"Minacce di Stupro, bastonate e canti razzisti"

G8-2001 / Altri articoli del Guardian

Alcuni articoli che il quotidiano inglese Guardian ha pubblicato dopo le sentenze per i fatti di Bolzaneto, tradotti per Zic.it da un nostro corrispondente a Londra.
28 luglio 2008 - nca Malabocca

Martedì 15 luglio 2008, Londra.

Sfoglio “The Guardian” quando una foto della manifestazione anti-G8 di Genova 2001 mi colpisce e rimango bloccato ad osservare l’immagine che ritrae cinque carabinieri che sovrastano e minacciano un’esile ragazza sdraiata per terra che comunica il suo terrore e senso di impotenza attraverso la postura delle mani. Quindi mi colpisce che il maggior quotidiano inglese dedichi una pagina, seppure la 16, al processo per la violenza perpetrata dallo Stato nei confronti dei manifestanti, quindi decido di tradurre l’articolo. Non tanto per quello che c’è scritto nell’articolo, ampiamente conosciuto in Italia, ma per segnalare la rappresentazione dello Stato italiano sulla stampa inglese.

 

di Joon Hooper

15/07/08

Minacce di Stupro, bastonate e canti razzisti: 15 italiani incarcerati per l’abuso di potere contro i manifestanti al G8 di Genova

Sentenze di condanna sopra i cinque anni per il maltrattamento nel 2001, verdetto probabilmente imbarazzante per il governo Berlusconi

La passata notte 15 ufficiali della polizia e dottori sono stati condannati a più di cinque anni di carcere dopo essere stati giudicati colpevoli di aver abusato dei manifestanti arrestati durante il le manifestazioni contro il summit del G8 a Genova nel 2001. Altri trenta imputati sono stati scagionati dall’accusa di negazione dei diritti umani. I giudici hanno emesso la loro sentenza dopo 11 ore di consultazione a porte chiuse. Le sentenze hanno raggiunto meno di un terzo delle pene richieste dall’accusa. Ma esse saranno, tuttavia, imbarazzanti per il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e per i suoi alleati, in carica sia allora che oggi. La corte ha ascoltato i detenuti, compreso gli inglesi che furono insultati, colpiti e subirono l’utilizzo degli spray asfissianti. I manifestanti arrestati furono obbligati a cantare per inneggiare al dittatore fascista, Benito Mussolini. Altri canti, invece inneggiavano al cileno Augusto Pinochet, terminando con le seguenti parole: “Morte agli ebrei”. Tra i due e trecentomila manifestanti accorsero a Genova sette anni fa per prendere parte alla manifestazione antiglobalizzazione. La maggiorparte furono pacifici, ma qualcuno no, e la situazione degenerò visto che la polizia attuò una strategia che molti testimoni definirono di forza bruta. La violenza toccò il suo picco con la morte di un manifestante italiano di ventitre anni, colpito dal colpo di pistola di un carabiniere. Più di 250 degli attivisti contro il G8 furono arrestati e condotti nel centro di raccolta degli arrestati creato a Bolzaneto, a circa sei miglia da Genova, dove gli abusi furono perpetrati. La sentenza più pesante è stata data al diretto del carcere di Bolzaneto, Antonio Biagio Gugliotta. Altri dodici ufficiali della polizia, otto uomini e quattro donne hanno ricevuto dai cinque anni ai 28 mesi di carcere. Al capo del servizio medico di Bolzaneto, Giacomo Toccafondi, sono stati assegnati due mesi di galera; lui è stato accusato di aver insultato le persone tratte in arresto e per la mancata comunicazione alle autorità quando nelle celle i detenuti subirono i gas asfissianti. Le persone rinchiuse a Bolzaneto includevano circa 40 persone catturate durante un raid della polizia in una scuola utilizzata come dormitorio. Il giudice ha stabilito che non esiste nessuna prova che dimostrasse che quei manifestati fossero stati protagonisti di azioni violente. In particolare un inglese, Richard Moth, successivamente dichiarò a “The Guardian” che nonostante le ferite riportate, che lo fecero gridare per via del dolore provato, fu obbligato a stare in piedi per ore contro il muro. La sentenza sui fatti di Bolzaneto è una dei tre atti a procedere in merito agli accadimenti del summit tenutosi a Genova. Nel dicembre del 2007, 24 manifestanti furono definiti colpevoli di devastazione e saccheggio. Gli attivisti antiG8 ricevettero delle pene dai cinque mesi agli 11 anni. Il terzo, processo in corso coinvolge 28 imputati, compreso le maggiori cariche della polizia italiana, per come raccontarono e ricostruirono il raid alla scuola Diaz.

 


 

di Joon Hooper

16/07/08

I 15 colpevoli di brutalità non andranno in carcere.

I 15 dirigenti della polizia e dottori definiti colpevoli del brutale maltrattamento dei detenuti nel centro di detenzione dopo gli scontri avvenuti nel luglio del 2001 ieri hanno celebrato la loro liberazione dopo che è diventato chiaro che non esistono attualmente i termini per la detenzione in carcere.

In Italia gli imputati non vanno in galera per la maggioranza reati finché loro non hanno esaurito tutti i gradi di giudizio, normalmente al secondo al meno. In questo caso, è spuntato, le condanne e sentenze simili non saranno eseguibili da una legge dal prossimo anno.

Lunedì, i giudici a Genova, dove il summit del G8 ebbe luogo, hanno condannato 15 accusati ed hanno assolto più di trenta imputati. Coloro che gestirono il centro reclutamento di Bolzaneto, compreso il direttore Biagio Gugliotta, sono stati condannati dai cinque mesi ai cinque anni. La corte ha ascoltato le testimonianze di manifestanti arrestati provenienti da Gran Bretagna, Francia, Germani, Italia ed altre nazioni, i quali furono insultati, presi a calci, colpiti e sono stati vittime dell’uso di gas nelle celle. Alcune furono minacciate di stupro. Altri furono obbligati ad inneggiare cantando a Benito Mussolini.

Gli abusi ebbero luogo nel carcere di Bolzaneto, sei miglia da Genova, dove più di 250 manifestanti furono trattenuti.

Roberto Castelli, Ministro della Giustizia del Governo Berlusconi al tempo dei fatti, che detto che tre anni di processo hanno “demolito la teoria” che la violenza fosse organizzata dal allora nuovo governo come un modo per colpire la manifestazione anti-globalizzazione contro il summit dei G8.

Il leader del gruppo parlamentare di destra, Fabrizio Cicchetto ha detto “ Non c’è stato un piano di repressione e tortura, ma ci sono stati degli errori di alcuni elementi delle forze dell’ordine”.

Ma Paolo Ferrero, l’ex ministro comunista del passato governo di centro-sinistra, ha definito l’esito del processo scandaloso. Lui ha detto che una parte della tradizione italiana “ di non volere far luce sugli avvenimenti realmente accaduti”.

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