Giornalismo partecipativo

NoGelmini / Disinformazione???

Risposta ad un Senatore che mi scrive che sulla scuola " i mezzi di informazione non hanno in molti casi tracciato un ritratto fedele alla realtà". Il carteggio di una nostra lettrice con un parlamentare della Repubblica.

28 ottobre 2008 - Teresa Proia

Egregio Senatore,
desidero prima di tutto ringraziarLa per la Sua gentile risposta.
Lei sostiene che "i mezzi di informazione non hanno in molti casi tracciato un ritratto fedele alla realtà": io devo innanzitutto dirLe che, essendo insegnante di scuola elementare, sostengo il tempo pieno perchè ci lavoro tutti i giorni, e non per quanto sentito dai mezzi d'informazione. Ascoltando le interviste al Ministro Gelmini e ai vari deputati che si stanno occupando di scuola, noto invece con dispiacere che queste persone molto probabilmente cos'è il tempo pieno non lo sanno proprio. Mi piacerebbe moltissimo rivolgere al Ministro e a quei deputati questa semplice domanda: "Prima di metterlo in discussione, mi scusi, ma mi può spiegare che cosa intende lei per tempo pieno?". Senza polemica, ma molto pragmaticamente come punto di partenza per ogni possibile considerazione in merito. Mi spiace anche notare che queste persone, ogni volta che viene loro posta una domanda diretta, rispondono cambiando argomento o ripetendo a pappagallo (mi scusi, ma è così) frasi di pseudo-pedagogia imparate a memoria e appiccicate nel discorso proprio come i famosi cavoli a merenda.
Detto questo, pensiamoci bene prima di disinvestire sulla scuola: stiamo costruendo la società di domani e, come mi disse una volta una brava pedagogista "non ci meravigliamo se poi quando loro saranno grandi e noi vecchietti, ci sbatteranno tutti in ospizio, senza pensarci due volte". Perchè questo è il tipo di cultura, e quindi di sensibilità, che stiamo creando proseguendo sulla strada Gelmini.

Per il resto Le invio queste mie considerazioni, già inviate ad altri Senatori. Mi scuserà per il copia-incolla, ma il concetto è quello, inutile riscriverlo con parole diverse:

Sono dispiaciuta di sapere che Lei non condivide le mie preoccupazioni riguardo al maestro unico. Anche io, da piccola, ho avuto come tutti una "maestra unica" e ricordo molto bene intere mattinate a scrivere nozioni di grammatica e geografia sotto la dettatura della nostra maestra. Ricordo anche molto bene un mio compagno di classe, caso rarissimo all'epoca di genitori separati e in difficoltà con gli apprendimenti: ricordo che non riusciva a seguire i dettati e a studiare a casa. Sa, io avevo (ed ho) la mamma maestra, quindi preparata e a casa il pomeriggio, lui no. Questo ragazzino ha abbandonato prestissimo la scuola e già a 14 - 15 anni si poteva leggere di lui sui giornali locali, per episodi di piccola delinquenza. Il tempo pieno, con due insegnanti sulla classe, non è solo un tempo scuola lungo, ma un modello pedagogico che permette tra le altre cose di gratificare le eccellenze e di aiutare chi è in difficoltà, in modo da dare ad ogni bimbo le stesse opportunità di riuscita, e risultando quindi efficace contro l'esclusione sociale. Purtroppo un unico maestro non avrà il tempo di fare tutto ciò. Il tempo pomeridiano sarebbe un semplice doposcuola riempito, nella migliore delle ipotesi, con discipline quali ginnastica e informatica. Senza contare il fatto che, considerando i tagli di organico che abbiamo già iniziato a subire a settembre, le singole istituzioni scolastiche difficilmente disporranno del personale necessario per coprire i pomeriggi, quindi saranno costrette a rivolgersi a privati, pagati con ogni probabilità dalle famiglie. Ed ecco un'altro punto di discriminazione sociale: chi potrà iscriverà il figlio, chi non potrà lascerà il figlio a giocare per strada tutto il pomeriggio. Capisce bene che non giova a nessuno coltivare una società futura di questo tipo: è facile capire che ragazzini senza possibilità e senza strumenti, tagliati fuori dalla scuola e abbandonati a se stessi, possano anche imboccare cattive strade. Una società che sceglie di disinvestire sulla scuola è una società che porta non alla crescita culturale e quindi sociale (ed anche economica, produttiva) ma all'incremento del malessere e del disagio sociale. Credo fermamente nel fatto che la cultura sia stata sempre (e sempre sarà) la forza vera di qualsivoglia società. E' per questo che io, insegnante di scuola primaria, continuerò a difendere il tempo pieno, che NON E' un parcheggio pomeridiano per i figli ma tutt'altra cosa.

La ringrazio infinitamente per la Sua attenzione e Le auguro buon lavoro. Spero che se ne avrà il tempo mi scriverà ancora.
Cordialmente,
Teresa Proia

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