Verso una mobilitazione unitaria

NoGelmini / Voci dal tam-tam delle scuole e della facoltà in lotta

Voci e discussioni sulla possibilità di costruire a Bologna il primo corteo realmente "dalla meterna all'università" per il 30 Ottobre. Domani dovrebbe uscire ufficialmente una lettera parte alla città.
24 ottobre 2008

Ci sono una data ed un'idea che, ancora in modo ufficioso, stanno circiolando e prendendo forma nel tam-tam delle assemblea nelle scuole e nelle facoltà bolognesi in lotta.

La data è quella di giovedì 30 Ottobre, giorno in cui Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals hanno convocato lo sciopero della scuola per chiedere di bloccare l'articolo del decreto Gelmini relativo al maestro unico e di aprire un tavolo per gestire i tagli all'istruzione in forma concertata e "umanitaria".

L'idea è di costruire una enorme manifestazione cittadina trasversale di tutto il mondo dell'istruzione in movimento, dalla scuola dell'infanzia all'università, ovviamente su contenuti autonomi basati sul rifiuto totale di tutte le norme Gelmini-Tremonti-Brunetta, e sulla rivendicazione delle prese di parole autonome portate avanti dall'intero mondo dell'istruzione nell'ultimo mese.

Bambini e maestre, studenti medi e universitari, insegnanti e ricercatori, lo stesso giorno nella stessa piazza. Forse l'unico passaggio che mancava ad un movimento già capace di costruire parallelamente occupazioni e autogestioni, notti bianche e cortei di quartiere, e di dare un contributo decisivo alla straordinaria riuscita del corteo nazionale del 17. Viene da pensare: troppo bello per essere vero. Ed infatti il percorso di costruzione del corteo unitario sta affrontando in questi giorni tutte le difficoltà politiche ed organizzative tipiche di un tentativo di tale portata. La quadratura del cerchio dovrebbe comunque arrivare domani, sotto forma non di un semplice comunicato, ma di una lettera aperta alla città che dia il senso della trasversalità e della forza della proposta di mobilitazione.

Anche da tante altre città italiane, del resto, stanno arrivando proposte analoghe. Sia dai movimenti delle scuole che dalle facoltà in rivolta arrivano segnali che convergono verso lo stesso obiettivo: trasformare in quante più città possibile la giornata del 30 in una vera data di mobilitazione del mondo dell'istruzione.


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