Il Tpo aderisce al corteo di sabato

Questo sarà il mio 8 marzo

"Fuori i nostri corpi dal vostro controllo!". Così il centro sociale Tpo comunica di scendere in piazza, l'8 marzo, per la manifestazione lanciata dalla Rete delle Donne. Pubblichiamo il comunicato.
5 marzo 2008

Ultimamente mi sveglio la mattina con le orecchie che mi fischiano, come se qualcuno parlasse male di me. Ed eccoli lì Ferrara, Ratzinger, Casini, Veltroni, Santachè, Binetti, Turco, che non hanno di meglio da fare che parlare, neppure di me, ma del mio bassoventre. Come se di me non importasse nient’altro. Come se io iniziassi e finissi tra le tube di falloppio e uno spermatozoo. Ho deciso di ribellarmi, urlare i miei diritti un’altra volta. Di scendere in piazza. Questo sarà il mio 8 marzo.

Quella che stiamo vivendo oggi è un’espropriazione della sessualità, attuata attraverso molteplici dispositivi che mirano a distribuire controllo sui soggetti, sui corpi, sulle forme di vita e anche sulla riproduzione, garantendo il perpetuarsi di forme obsolete e repressive che minano la nostra autonomia, la nostra capacità di riappropriazione e scelta. La posta in gioco non si limita all’attacco alla Legge 194. Di fatto questa campagna elettorale ha trovato un efficace campo di battaglia: i nostri corpi e i nostri desideri.

I nostri corpi sono come uno snodo, un canale preferenziale per diffondere comportamenti e abitudini. Possono fungere da anello di congiunzione tra la normazione e la disciplina: in breve produrre opinione, far campagna elettorale, scrivere leggi sul corpo delle donne significa manipolarci perché implica la normazione di tutta una serie di sfere. È come se ci suggerissero come e quando fare sesso, in quali situazioni usare o meno la contraccezione e di che tipo, come e se abortire, con che tipo di conseguenze psichiche e sociali.

E con questa consapevolezza saremo l’otto marzo in piazza: perché a una difesa della Legge 194 vogliamo affiancare la lotta per il suo ampliamento, per una reale autodeterminazione delle nostre vite, a partire dall’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza - anche quella farmaceutica - ai sistemi di contraccezione per tutte, per arrivare a diritti sicuri contro precarietà e mobbing, violenza e abusi. Siamo indignate di veder ridefinire continuamente la nostra identità di genere prima come vittime, poi come potenziali assassine, considerate di volta in volta centro strumentale di politiche securitarie e obiettivo di attacchi per reati che non abbiamo mai commesso. Siamo indignate di subire le provocazione di sedicenti obiettori di coscienza, garantiti dalla legge e dalla casta cattolica.

Per questo ci muoviamo autonomamente smascherando e sanzionando la strumentalità delle politiche istituzionali: il 24 novembre a Roma, all’Università La Sapienza contro le ingerenze vaticane e poi in tant@, il 14 febbraio contro i gravi fatti del Policlinico di Napoli. E non abbiamo intenzione di smettere di essere soggette attive e protagoniste, al contrario di quanto leggi (vedi alla voce legge 40 e pacchetto sicurezza), moratorie, lettere di ginecologi e moniti ecclesiastici vorrebbero provare a fare.

Oggi, come ieri, con un fine preciso:
FUORI I NOSTRI CORPI DAL VOSTRO CONTROLLO!

8 marzo 008 - ore 15 – Piazza XX Settembre, Bologna

Guai a chi ci tocca! - Tpo

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