Dal 27 febbraio al 2 marzo il classico di Tolstoj in scena all’Arena del Sole

Anna Karenina: dalla Russia dell’Ottocento alla Bologna odierna

Bologna ospita la rivisitazione teatrale dell’Anna Karenina, ad opera del geniale regista lituano Eimuntas Nekrošius
28 febbraio 2008 - Francesca Biserni

A partire dal 27 febbraio e fino al 2 marzo, il teatro Arena del Sole di Bologna ospiterà una celebratissima rivisitazione teatrale dell’Anna Karenina di Lev Nikolaevic Tolstoj. Lo spettacolo, assolutamente magistrale, non fa che confermare la grande notorietà del regista lituano Eimuntas Nekrošius, un nome universalmente noto in ambito teatrale. Nekrosius
Per oltre quattro ore lo spettatore è infatti letteralmente trascinato all’interno della dimensione emotiva dei personaggi e della protagonista Anna in particolare. La scenografia è stilizzata, ma ogni singolo elemento è investito di un potere simbolico cruciale ai fini del racconto: la tormenta di neve diventa espressione del turbinio della passione, mentre gli enormi orologi che rotolano lungo il palcoscenico scandiscono il destino inevitabile dei personaggi.
Benché la storia ruoti intorno alle contraddizioni dell’aristocrazia russa dell’Ottocento, il coinvolgimento emotivo del pubblico è tale che le vicende narrate arrivano ad assomigliare a poco a poco ai turbamenti e ai conflitti che popolano il vivere contemporaneo. L’Anna Karenina di Nekrošius è più che mai una donna di oggi, in bilico tra i propri doveri sociali di madre e di moglie e un’innegabile passione extraconiugale, che la attanaglia per l’intera durata della pièce nel lento consumarsi della propria tragedia personale. I gesti, le danze e l’accompagnamento sonoro facilitano il passaggio dagli eventi messi in scena alla riflessione astratta e universale sul senso dell’amore e della morale, sulla complessità dei sentimenti, sulla gelosia e sull’ossessione morbosa. La fisicità dei personaggi, che si esprime attraverso il peso tangibile dei loro corpi sulla scena, serve a renderli ancora più umani e vicini al pubblico. Ne condividiamo i momenti di gioia spensierata, le crisi di gelosia, le schermaglie amorose, il parto, addirittura la morte, in un’atmosfera fatta di gemiti, di sussurri, di urla e di respiri modulati, che compongono un mosaico sonoro complesso ed irresistibile.
In un frangente socio-politico come quello attuale, in cui ad essere messi in discussione sono i diritti stessi della donna in quanto femmina e madre, questa rappresentazione teatrale dell’Anna Karenina ci induce a sua volta a riflettere sui vincoli e sugli obblighi sociali e morali cui la donna è ancor oggi costretta a soggiacere, pena l’umiliazione, il disonore e, nei casi più estremi, la disperazione e la pazzia.

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