Testo integrale del ricorso di Vag61

Proponiamo il ricorso contro le multe che Vag61 ha presentato questa
mattina in conferenza stampa, in cui viene data assoluta centralità al piano politico della questione e ad una spiegazione dettagliata della natura e delle attività di Vag.
13 marzo 2008

Al Sindaco di Bologna
Sergio Cofferati

Oggetto:

Ricorso nei confronti delle sanzioni (verbali n. 42831 e 40160), emesse
dal Comune di Bologna Corpo di Polizia Municipale - Ufficio Rep. Attività
Produttive, nei confronti dell'Associazione VAG 61

Le contestazioni riguardano l'esercizio di attività di somministrazione di
alimenti e bevande in mancanza di autorizzazione (la sanzione di 1032,00
euro) e il mancato invio della DIA per la trasformazione e distribuzione di
alimenti (sanzione di 3.000 euro).
Viste le norme applicate, che fanno riferimento al al D.L.vo 193/2007, che
si riferisce agli stabilimenti delle imprese alimentari (con esplicita
esclusione delle attività di preparazione alimentare destinate al consumo
domestico privato e, inoltre, si esclude anche la vendita di piccoli
quantitativi produttore/consumatore o produttore/dettagliante locale),
siamo a ribadire che Vag 61,non svolge attività d'impresa e dunque non può
essere assoggettato a questa norma di legge.
Tra le altre cose, in entrambi i verbali, mancano nomi e qualifiche dei
verbalizzanti. C'è stata poi la mancata contestazione immediata della
"presunta illegalità" e la notifica a un "rappresentante legale
dell'associazione" non più in essere nelle funzioni che gli sono state
attribuite al momento del controllo dello spazio di via Paolo Fabbri 110.
Del resto, nella convenzione "fra il Comune di Bologna e l'Associazione Vag
61 per l'utilizzo dell'immobile di via Paolo Fabbri 110, al fine
dell'attuazione del Progetto Media Center", non si esplicita il divieto ad
effettuare le attività sopra descritte.
Per entrambe le "violazioni" poi è stata applicata la sanzione del doppio
del minimo previsto, e non si spiega questo "trattamento speciale" per uno
spazio di aggregazione culturale e sociale in cui l'attività che viene
svolta è tutta gratuita e volontaria, le cene di solidarietà vengono fatte
a favore di realtà sociali o politiche che hanno bisogno di aiuto
economico (esempi: per i lavoratori della SABIEM, per progetti umanitari,
ecc.). Le altre attività di autofinanziamento, come lo spazio per le
bevande, servono esclusivamente per pagare l'affitto al Comune (14 mila
euro annui), le utenze e le altre spese di gestione.
Sono attività che normalmente vengono svolte in oratori, parrocchie, centri
sociali anziani e sedi di partito, ma che nessuno, per questi contesti,
sanziona (e sarebbe assurdo sanzionare, perché rappresentano la ricchezza
del tessuto associativo di questa città).
C'è una ragione particolare per la quale le attività di VAG 61 (così come
quelle di altri spazi sociali autogestiti) devono essere "prese di mira"
come attività commerciali?
E' una storia che si ripete: già lo scorso anno, con la famosa polemica
sollevata dall'assessora alle attività produttive Santandrea sullo
"scontrino fiscale", l'Amministrazione comunale cercò di gettare fango
sulle nostre attività di aggregazione sociale, descrivendoci alla stregua
di "evasori fiscali". Solo la campagna di solidarietà e le prese di
posizione di tante persone e di tante realtà associative bloccò l'infelice
iniziativa.

La storia di Vag 61 in via Paolo Fabbri 110 inizia nel mese di luglio 2004,
quando fu consegnato all'associazione un immobile non certo in "buon uso"
per essere utilizzato. D'altronde, nella convenzione stessa, all'articolo
2, si dichiara: "L'immobile è assegnato e dall'associazione accettato,
nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, senza eccezione alcuna".
La struttura fu risanata e resa agibile attraverso il lavoro volontario,
l'autorecupero, sia a livello di interventi murari, di impianto elettrico,
impianto di riscaldamento, porta "antipanico". Questi lavori sono stati
tutti a carico dell'Associazione VAG 61, non sono stati riconosciuti a
livello economico per un'eventuale detrazione sull'affitto (come di solito
avviene per queste circostanze). Se fosse esistita anche allora l'attuale
rigidità interpretativa della norma da parte dell'Amministrazione comunale,
questo spazio non si sarebbe neppure aperto.
Per tutti i progetti e le iniziative portati avanti negli spazi di via
Paolo Fabbri 110 (di cui alleghiamo l'elenco) non abbiamo mai richiesto, né
abbiamo mai ricevuto prima una lira, adesso un euro di contributo
dall'Amministrazione comunale.

IL PROGETTO KATUN
Vag 61 ospita da alcuni mesi Il progetto Katun, portato avanti da
operatori della coop Attività Sociali, per conto del Comune. Si tratta di
un gruppo spontaneo di ragazzi, per lo più Rom (comunemente definiti
"adolescenti a rischio"), che prima si trovava in strada nella zona del
Pilastro. Dopo aver usufruito di sedi di fortuna (quali il Centro Agreste
di via Pirandello), dall'anno scorso il gruppo ha potuto appoggiarsi
stabilmente agli spazi di via Paolo Fabbri 110.
L'età dei ragazzi va dai 14/15 anni ai 18, mentre la composizione etnica è
prevalentemente balcanica.
I componenti del gruppo sono tutti a forte rischio di esclusione sociale a
causa sia dell'appartenza etnica che delle condizioni economiche.
Il progetto punta non solo a contrastare ciò ma a far assumere al gruppo un
ruolo di "spinta" nella creazione di relazioni positive nell'area del
Pilastro.
Dopo aver partecipato al progetto "Icaro" dello Spazio Giovani della Ausl
con la produzione di un musical sui temi dell'affettività, i ragazzi
lavorano oggi a un duplice obiettivo: produzione di spettacoli e creazione
di animazioni e feste.
Il carattere fortemente sociale del percorso è dato non solo dalla
composizione stessa del gruppo, ma anche dal mettere al centro della
ricerca artistica le condizioni di vita reali dei ragazzi stessi.

Siamo stati contattati anche da un gruppo di operatori della Coop. Carovana
che svolge attività di mediazione sociale per il Quartiere San Vitale, per
coinvolgere gruppi di ragazzi della zona Cirenaica in progetti artistici e
musicali.

ATTIVITA' DI STAGE PER STUDENTI UNIVERSITARI
Sono attualmente 14 gli studenti universitari delle facoltà di Scienze
della Comunicazione, DAMS, Lettere e Filosofia in stage formativo presso la
redazione del giornale on-line, la redazione della radio, il gruppo video.
Dall'apertura di VAG 61 ad oggi sono stati più di ottanta i ragazzi e le
ragazze che hanno svolto questa attività.
Abbiamo avuto sempre un'attenzione particolare agli studenti. Già nel
periodo di "occupazione attiva" di via Azzo Gardino, con la loro presenza
numerosa e assidua, gli studenti hanno dimostrato quanto sia impellente
l'esigenza di luoghi di socialità e di autoformazione. L'Università tende
infatti a ridurre progressivamente, ma inesorabilmente, i tempi e gli spazi
a loro disposizione, in parte per mancanza di strutture e in parte a causa
di precise scelte nella gestione dell'Ateneo.

IN SINTESI, VAG 61 È:
Uno spazio pubblico, aperto alle proposte che arrivano da associazioni e
singoli, in cui si susseguono quasi quotidianamente iniziative e incontri
su tematiche di attualità politica e sociale e sulla storia dei movimenti,
oltre a serate dedicate al cinema indipendente, alla poesia, alla musica,
all'espressione artistica e culturale in genere.
Un Media Center in cui si produce informazione indipendente, attraverso il
mezzo radiofonico, la rete internet, il video, la carta stampata, in un
continuo processo di elaborazione e confronto collettivo.
Un luogo di dibattito politico sulla realtà della nostra città, un luogo di
definizione di nuove soggettività e di produzione di conflitto sociale, un
luogo dove si lavora "dal basso" alla costruzione di nuovi modelli di
società, a partire dalla consapevolezza del passato e alla valorizzazione
della memoria dei movimenti.
Un progetto che di giorno in giorno allarga la propria rete di collegamento
con realtà affini alla nostra, in Italia e nel mondo.

A CHI CI RIVOLGIAMO?
Il progetto Media Center punta al coinvolgimento dell'intera cittadinanza,
ma naturalmente alcune categorie di persone si presentano come "utenti
privilegiati": sono gli "invisibili della comunicazione", coloro che, di
fatto, non hanno attualmente accesso ai mezzi di comunicazione e che
possono trovare nel Media Center gli strumenti per produrre informazione
dal basso. Tra questi in primo luogo i giovani, i migranti, chi vive in
situazioni di disagio, le donne, oltre al vasto mondo dell'associazionismo
che spesso soffre per la mancanza di visibilità e di efficaci strumenti di
comunicazione.
Il progetto Media Center individua inoltre come referenti primari
movimenti, associazioni, comitati di cittadini e tutte le realtà di
comunicazione indipendente già esistenti in città, cosi come le numerose
comunità di migranti presenti sul territorio bolognese, cittadini che, di
fatto, non hanno alcun accesso alla comunicazione, non sono conosciuti né
riconosciuti dal resto della città, e faticano a far emergere le proprie
istanze, o anche solo ad affermarsi in quanto soggetti sociali con una
propria storia e un proprio vissuto.

DENTRO VAG 61 SI TROVANO
VAG61 - Officina dei Media Indipendenti è un edificio a due piani con una
superficie complessiva di circa 500 metri quadrati, dove oggi operano
diversi soggetti, sia autonomamente che in sinergia tra di loro:
- Centro di documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso/Carlo Giuliani
- Redazione quotidiano online www.zic.it e del giornale periodico Zero in
condotta
- Redazione sito www.vag61.info e l'agenzia di informazione Acabnews
- Network di comunicazione antagonista Malabocca
- Radio Città Fujiko
-.Gruppo video Occhiovago
- Bologna Free Software Forum
- Progetto informatico Comodino
- Produzione musicale Studio 61
- Mercatino biologico - gruppo ambiente e alimentazione biologica
- GAS (Gruppo d'acquisto solidale)
- Redazione della rivista culturale ARGO
- Associazione "Ingegneri senza Frontiere"
- Gruppo multietnico, condotto dal regista Michele Zizzari, per un progetto
di teatro-musica

Al piano inferiore di VAG c'è la sala grande dedicata alle assemblee, agli
incontri pubblici, alle proiezioni, alle mostre fotografiche, alle cene di
solidarietà e alle serate musicali, lo spazio libreria, dove si tengono le
presentazioni di libri, e il Social bar.
Al piano superiore si trovano gli studi radiofonici, gli archivi del centro
di documentazione, la redazione dei giornali, la sala video, lo studio di
registrazione e una sala comune dove si tengono le riunioni redazionali, i
corsi di lingue straniere, oltre a numerosi incontri di formazione sul
mediattivismo, la fotografia, le riprese e montaggio video.

Vag61

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