La lotta all'università

NoGelmini / Dalle facoltà in rivolta: Indietro non si torna

Anche a Bologna dalle aule e dalle facoltà occupate gli studenti sono riusciti a far schierare consigli di dipartimento, di facoltà, cda e senato accademico in merito alla riforma. Il senato accademico, invece di prendere posizione contro la 133, preferisce scatenare una guerra tra atenei per accaparrarsi le ultime briciole dei finanziamenti pubblici.

20 ottobre 2008 - Assemblea d'ateneo No Gelmini

  Non abbiamo paura della crisi dell'università perché ne stiamo costruendo un'altra.
siamo parte di un movimento nazionale che nelle strade e nelle facoltà si sta opponendo dal basso all'offensiva della coppia Gelmini-Tremonti.
Anche a Bologna dalle nostre aule e dalle nostre facoltà occupate siamo riusciti a far schierare consigli di dipartimento, di facoltà, cda e senato accademico in merito alla riforma.
il senato accademico, invece di prendere posizione contro la 133, preferisce scatenare una guerra tra atenei per accaparrarsi le ultime briciole dei finanziamenti pubblici.
Non chiede infatti l'annullamento dei tagli e del blocco del turn-over, così come non prende posizione contro la possibilità di trasformare l'università pubblica in fondazioni private; ma esige una differenziazione tra università virtuose e non, che individualmente contrattano ateneo per ateneo le misure e i tagli da applicare.
L'assunto di fondo e' che esistano e debbano esistere università autoproclamatesi di serie A, come l'”eccellente” ateneo bolognese, e università di serie B.
Dietro questa retorica pseudo-meritocratica dell'AQUIS non c'e' alcuna visione strategica del futuro dell'università pubblica e del sistema della formazione di questo paese. Al contrario, si perseguono forme di sapere totalmente asservite a logiche di tipo tecnocratico e privatistico che mascherano le vecchie linee di potere baronale e feudale.
Il 21 si riunisce nuovamente il senato accademico dell'Alma Mater e noi saremo li per assediare il rettorato e dire la nostra; noi ci opponiamo a queste leggi che demoliscono la formazione pubblica e non possiamo accettare la linea di compiacenza portata avanti dal rettore Calzolari.
Il movimento degli studenti  e ricercatori ribadisce invece la propria volontà di costruire un'università altra, fondata sull'autonomia della ricerca e della formazione.
Già stiamo sperimentando nelle pratiche di autogestione, nei laboratori di autoformazione, nella riappropriazione di tempi e spazi un'altra università.
Rifiutiamo il sapere imposto che ci vuole precari e disciplinati: siamo una generazione senza diritti e senza welfare.
Vogliamo una altro presente ed un altro futuro!
Lo stiamo costruendo  a partire dalla nostre lotte.
Per questo d'ora in poi andremo avanti in autonomia, senza più aspettarci né chiedere riconoscimento a nessuno; costruiamo la nostra legittimità a partire dalla nostre pratiche che vivono nella ripresa delle facoltà delle strade e delle piazze!
 
Assemblea d'ateneo No Gelmini - student* e ricercator* precar*
Lettere facoltà ribelle.
Assemblea autoconvocata di scienze politiche

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