cima e la giovane età, lungi dall'accostarlo alle utopie, lo sospinge piuttosto a proporre vere e proprie sciocchezze.

Così con l'aiuto di un'altra cima come Vanes Bernardini, capo dei quattro leghisti di Bologna, si è dato allo studio del problema che più di tutti gli altri ha appassionato politici e giornalisti a Bologna: il degrado urbano. Come se la città non ne avesse le balle piene delle baruffe chiozzotte scatenate da incapaci attorno a banali e quasi irrelevanti questioni di decoro urbano, come se Cofferati non avesse ormai colmato il vaso del mostrare i muscoli contro i mulini a vento, i due novelli Beccaria hanno immaginato e messo nero su bianco la loro proposta per lenire le angosce dei cittadini tormentati dalle scritte sui muri, dagli assembramenti di gente che beve fuori dai locali, dai lavavetri e dagli altri fantasmi che Cofferati ha evocato in abbondanza.

Così in "Oltre il degrado", un agile quanto pomposo depliant, hanno proposto di istituire un elenco dei cittadini reiteratemente ostili al "Patto di convivenza". Il Patto di Convivenza dovrebbe essere adottato con un referendum e pare di capire che assomiglierebbe a una specie di regolamento condominiale. Secondo le due cime, che peraltro non si preoccupano minimamente della fattibilità di questo dettaglio, chi poi infrangesse il patto finirebbe nell'elenco pubblico. Se poi ci finisse per più di qualche volta (pare tre), scatterebbero penalità, quali l'esclusione dai servizi sociali e altri deliri.

Chiara e solare l'ignoranza dietro robaccia del genere, questi si sono persi Beccaria, la Rivoluzione Francese, la Costituzione Italiana e anche qualche altro pezzo e hanno dato sfogo alla fantasia. in una sola botta hanno dispiegato l'incredibile Patto, la patente a punti per i diritti di cittadinanza, l'impiego dei servizi sociali come strumento repressivo e altre amenità. Quattro passi nel Medioevo per proporre a seguire uno strumento notoriamente inefficace come le liste della vergogna. Niente di nuovo, a pericoli finti si oppongono rimedi altrettanto finti a beneficio del popolo catodico.

Strano che di questi tempi le migliori menti essudino neuroni nella battaglia contro lo sporco, probabilmente si sono bevuti l'ottimismo di Berlusconi, ma sicuramente ci hanno messo anche del loro. Virgolettati come "Se però un cittadino o uno studente (?) offendono la propria città con comportamenti incivili e non rispettano i propri doveri, perdono anche le agevolazioni e i sostegni per vivere" rendono la misura dello sforzo intellettuale. La conferenza stampa di presentazione dell'opera deve essere stata abbastanza surreale, con i proponenti a sostenere che tutto questo artificio sarebbe in realtà simbolico, anche se si è parlato di penalità per niente simboliche a carico dei soliti meno abbienti e addirittura di privare alcuni dei sostegni per vivere.

Corticelli ha chiamato la sua lista Bologna Capitale, mica fichi, ma per ora ha mostrato solo di essere ancora più provinciale e più indietro di Cofferati; se questi ha rincorso una misura ottocentesca del decoro urbano, Corticelli e il suo amico sono regrediti fino al feudalesimo.

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