Gli interventi della conferenza stampa del Coordinamento migranti

"Basta antirazzismo a parole" [audio]

Scarica gli audio della conferenza stampa convocata ieri dal Coordinamento migranti di Bologna e provincia per denunciare: dall'esasperazione per il rinnovo del permesso di soggiorno al clima di razzismo che sta dilagando in Italia.
10 ottobre 2008

> Ascolta l'intervento di Bas sul rinnovo del permesso di soggiorno

> Ascolta l'intervento di Babacar sugli episodi di razzismo

> Ascolta l'intervento di Leo sul corteo di Parma e il permesso di soggiorno

> Il comunicato con cui è stata convocata la conferenza stampa:

Alla Questura di Bologna l´attesa per il rinnovo di un permesso di
soggiorno è ormai di oltre un anno. In alcuni casi si raggiungono i
due anni. Oltre a promettere molte cose che non succedono mai, niente
è cambiato negli ultimi mesi: dopo file interminabili, dopo mesi di
attesa i migranti di Bologna e provincia ricevono permessi già scaduti
e della durata di qualche mese se non di qualche giorno. Tutto questo
sta creando anche a Bologna un clima di esasperazione. Oltre
all´umiliazione delle file, oltre all´angoscia di dover vivere senza
un permesso di soggiorno, ma in attesa di un rinnovo che non sembra
mai arrivare, da questa estate, i migranti sono costretti a subire
sempre più frequenti fermi per le strade motivati solamente dal colore
della loro pelle, controlli dentro alle loro case alla ricerca del
clandestino e devono anche sentirsi insultare da chi vuole diventare
sindaco urlando che i migranti bolognesi approfittano dei servizi
sociali. Chi dice che il razzismo non esiste?
Il 14 settembre a Milano, Abdoul Guiebre è stata ucciso a sprangate.
Quattro giorni dopo, Kwame Anwi Julius Francis, El Hadji Ababa, Affun
Yeboa Eric, Samuel Kwako, Jeemes Alex, Christopher Adams, Joseph
Ayimbora sono stati giustiziati per le strade di Castel Volturno. La
scorsa settimana un ragazzo ganese è stato picchiato da una pattuglia
di vigili urbani di Parma. Qualche giorno fa, a Roma, un gruppo di
minorenni ha aggredito un ragazzo cinese soltanto perché straniero.
Non si tratta di casi eccezionali di cui è responsabile qualche
facinoroso con precedenti penali, qualche vigile incompetente, qualche
giovane disadattato travolto dall´insicurezza generale del nostro
tempo. Il razzismo è diventato un sistema. Dalle pratiche
istituzionali giunge fino ai comportamenti quotidiani. Come stupirsi
degli episodi di razzismo violento e omicida se ai migranti viene
negato ogni diritto quando vanno in questura, quando devono affittare
una casa, quando devono rinnovare il permesso di lavoro, quando chiedono il
ricongiungimento con i loro famigliari, quando chiedono un luogo in
cui pregare e, da ultimo, anche quando vogliono mandare i loro figli a
scuola? Se la faccia di un migrante viene dipinta come fastidiosa,
sospetta, pericolosa, chi può seriamente stupirsi se poi qualcuno
gioca gratuitamente con la vita di un africano, di un sudamericano o
di un asiatico?
Si può anche pensare che si tratti di una generica intolleranza o del
ritardo culturale di singoli individui o funzionari pubblici. Noi
diciamo, invece, che siamo di fronte agli esiti di una precisa scelta
politica che era già evidente nel famigerato decreto sicurezza. Noi
diciamo che questa scelta politica mostra la sua utilità nelle tasche
di chi sfrutta il lavoro dei migranti nei campi, nelle fabbriche,
nelle cooperative. Il governo ha praticamente smesso di rinnovare i
permessi di soggiorno. Migliaia di migranti sono dunque "garantiti"
esclusivamente dalla ricevuta che attesta la richiesta di rinnovo.
Migliaia di migranti diventano così ogni giorno regolarmente
irregolari. Una volta stabilita l´equazione tra migrante e criminale,
una volta preteso che il migrante sia forza lavoro che deve accettare
silenziosamente ogni condizione del suo sfruttamento, una volta
sancito che il profugo è un corpo estraneo da rigettare, il razzismo
viene da sé. Allora non è il caso di stupirsi per il succedersi di fatti di
chiaro stampo razzista. Non è però neppure il caso di continuare a
essere antirazzisti a parole, lasciando nell'ombra ciò che di fatto
legittima e fomenta il razzismo. È il caso invece di iniziare una
campagna che attacchi il cuore di questo sistema. Noi, dopo anni di
lotte e consapevoli della forza che i migranti sanno e possono
esprimere a Bologna e in provincia, abbiamo la nostra proposta.

Coordinamento migranti di Bologna e provincia