La preoccupazione per gli effetti di Legge 133 e Decreto 137

NoGelmini / Da studenti e ricercatori di Formazione

Prima dell'approvazione in consiglio di facoltà del documento che abbiamo pubblicato alcuni giorni fa, erano stati prodotti i seguenti comunicati dall'assemblea autoconvocata degli studenti e da un'assemblea di ricercatori e docenti precari.
11 novembre 2008

> Leggi il documento del Consiglio di Facoltà

Come studenti di Scienze della Formazione e in quanto presenti e futuriinsegnanti ed educatori esprimiamo la nostra fortissima preoccupazionein merito all'attacco all'intero sistema dell'istruzione pubblicaportato dalla legge 133 e dal decreto 137.

Dopo esserci riuniti in varie assemblee autoconvocate e autogestite nelle quali sono stati analizzati e discussi i suddetti legge 133 e decreto 137 , riteniamo che questi attuino una regressione delle teorie e delle pratiche pedagogiche attraverso il taglio indiscriminato e trasversale della spesa nel fondamentale campo dell'istruzione pubblica, dalla Scuola d'Infanzia all'Università.

In particolare critichiamo i seguenti punti con relative motivazioni:

- La figura del maestro unico nella Scuola Italiana è limitante inquanto presuppone l'insegnamento di tutte le discipline da parte di un'unica figura (eccetto l'insegnante di Religione Cattolica) con un conseguente impoverimento della didattica.

Questa nuova figura si troverà a dover affrontare da sola i problemi didattici e relazionali che potranno emergere all'interno della classe.

La trasmissione di un unico punto di vista comporterà, a nostro parere,il rischio di omologazione di pensiero a scapito degli studenti.

Tutto ciò causerà l'eliminazione della pluralità dei docenti e quindiannulla il confronto della programmazione didattica in team e le ore di compresenza. Si impedisce ai bambini di usufruire delle attività di recupero, delle uscite didattiche (chiusura rispetto all'extra-scuola) edelle attività laboratoriali;

- La riduzione del Tempo Scuola Garantito arrecherà ingenti difficoltà alle famiglie in cui entrambi i genitori svolgono attività lavorativa ,inoltre, attività aggiuntive tra cui recupero e attività laboratoriali che attualmente la scuola progetta durante le ore pomeridiane verranno sostituite con l'attività para-didattica affidata ad enti privati;

- La poca chiarezza in merito ai nuovi compiti spettanti al consiglio di classe della scuola primaria di cui, tra l'altro, non si comprendebene l'esatta futura formazione;

- Il voto in condotta, espresso in decimi, (concorre se insufficiente alla bocciatura) è demotivante e non si pone come risoluzione delproblema del bullismo (soprattutto perché rischia di scoraggiare ulteriormente ragazzi con problemi di socializzazione e distanziarliancora di più dal gruppo classe). Nutriamo il timore che il voto in condotta possa essere usato come strumento di controllo del dissenso di cui, al contrario, una dialettica democratica dovrebbe assicurare l'espressione.

- La nota riguardante la certificazione degli studenti diversamente abili, la quale verrà data solo a coloro che presentano deficit comunemente visibili, e che necessiterà di rinnovo anno per anno. Ciò vuoi dire che studenti dislessici, con disturbi del comportamento e con ritardo mentale non avranno più la certezza di essere seguiti nel loro percorso scolastico. L'eliminazione dell'insegnante di sostegno comporta una penalizzazione sia del bambino con deficit che dell'intero gruppoclasse.

- L'istituzione di classi separate dette "ponte" (mozione COTA) per solistudenti immigrati che non conoscono la lingua italiana (per essi "L2") in quanto provvedimento discriminatorio che va contro l'integrazione positiva di questi bambini ed a sfavore dell'effettivo apprendimento della lingua italiana a causa della mancanza di un contatto diretto con i bambini che la parlano correntemente.

 

Inoltre in quanto studenti universitari facciamo riferimento alle sostanziali modifiche che verranno apportate all'Università e alla Ricerca:

- L'art.16 prevede la trasformazione dell'università pubblica infondazione privata;

La trasformazione avviene tramite delibera del Senato Accademico eprevede l'entrata di enti pubblici o privati all'interno della gestionedell'ex università. "Le fondazioni sono persone giuridiche private senza fini di lucro ed operano esclusivamente nell'interesse degli enti diriferimento".

- Le Fondazioni rientrano in tutti i rapporti attivi e passivi all'interno del patrimonio delle Università: ciò significa che aumenteranno le differenze tra gli atenei italiani a seconda delle Fondazioni da cui verranno gestiti;

- Le Fondazioni Universitarie adottano un Regolamento di Ateneo per quanto riguarda l'amministrazione, la finanza e la contabilità;

- Le Fondazioni Universitarie avranno autonomia gestionale e contabile datagli dalla "natura privatistica" delle stesse;

- Tutte le proprietà dei beni immobili degli Atenei sono trasferite al fondo di dotazione delle fondazioni Universitarie;

- L'art.72 prevede il blocco del turn over al 20, il che vuoi dire che per ogni 5 docenti, ricercatori o tecnici amministrativi, ne verràassunto solo uno.

L'assemblea delle studentessee degli studenti "ATTENTI"di Scienze della Formazione


Al Consiglio di Facoltà
di Scienze della Formazione
Università degli studi di Bologna,
Al Preside della Facoltà,
Ai Docenti, Ricercatori e Studenti

Come Ricercatrici/Ricercatori, lavoratori precari della docenza-formazione della Facoltà di Scienze della Formazione e del Dipartimento di Scienze dell'Educazione intendiamo con il presente documento esprimere tutta la nostra preoccupazione in merito alla L.133/2008 e al D.L. 137/2008.

Entrambe le disposizioni legislative, infatti, riguardano da vicino il nostro lavoro quotidiano, come operatori della ricerca-docenza-formazione e come docenti di una Facoltà, quella di Scienze della Formazione, che ha come suo interlocutore diretto e privilegiato il mondo della scuola.

Per quanto riguarda le disposizioni della Legge n. 133/08 in materia di Università e Ricerca, rifacendoci anche al documento votato dal Senato Accademico e dal CdA dell'Università di Bologna riportiamo sinteticamente alcuni punti su cui andrebbe aperta la discussione:

- i tagli del 10% sul trasferimento statale alle Università apartire dal 2010, che indeboliranno irrimediabilmente la ricerca e la formazione universitaria pubblica italiana, unica, in una società democratica, a poter garantire al Paese uno sviluppo socio-culturale ed economico all'altezza degli standard internazionali;

- il turn over bloccato al 20% in modo indiscriminato conconseguente penalizzazione delle prospettive occupazionali per i giovai ricercatori precari;

- la possibilità di trasformazione delle Università statali in Fondazioni private, estranee al controllo del sistema pubblico nazionale di formazione e con forte orientamento alle logiche non democratiche del mercato. Tale progressiva trasformazione porterebbe ad una istruzione superiore di nicchia, accessibile solo a quegli studenti che possono economicamente "permettersi" di accedere agli studiuniversitari.

Vogliamo precisare che non intendiamo difendere, in modo conservativo eirrazionale, l'attuale assetto formativo italiano, né tanto meno le sue falle e gli sprechi che da esse derivano. Crediamo, però, che non sia questo il modo per rispondere ad una sfida che il Consiglio Europeo ha lanciato a tutta l'Europa: diventare entro il 2010 l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado direalizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.

Analogamente il Decreto Legge n. 137/2008 sulla scuola contiene alcuni punti sui quali chiediamo una presa di posizione fortemente critica:

- il ripristino dell'insegnante unico nella scuola primaria, che annullerà le compresenze degli insegnanti e le ore destinate ai laboratori didattici, la collegialità, le forme di didattica alternativa e la ricchezza delle relazioni con le figure adulte che oggi caratterizzano la nostra scuola e spingerà gli insegnanti a una sempre maggiore autoreferenzialità nella programmazione, nella didattica enella valutazione;

- la centralità attribuita al voto in condotta nella valutazione finale degli studenti, elemento che rischia di rafforzare la strumentazione "punitiva" dei docenti a scapito di quella didattica e di annullare il ruolo educativo e trasformativo della scuola;

- il riferimento ambiguo ad una "più ampia articolazione" del tempo-scuola, che sostituirà presumibilmente il tempo pieno e di cui non si precisa né la copertura finanziaria né forme, attori e referenti del progetto educativo.

Notiamo come entrambi i decreti appaiano motivati più da esigenze di bilancio che da scelte ponderate e discusse atte a riformare il sistema formativo nazionale. Infatti, non è stato possibile entrare nel merito della discussione parlamentare proprio perché il governo ha utilizzatola via del "Decreto Legge", negando di fatto qualsiasi confronto aperto con docenti, studenti, associazioni di categoria, società civile.

In vista della definitiva approvazione parlamentare crediamo sia importante prendere una posizione unitaria per difendere l'autonomia della ricerca e della didattica e, più in generale, per salvaguardare il sistema pubblico universalistico di formazione e di erogazione deiservizi sociali.

Chiediamo che il Consiglio di Facoltà:

- si esprima formalmente contro il DL 137 e la L. 133;

- partecipi a forme di mobilitazione che nascano in ambito accademico, cittadino, nazionale;

- si faccia promotore di iniziative di informazione e mobilitazione che vedano coinvolti, insieme, studenti, docenti,ricercatori, personale tecnico e amministrativo;

- attivi proprie modalità di protesta costruttiva (lezioni all'aperto, lettura di comunicati durante le sessioni di tesi di laurea, momenti di confronto sulle proposte di legge durante le lezioni in aula) finalizzate alla conoscenza - tra gli studenti, le loro famiglie, la cittadinanza in generale - dei gravi rischi sociali e culturali connessiai citati provvedimenti del Governo.

Le Ricercatrici/Ricercatori, i lavoratori precari della docenza-formazione della Facoltà di Scienze della Formazione e del Dipartimento di Scienze dell'Educazione, Università degli studi di Bologna

 

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