Domani previste altre azioni

No-G8 / In migliaia bloccati a 4 km dal summit

Dopo venti chilometri di marcia accerchiati dalla forze dell'ordine, il corteo di manifestanti contro il vertice degli otto grandi è stato bloccato poco distante dall'Hotel che ospita i grandi. Report a cura del "Press Group" di uno dei campeggi dove fanno base i dimostranti.
8 luglio 2008 - Gruppo Stampa del Campo Toyoura

Traduzione a cura di Indymedia Toscana

Migliaia di attivisti giapponesi e internazionali hanno marciato oggi dal campeggio di protesta di Toyora diretti verso il lago Toya, dove si sta svolgendo il summit dei G8, ma sono stati bloccati dalla polizia.
La marcia, che ha avuto luogo pacificamente per 20 chilometri, è stata accerchiata dalla polizia per tutta la sua durata, ed è stata bloccata a 4 chilometri dall'hotel sede del summit.
I manifestanti chiedono la fine dei meeting: gli otto paesi più ricchi del mondo prendono decisioni che colpiscono il mondo intero, decisioni che troppo spesso sfavoriscono i paesi poveri. Il corteo ha avuto luogo in contemporanea ad un'altra marcia partita dagli altri due campeggi di protesta stanziati nei pressi del summit.

Ulteriori azioni anti-G8, con partenza dai campeggi di protesta, sono previste per domani e verranno comunicate a breve.

"Svolgo attività con dei lavoratori a giornata e con i senzatetto a Tokyo. Ho capito che queste politiche neoliberiste praticate dai G8 sono strettamente connesse con i problemi di queste persone," racconta Chilco Yasuda, un attivista giapponese di 25 anni. "Questo è il motivo per cui sono qui oggi a protestare."

"Ogni anno, i leader del gruppo dei G8 fanno promesse che poi sistematicamente non mantengono. Due anni fa circa gli aiuti all'Africa, lo scorso anno era la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Queste promesse non mantenute sono il risultato dei problemi di questo sistema, problemi che stanno alla base del carattere non democratico dei meeting dei Grandi 8," dice Yosi Hakat un attivista di 22 anni proveniente da Israele, venuto in Giappone per protestare.

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