Fascismo e antifascismo

Il Tpo scrive al presidente del quartiere S. Stefano su Casa Pound

Dopo la protesta per la concessione ai neofascisti di una sala pubblica, poi ritirata, oggi gli attivisti del centro sociale scrivono ad Andrea Forlani per farlo schierare sulla chiusura della sede di Casa Pound situata nel quartiere di cui è presidente.

18 dicembre 2008

Al Presidente del Quartiere S.Stefano Forlani,
p.c. al Consiglio di Quartiere
Siamo le donne e gli uomini che venerdì scorso hanno interrotto il consiglio del Quartiere Santo Stefano.
La denuncia che abbiamo ritenuto necessario portare all'attenzione sua e della cittadinanza lo scorso venerdì è stata la risposta naturale all’assurda proposta di concedere uno spazio pubblico ad un fascista, ex terrorista, nonché pluriomicida mai pentito, che tuttora rivendica le nefandezze che hanno segnato la sua esistenza.
Crediamo non sia in discussione la libertà di espressione quando viene esercitato in maniera autorevole il principio costituzionale che di fatto nega e ripudia la cultura fascista e le sue pratiche. Ed è in questo che riconosciamo la sua coerenza nell'aver interpretato nell'unica maniera possibile la nostra protesta.
A maggior ragione crediamo sia necessario manifestare tutto il proprio dissenso se, oltre ad inficiare la produzione culturale, il movimento neofascista mette addirittura in serio pericolo l'incolumità fisica delle donne degli uomini di questa città. E per ultimo, ma non per importanza, riteniamo sia inaccettabile che sia data loro la possibilità di avere una sede fisica, un quartier generale all'interno del quale i creatori dell'odio possano maturare e studiare le pratiche di cui siamo stati vittime o spettatori in questi ultimi anni.
Il nostro lavoro di documentazione, del quale ci auguriamo sia stata presa visione in sede di consiglio, ha come primo obiettivo la divulgazione di tutte le informazioni esistenti sulle attività del movimento neofascista, in tutte le sue declinazioni. Ma la nostra presa di posizione non si esaurisce in una mera raccolta di dati: il passaggio successivo alla coscienza dell'entità del pericolo sociale da noi osservato e descritto, consiste, in virtù di tutto questo ragionamento, nella pretesa che nessuno spazio venga concesso ai fascisti di Casapound, di forza nuova o di tutte quelle associazioni che celebrano l'odio verso il “diverso”.
E' giunto il momento che anche le istituzioni si esprimano sulla messa al bando di Casapound e Forza Nuova e di tutte le forme associative ad esse legate.
Pensiamo, quindi, che se un presidente di Quartiere si dichiara antifascista, secondo la coerenza già dimostrata con la decisione di revocare la concessione della Sala dell’Angelo, debba adoperarsi affinché venga definitivamente chiusa Casapound.
Iniziamo da Bologna.

CHIUDERE CASAPOUND SUBITO OVUNQUE

Centro sociale TPO