Strage di stato

Due agosto: contro chi vuol far tacere la piazza

Ripubblichiamo il comunicato dell'Assemblea Antifascista Permanente, che invita ad essere in piazza sabato nell'anniversario della Strage del 1980 ma guardando con diffidenza alle rappresentanza politiche che prendono parte alla commemorazione: «27 anni fa una signora, parente di una delle vittime, urlò a Pertini sul palco: “Cosa fa lì con quei delinquenti? Venga tra la gente!"»

31 luglio 2008 - Assemblea Antifascista Permanente - Bologna

> Leggi i report del 2 Agosto 2007: [1-2-3]

Chi guarda anche di sfuggita una qualsiasi foto della strage di Bologna vede scavare tra le macerie non solo uomini in divisa, ma soprattutto cittadini comuni. Chi guarda invece ogni anno il palco delle commemorazioni lo vede gremito quasi esclusivamente di alti gradi militari, fasce tricolori, abiti impeccabili di politici, burocrati, sottosegretari.

Fin dall’inizio i fischi, le proteste, gli slogan contro il mondo ambiguo e ipocrita della politica costituita appartengono alla commemorazione del 2 agosto: 27 anni fa una signora, parente di una delle vittime, urlò a Pertini sul palco: “Cosa fa lì con quei delinquenti? Venga tra la gente!”.

Ora, se la strage è di stato, i rappresentanti dello stato non dovrebbero avere alcun diritto di parlare in piazza il 2 agosto. Se lo stato ha intralciato e intralcia la verità, fischiare è opportuno. Questa piazza non è né del sindaco, né del questore, né delle istituzioni, né dello stato, né tantomeno di un governo come quello odierno in cui siedono gli eredi della strategia fascista, piduista e stragista.

Questa piazza è di chi vuole ricordare, ed è vergognoso che chi lo fa rischi una denuncia per “vilipendio della repubblica”, come è successo per un volantino lo scorso anno.

Si vuole far credere che il terrorismo sia un qualcosa di esterno senza rapporti con lo stato e le sue strategie di potere. Ma il 2 agosto sta a ricordarci che questo è un oltraggio alle vittime e alla verità storica: dalla strage di piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha sperimentato dolorosamente una lunga “strategia delle stragi” condotta da uomini degli apparati più coperti dello stato o da neofascisti da essi personalmente organizzati, indirizzati, finanziati e protetti.

Lo scopo era quello di promuovere con la violenza un “ritorno all’ordine”, contro la volontà diffusa di una diversa e più giusta organizzazione sociale.

Sono trascorsi ormai 28 anni da quando, alle ore 10.25 del 2 agosto 1980, i neofascisti dei NAR spalleggiati dai servizi segreti misero una bomba alla stazione centrale di Bologna, causando 85 morti e 200 feriti. A tanti anni di distanza i depistaggi e l’omertà di tutti i governi hanno impedito di accertare i mandanti e di conoscere pienamente la verità.

Se la mano è fascista, il mandante è evidente: è lo stesso che oggi grida all’emergenza per approvare misure di stampo fascista, è chi detiene la violenza legale degli apparati militari e di polizia, chi sfrutta lavoratori sempre più precari, chi taglia pensioni e diritti sociali per finanziare eserciti e servizi segreti. È chi continua a nascondere la verità e a terrorizzare, in un modo o nell’altro, i propri “sudditi”.

A Treviso, al principio di luglio 2008, i neofascisti locali stavano costruendo una bomba per compiere un attentato. Di recente, in Italia si assiste a un'escalation di violenze neofasciste: aggressioni, accoltellamenti, bombe molotov, pogrom, omicidi. Sono in genere atti di violenza indiscriminata, contro i migranti, contro i nomadi, contro gay lesbiche e trans, contro giovani che hanno avuto la sventura di trovarsi lì per caso: così Renato Biagetti (26 anni, accoltellato vicino a Ostia il 27 agosto 2006) o Nicola Tommasoli (29 anni, assassinato a Verona il 1 maggio 2008). Il 2 agosto non è storia del passato.

CONTRO CHI VUOLE FAR TACERE LA PIAZZA
ORA E SEMPRE RESISTENZA

CONCENTRAMENTO IN PIAZZA NETTUNO ORE 9