Solidarietà ad insegnanti e genitori dal palco del Tpo

Assalti frontali: "Con le scuole XXI Aprile"

Ieri sera Assalti Frontali in concerto al centro sociale Tpo di via Casarini. Il cantante Militant A (genitore di una scuola romana in mobilitazione) ha incontrato alcune insegnanti delle XXI Aprile, per poi dedicare una canzone dell'ultimo album al movimento delle scuole ricordando che "Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini". Pubblichiamo il testo della canzone e un articolo scritto da Militant A per il Manifesto: "Siamo in emergenza, in allarme rosso e non c’è un’ora da perdere perché dobbiamo bloccare il Decreto Legge 137 del ministro Gelmini".
5 ottobre 2008

Prima di salire sul palco il cantante Militant A ("un genitore della scuola Iqbal Masih della periferia sud est di Roma, in mobilitazione permanente") ha incontrato alcune insegnanti delle scuole XXI Aprile, le prima ad occupare a Bologna contro i provvedimenti del ministro Gelmini. Poi, nel pieno del concerto, insieme ad altri componenti del gruppo ha indossato una maglietta con scritto "Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini", e chiamato il pubblico al coro "Meglio dire 'No Gelmini' che indossare grembiulini". Gli assalti hanno dedicato alla mobilitazione delle scuole la canzone "Enea super rap", tratta dall'ultimo album "Un'intesa perfetta", e a fine canzone Milinatant A ha lanciato "un saluto alle scuole XXI aprile, alle maestre, ai genitori e ai bambini".

Enea super rap

(dall'album "Un'intesa perfetta")

Questo è il rap di Enea, ooh Enea super rap
questo è il rap di Enea, per le scuole elementari
Questo è il rap di Enea, ooh Enea super rap
questo è il rap di Enea, un ripasso per somari

c'ho un'idea, c'ho un'idea disse Enea c'ho un'idea e prese la parola in assemblea
c'ho un'idea, c'ho un'idea disse Enea
stanotte ci imbarchiamo con l'alta marea

Canto le armi e il primo eroe che da una spiaggia
giunse in Italia e lui che se la viaggia
profugo per suo destino
oggi come oggi sarebbe un clandestino
Enea ma dove vai, Enea ma dove vai
senza il permesso di soggiorno per te sono guai
forza partiamo, che Eolo ci aiuti
il mare fa paura ma non stiamo qua seduti
lo so, lo so ci sono i venti, le onde alte, la tempesta
ma dobbiamo scappare o ci fanno la festa
mia moglie è morta, mio padre sulle spalle
io ho la schiena rotta e girano, girano, girano le palle
ricominciamo, si, e da zero
scappando da una guerra che abbiam perso davvero
ma la guerra è bella e non può finire
ovunque andremo sarà bella da morire!

c'ho un'idea, c'ho un'idea disse Enea c'ho un'idea e prese la parola in assemblea
c'ho un'idea, c'ho un'idea disse Enea
stanotte ci imbarchiamo con l'alta marea

Cantami o musa delle cause e dell'offesa
quanto può un eroe patire per trovare casa
partendo da Troia passando per Cartagine
per raccontare a tutti qual è la nostra origine
attraverso Scilla, Cariddi e il Tevere
un'epopea del genere non sarà mai cenere
resterà nel tempo quanto fu lo strazio
quanta guerra si patì per consegnare al Lazio
una città che è la nostra eterna città
tirata su da chi fuggì in esilio per necessità
in giro a fare danni per sette lunghi anni
portando in mano lo scudo di Vulcano
e nel metallo sta sbalzata una profezia
dice che Roma sarà tutta mia
sfideremo pure Polifemo
non son Nessuno, ma non sono mica scemo!

c'ho un'idea, c'ho un'idea disse Enea c'ho un'idea e prese la parola in assemblea
c'ho un'idea, c'ho un'idea disse Enea
stanotte ci imbarchiamo con l'alta marea

Così quando vediamo in giro uno straniero
pensiamo a Enea, a Virgilio, all'Ulisse di Omero
si chiami Zapatero, si chiami Sarkozy
diciamo a 'sti signori qui: chiudiamo i CPT!
lasciamo free (si free!) chi ha un profugo destino
non chiamiamo mai un uomo clandestino
perchè dietro ognuno c'è sempre un'idea
che fa grande il mondo come fu quella di Enea

c'ho un'idea, c'ho un'idea disse Enea c'ho un'idea e prese la parola in assemblea
c'ho un'idea, c'ho un'idea disse Enea
stanotte ci imbarchiamo con l'alta marea

Ci sono stati santi, guerrieri, eroi, e ladri
l'Eneide è il racconto dei padri dei padri
sotto queste mura di tutti noi romani
scorre anche il sangue di popoli lontani
e ci scusi la maestra per qualche licenza
non proprio all'altezza ma capisca anche l'urgenza
Virgilio era un latino che scrisse un gran poema
noi facciamo rap che per 'sti ragazzi è crema!

 


 

Assalti frontali No Gelmini Day and Night

(da "il Manifesto" del 30 settembre 2008)

Sono un genitore della scuola Iqbal Masih della periferia sud est di Roma, in mobilitazione permanente dal primo settembre e vi scrivo da queste mura che sono ormai come una seconda casa. Siamo in emergenza, in allarme rosso e non c’è un’ora da perdere perché dobbiamo bloccare il Decreto Legge 137 del ministro Gelmini. Molti capiscono che è una legge dannosa per la scuola pubblica, ma solo chi è dentro questo mondo può già percepire la violenza che si sta abbattendo addosso ai nostri figli. Dietro la formula del “maestro unico” (e la farsa del grembiulino) ci stanno togliendo sotto gli occhi una delle poche cose che funzionano in Italia: la scuola primaria del tempo pieno. Noi siamo angosciati dalle notizie che arrivano dal ministero e la disinformazione in atto, ma anche carichi e determinati a vincere questa battaglia o a vendere cara la pelle.
In questi giorni qui all’Iqbal Masih succedono cose incredibili: genitori già gravati da cento impegni e maestre e maestri di tutte le classi si stanno trasformando in leoni che lottano. Il 15 settembre, alla prima campanella, abbiamo deciso di occupare la scuola. E’ stata una decisione presa alla maniera classica con alzata di mano durante un’affollata assemblea, ma per il resto tutta questa esperienza è nuova, fresca, totalmente autorganizzata di giorno in giorno. Simonetta Salacone, la direttrice, la chiama presidio permanente ed è felice di aprire la scuola a questa esperienza che ci fa crescere tutti e ci permette di comunicare e spiegare le ragioni della lotta. Nella sala grande del plesso abbiamo fatto la nostra base e c’è un via vai continuo di gente che viene per restare o solo per portare un appoggio o prendere contatti o portare una torta per i bimbi. Arriva il pedagogo Alberto Alberti a raccontare perché fu deciso di introdurre i due maestri e il tempo pieno e fa un discorso chiaro davanti a trecento persone: “Chi dice riduciamo il tempo nella scuola non ce l’ha col tempo pieno, ce l’ha con la scuola! Vogliono che i ragazzi vengano bocciati per mandarli alla scuola privata, vogliono clienti per la scuola privata.” Quando scende la sera srotoliamo i sacco a peli e i materassini per dormire tutti insieme, bambini, maestre e noi genitori in un clima di gioia e eccitazione che è difficile da contenere. Questa notte a scuola oggi è speciale e vale più di un giorno di lezione normale. Sono le esperienze formative come queste che fanno la conoscenza e oggi impariamo a lottare per i nostri diritti. Se ci si addormenta a mezzanotte, per questa volta non fa niente. Piano piano scende il silenzio e noi “grandi” facciamo turni di “guardia” ogni due ore, e che sia un’occupazione nuova si vede anche quando arriva la pattuglia della polizia al cancello: ci chiedono se abbiamo bisogno di qualcosa e che possono fare per noi, poi si allontanano dicendo che abbiamo ragione. Sveglia alle 6.30 per pulire tutto, alle 8 comincia la lezione regolare, arrivano gli altri genitori con i loro figli. C’è chiaramente anche chi è scocciato dagli striscioni, dalle magliette, dalle assemblee, dalle foto e gli articoli sui giornali. Mentre volantiniamo si accendono discussioni. Qualcuno minaccia di togliere i propri figli e trasferirli dalle suore (contenti voi…). C’è chi è fatalista e già sconfitto per cui non c’è niente da fare. Chi è confuso e convinto che maestro unico e tempo pieno sono un aumento della qualità come dice la Gelmini. Buonanotte. La maggior parte, però, comincia a comprendere meglio i meccanismi della truffa che ci stanno cucinando. Non c’è nessuna riforma in atto, è Tremonti il pedagogo di riferimento della Gelmini. Bisogna fare cassa? Tagliamo le spese e gli stipendi dei militari! E’ venerdì 26 settembre, quando dopo una settimana di occupazione e una di assemblea quasi permanente, usciamo dal cancello dell’Iqbal Masih e attraversiamo il quartiere Centocelle con più di duemila persone! E chi se le aspettava. Con 38 scuole al nostro fianco. Dobbiamo resistere. Riguardo le foto di quelle prime notti di occupazione e mi commuovo, ma non c’è un minuto da perdere. Dobbiamo intensificare le azioni. In questi giorni il decreto arriva in parlamento per l‘approvazione alla camera. Abbiamo sentito istituti della Puglia e di Milano, maestri del Veneto, a Bologna la scuola elementare XXI aprile ha occupato e anche a Quartu S. Elena vicino Cagliari (e si chiama anche lei Iqbal Masih). Una scuola di Torre in Pietra ci dice che sono pronti a entrare in occupazione. La situazione è bollente. Dopo un veloce consulto collettivo lanciamo per giovedì 2 ottobre prossimo in tutta Italia un “No Gelmini Day”. E’ un modo per far parlare insieme queste scuole e le università, per produrre uno sciame di azioni diffuse. Chi può presidiare oltre l’orario scolastico è il momento di farlo. Anche chi si sente isolato può fare qualcosa. E che sia il giorno prima o quello dopo va bene uguale. Attacchiamo striscioni ovunque perchè sia chiaro e visibile il nostro NO! Ricordate le bandiere dell’arcobaleno appese alle finestre? Che ogni scuola abbia il suo striscione. Sarebbe bello che ognuno faccia una foto scrivendo il nome della scuola e la città e la invii a questa mail: nonrubatecilfuturo@gmail.com. Poi chiederemo a trasmissioni “amiche” come Blob o Striscia o le Jene o la Dandini se possono mandarle tutte con la musica di sottofondo dell’intervallo di un tempo (quando appunto c’era il maestro unico) a rappresentare una rete di scuole in lotta e degne che sono la nostra Repubblica. Come uno spot contro il decreto. Mettiamo sotto pressione la Gelmini. Noi amiamo e difendiamo la nostra scuola.

Militant A

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