La Gelmini cerca di far cassa sulla pelle del sistema scolastico

Scuola pubblica sul piede di guerra

Tagli di personale, riduzioni di orario, decisioni contraddittorie e deleterie. I Cobas Scuola denunciano le scellerate politiche dell'esecutivo e annunciano un calendario di lotta: mobilitazione per tutta la giornata del 26, mondo della scuola protagonista allo sciopero generale del 17 Ottobre.

11 settembre 2008 - gi.ast.

la scuola è nostra Settantamila docenti e quarantatremila tra assistenti e personale ATA (ausiliare, tecnico, amministrativo) senza lavoro . Espulsione di fatto di tutti i lavoratori precari del settore. E' il primo bollettino della guerra dichiarata dal Ministro Mariastella Gelmini alla Scuola Pubblica, tramite il decreto legge 112/08, poi convertito nella legge 133/08. Un vero e proprio smantellamento del sistema scolastico. Ai consistenti tagli inseriti nella finanziaria d'estate si aggiungono quelli relativi alla tanto declamata reintroduzione del maestro unico. Quest'ultima, come denunciano i Cobas Scuola,  si traduce in un ritorno indietro di decenni a modalità superate e inefficaci, che distruggono un modello, quello della Scuola Primaria italiana, riconosciuto dall'OCSE come il secondo migliore d'europa. Se le ore di lavoro di un maestro sono ventiquattro settimanali, infatti, la didattica curricolare è gioco-forza ridotta del 20% rispetto alle canoniche trenta. Incerta la sorte della figura dell'insegnante d'inglese specializzato, per l'anno scolastico che prende avvio lunedì prossimo per molte classi è concreto il rischio di non poter garantire gli insegnamenti di lingua.
Quello che è certo è che in molte scuole l'ora d'inglese sarà sospesa per tutte le classi, data la poca chiarezza sulle disposizioni ministeriali che chiedono di garantire l'insegnamento della lingua anche nelle classi sprovviste di un docente specializzato.
Le recenti dichiarazioni della ministra bresciana lasciano presagire analoghi sforbiciate all'orario per le scuole medie e la contrazione a quattro anni delle scuole secondarie, con tanto di abolizione dell'esame di maturità.

Tagli su tagli, in sintesi, che rispondono all'unica esigenza governativa di fare cassa sulla pubblica istruzione. Contro il maestro unico, contro le consistenti riduzioni all'organico a al tempo destinato alla didattica, per il ritiro del decreto 112 e in forte critica dell'abuso della decretazione emergenziale da parte di questo esecutivo, i Comitati di Base hanno annunciato stamane in una conferenza stampa un programma di mobilitazione diffusa del mondo della scuola. Volantinaggi e assemblee in quanti più istituti possibili, in primis, ma non solo. Molti insegnanti ritarderanno di un quarto d'ora la prima ora di lezione, restando in silenzio o adottando forme creative di protesta. Per il 26 settembre, inoltre, prevista a Bologna una intera giornata di mobilitazione, già indetta anche a Roma, Torino, Trieste.
Lo sciopero generale del prossimo 17 ottobre, giornata nella quale il sindacalismo di base ha indetto un corteo nazionale nella capitale, vedrà infine un forte protagonismo dei lavoratori della scuola, messi in ginocchio dalla mannaia di un ministro che in pochi mesi sta già facendo impallidire il ricordo delle politiche nefande di ministri contestatissimi come Luigi Berlinguer e Letizia Moratti.

> Leggi anche l'approfondimento di Radioboom: "Scuola pubblica, episodio IV: nessuna speranza, eccetto che nella mobilitazione"

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